Lindita è una donna, ma non solo. Lindita è un sorriso, una testa di riccioli biondi e una forza incredibile. Per anni è dovuta sottostare a un suocero duro e autoritario, che ha governato casa sua con il pugno di ferro della tradizione delle montagne: le donne lavorano in casa, l’uomo ha sempre ragione. Lindita vive per le sue figlie, per le quali ha deciso un futuro di studio e di libertà. Molte loro coetanee sono costrette ad abbandonare gli studi a 15 anni per poter assecondare la tradizione, che le vuole spose giovanissime a mariti più vecchi. A Tropoja le ragazze si sposano in Kossovo: “le vengono a prendere qui, perché hanno imparato a soffrire” dice lei.
Tropoja è una regione montuosa del nord dell’Albania, un contesto naturale meraviglioso, isolata geograficamente, e anche per questo, probabilmente, ancorata ad antiche consuetudini che valgono più della legge dello Stato.
Le donne pagano il prezzo più alto di una mentalità chiusa e di un generale abbandono della zona da parte delle istituzioni: l’elevato tasso di disoccupazione e un diffuso alcolismo sfociano spesso in violenza domestica. E’ proprio qui che Operazione Colomba organizza un campo estivo da ormai sette anni, per creare una cultura di pace. Questo si traduce in attività ludiche per i bambini e momenti di scambio e incontro con le donne.
Ed è proprio in uno di questi incontri che Lindita ci ha offerto uno scorcio di sé. In questa zona Lindita è un punto di riferimento per le donne dei villaggi tra i monti. Una volta – ci racconta – una ragazza abbandonata prima del matrimonio, che si voleva togliere la vita, confidandosi con lei, ha trovato la forza di affrontare le malelingue e ricominciare a vivere.
Si rammarica sempre di non aver continuato la scuola, ma con la sua forza di volontà è riuscita a studiare l’inglese da sola. Lindita ha imparato a esprimere le proprie emozioni, ha capito che tenersi tutto dentro fa male. E insiste anche con noi perché le confidiamo i nostri crucci: “già parlarne, li fa passare un po’”, dice. Racconta di quando si è scontrata con una cognata che le rendeva la vita impossibile a casa. Stufa di dover sopportare la sua maleducazione, un giorno si è seduta con lei e ha affrontato di petto la questione. Opponendosi alla tradizione che la vorrebbe appartenere al marito, ha minacciato di tornare dalla sua famiglia di origine, se la cognata e suo marito non avessero cambiato atteggiamento nei suoi confronti. Lindita è una donna che sa far valere i propri diritti. E’ coraggiosa, ma non incosciente. Riconosce nella tradizione il nemico e sa quali armi utilizzare per combatterlo. Ormai nella valle nessuno si stupisce più della sua indipendenza nella promozione dell’artigianato locale, che produce insieme alle sue “colleghe” nella canonica della chiesa di Raja.
Non è l’unica donna che fa respirare una nuova aria di cambiamento a Tropoja. Nella piccola comunità cristiana tra le montagne, infatti, risuona la flebile voce di Suor Toline, che, in mancanza del parroco, con le sue due consorelle anima la liturgia domenicale. Ormai tutti conoscono questa messa “al femminile”, che non ha nulla da invidiare alla celebrazione ordinaria.
Anche con le suore Lindita è riuscita a creare un legame particolare. Ci racconta che una volta, durante un incontro fra donne della comunità, ha insistito perché anche loro si confidassero liberamente, incoraggiando la più timida a condividere un episodio doloroso della sua vita. “Se non ti dai valore da sola, nessuno te ne dà, nemmeno Dio”, aggiunge Lindita. Non ci si può aspettare che la coscienza di sé nasca da altri, se non da se stessi. E questo lei l’ha capito bene. Non ha bisogno di chiedere il permesso a nessuno, è pienamente se stessa e lotta ogni giorno per affermarsi. Cerca uno scambio con noi, vuole conoscerci di più e ci offre i suoi consigli con la semplicità di un’amica. E’ così intenso il dialogo, che alla fine viene spontaneo chiedersi se sia servito più a noi che a lei.
Margherita, Maura, Nadia, Sara
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