Bolivia Caschi Bianchi
Vita quotidiana in un dormitorio a La Paz
La vita all’interno di un dormitorio: disagi, abitudini, regole, punizioni, litigi a La Paz.
Scritto da Riccardo Pasquin, Casco Bianco a La Paz
I ragazzi sono aumentati per via del freddo ed adesso sono 70/75 a notte; il che significa che il comedor, dove mangiano, è sempre strapieno e si moltiplicano i litigi tra gli ubriachi, la confusione, i piatti lasciati da lavare in giro per la casa, i cucchiai rubati, i piatti rovesciati (per terra o in testa a qualcuno), le bottigliette di vuelo (la droga che inalano, ndr) sequestrate e i ragazzi sbattuti fuori perché stanno inalando.
Però è bello vedere tutta questa gente per casa; dopo il pasto buona parte dei ragazzi si riversa nel cortile interno e c’è gente che lava i panni, che gioca a calcio, che strizza i pantaloni, che chiacchiera, che corre, che ci chiede sapone per fare la doccia, che infastidisce; sembra un centro sociale, per fortuna che vengono ad aiutarci alcuni ragazzi boliviani.
Purtroppo però i problemi, l’alcool e la droga spingono i ragazzi a fare delle stupidaggini, come Miguel (non ancora ventenne, con una bambina ed in attesa di un altro figlio), il quale stava inalando dentro al dormitorio: l’ho visto e l’ho mandato fuori. Sento che calcia la porta (tipico) e io e Luca usciamo per parlare con lui. Questi se ne va lanciando le proprie scarpe in strada, poi continua a calciare la porta, usciamo nuovamente e lo troviamo con una bottiglia rotta in mano e con un polpacciosanguinante. Lo portiamo in infermeria e gli curiamo i tagli che sono abbastanza profondi, per poi portarlo all’ospedale.
Il ragazzo confida a Luca che quando si innervosisce sente il bisogno di tagliarsi (infatti ha vari tagli sulle braccia, sulle gambe e sulla pancia). La sera dopo Luca vede una ragazza dare un pugno ad un’altra e la prende per mandarla fuori. Questa (che ha un figlio e ne sta aspettando un altro) si buttaper terra e comincia ad offenderci, poi prende una pietra dall’aiuola che per fortuna riesco a strapparle dalle mani. Quindi si tranquillizza. Parliamo un po’, poi le viene un altro scatto e prende delle lastre di vetro lasciate per terra dal vetraio, le rompe sbattendole e tutti noi scappiamo, a parte Luca, che riesce ad afferrarla e a stenderla per terra; purtroppo le rimane un vetro in mano e si taglia superficialmente la pancia. Poi cerchiamo di calmarla e la medichiamo. Adesso per punizione deve pulire la cucina, mattina e sera per due settimane (non le abbiamo proibito di entrare perché sarebbe stato più brutto per i suoi figli che per lei).
Per fortuna poi è arrivato il weekend, momento in cui i ragazzi sono meno perché vanno a divertirsi e quindi noi possiamo “riposare” un po’ e prepararci per la settimana in arrivo.
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