Bolivia Caschi Bianchi
Lavorare in Bolivia
La ricerca di un lavoro in un paese in via di sviluppo richiede creatività. La vita di Viviana, che cerca di rendersi economicamente indipendente, fra i mille lavori e lavoretti che i ragazzi di strada inventano per sopravvivere.
Scritto da Riccardo Pasquin, Casco Bianco a La Paz
In questi giorni Viviana, la ragazza di 15 anni che vive in casa con noi, sta cercando lavoro. Un po’ tutti in casa abbiamo raccolto informazioni sui posti che richiedono personale e tramite annunci sul giornale.
Finora non abbiamo trovato niente, ma mi sono fatto un’idea sulle possibilità lavorative in una città come La Paz.
Uno dei lavori che salta più all’occhio è il Vociador, il ragazzo che dai piccoli bus, chiamati Mini, sporgendosi mezzo dentro e mezzo fuori dal portellone, urla i nomi delle varie fermate. Di solito questi ragazzi o ragazze lavorano dalle otto di mattina fino alle nove di sera, con una pausa pranzo pomeridiana. Stando a quello che dicono i ragazzi la paga è sui 20/25 Boliviani al giorno, 6 giorni a settimana.
Un altro lavoro possibile è al mercato, che qui è ovunque, lungo ogni via. Questo vuol dire stare seduti dietro a un banco o direttamente per terra su un telo a vendere verdura o frutta, o qualsiasi altra cosa possibile e immaginabile, dalle sette di mattina fino alla sera, sempre a bordo strada.
Sarebbe bello se Viviana lavorasse in un negozio: ci siamo informati in un negozio di souvenir in centro e l’orario di apertura va dalle nove di mattina alle nove di sera con mezz’ora di pausa per il pranzo.
Viviana allora ha pensato di fare la niñera (bambinaia, n.d.r. ), ma tutte le richieste sul giornale dicono cama adentro (letto dentro n.d.r. ): dovrebbe cioè dormire nella casa in cui lavora e tornare a casa sua una domenica ogni 15 giorni. Ho sentito di ragazze che lavoravano in questi termini per 200-230 boliviani al mese, quando il salario minimo in Bolivia è di 460 boliviani. Inoltre pare non siano poche le ragazze che subiscono violenza dai padroni e che hanno poi paura di denunciarli o non possono comunque permettersi un avvocato.
Ci siamo informati anche presso un ristorantino vicino alla stazione vecchia di La Paz. Lì cercavano una ragazza che servisse ai tavoli e facesse le pulizie, dalle sette del mattino alle otto di sera, per la bellezza di 10 boliviani al giorno, 1boliviano all’ora. Ah, sapete quanto vale un boliviano? 1€ equivale a 7,85 boliviani!
Siamo passati alla ricerca di fabbriche o fabbrichette a La Paz: c’è la fabbrica della birra Paceña, qualche fabbrica di cemento o microimpresa per scarpe e vestiti, pochissima roba.
Si può tentare di impiegarsi come limpieza (donna delle pulizie, n.d.r. ) anche se è sicuramente un lavoro sottopagato. C’è chi si è ingegnato e si è inventato una professione: in centro o per le vie più trafficate è facile trovare ragazzi con un cellulare incatenato alla mano, che vendono telefonate per 1 boliviano al minuto. Riescono a guadagnare sui 600 boliviani al mese se superano un tetto di chiamate al giorno, ma la concorrenza tra di loro è spietata.
Poi ci sono i lustrascarpe, i quali per la vergogna o per non farsi riconoscere dalla polizia portano un passamontagna calato sulla testa e chiedono 50 centesimi per pulire le scarpe. È un lavoro molto gettonato e ci sono anche degli universitari che lo fanno per racimolare qualcosa. Se la giornata non è piovosa riesce a fruttare 10-20 boliviani al giorno, ma se c’è brutto tempo.
Altri noleggiano i Mini o i Micro per somme come 100 boliviani al giorno e continuano a salire e scendere per le vie di La Paz chiedendo per ogni passaggio 1 boliviano o 1e1/2. Sicuramente moltissima gente salirà sul Mini anche perché
camminare a La Paz, costruita su 3600-3900mt/slm, stanca. I costi a carico dell’autista sono la benzina, che qui costa la metà rispetto all’Italia, e il vociador, oltre all’affitto del mezzo.
Altri lavorano come segurata, sicurezza privata lungo le vie del centro o nei mercati, sono muniti di bastone e di bomboletta spray, e guadagnano sui 30 boliviani al giorno oppure chiedono un contributo di 1 boliviano ai vari banchi del mercato.
Poi c’è la prostituzione, che a La Paz è un fenomeno in crescita, che non si vede per le strade, perché praticata nelle case o nelle whiskerie.
Ci sono poi i lavori statali, tra i pochi a godere di assicurazione sul lavoro e pensione, quando tutte le altre occupazioni non godono di alcuna forma di previdenza sociale. In questi giorni con l’inizio dell’anno scolastico cominciano a girare notizie sugli scioperi dei professori, i quali ad inizio carriera ricevono sui 500 boliviani per 72 ore mensili, mentre lo stipendio iniziale di un poliziotto si aggira sui 600 boliviani.
Spero di trovare un lavoro decente per Viviana…
12 febbraio 2003
Un’idea per Viviana: discutendo tra noi abbiamo pensato che potrebbe utilizzare il forno grande che abbiamo in casa per fare delle pizze e poi scendere per la strada a venderle. Detto fatto: abbiamo preparato due vassoi di pizza e siamo scesi a venderle per strada a 1 boliviano al pezzo. In 30 minuti avevamo già terminato tutto e abbiamo guadagnato 21 boliviani. Stamattina invece ne abbiamo sfornata il doppio e in un’ora abbiamo raccolto 48 boliviani che per 3-4 ore di lavoro qui è moltissimo. Da domani dovrebbe arrangiarsi a fare la pizza e anche a venderla, io la aiuterò solo con il forno. Mi hanno colpito erano le facce stupite dei passanti al vedere un bianco in occhiali da sole vendere “pizza italiana a un boliviano”, in uno dei quartieri poveri di La Paz. La gente mi guardava pensierosa, ma al vedere la pizza (in questa zona non ho mai visto una pizzeria), mi chiamava ed era felice di mangiarla!
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