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Bolivia Caschi Bianchi

Bolivia, lo stato delle contraddizioni

“..se il Presidente non vincesse le elezioni il sole smetterebbe di sorgere.” Quando la comunicazione è in mano allo Stato, e lo Stato non fa il suo dovere, le persone trovano altri modi per esprimersi, facendo così diventare le strade dei “giornali a cielo aperto”: ce lo racconta Bianca, Casco Bianco a La Paz da otto mesi.

Scritto da Bianca Pieri, Casco Bianco Apg23 a La Paz

Appena scendi dall’aereo la Bolivia ti accoglie a 360°, tutti i tuoi sensi ed i tuoi muscoli la percepiscono, gli odori, i suoni, i colori ti mandano in confusione. Cuore e polmoni lavorano il doppio e per la prima volta nella vita li senti sempre all’opera. Girare l’angolo e vedere La Paz dall’alto ti toglie letteralmente il fiato.

Pian piano ti immergi nella realtà e nella cultura che ti sorprenderanno fino all’ultimo istante, le emozioni, le sensazioni che ti avvolgono ti fanno capire l’altra funzione del tuo cuore.

Camminando per le strade ho notato graffiti molto diversi da quelli a cui siamo abituati: la riproduzione esatta di una bibita come a farle pubblicità, dichiarazioni e denunce sociali, slogan o propaganda politica ma soprattutto la presenza di alcune parole che si ripetevano per tutta la città, SI, NO e NULO; anche se spesso queste parole sono palesemente cancellate o mascherate, come per esempio i SI che diventano 81 o il NULO che diventa “Culo”, per rimarcare la propria idea politica.

Ho così imparato che l’informazione è totalmente in mano allo Stato  e che per riuscire a capillarizzare l’informazione reale la popolazione usa le strade e i muri trasformando la città in un giornale a cielo aperto.

Il fenomeno propagandistico del “NULO” nasce nel 2016 per il referendum costituzionale (affluenza alle urne dell’84,45%) che avrebbe prolungato a un terzo anno, uno in più rispetto allo standard legislativo, la carica di Evo Morales. Il risultato ufficiale del referendum dà il No vincitore con il 51,65%, quando in tutti gli exit pool era evidente una percentuale nettamente maggiore di No.

Proprio perché i risultati delle elezioni sono sempre contraddittori, i cittadini hanno espresso e chiesto un appoggio pubblico della loro opinione per le strade scrivendo SI o NO a seconda del loro parere politico.
Un forte schieramento politico ha lottato per pubblicizzare il voto nullo, essendo questo un modo di protesta a questo governo, visto che la scheda bianca viene contata tra i voti positivi, e l’astensione al voto non può neanche essere presa in considerazione poiché nella sez. II l’articolo 26 della Costituzione recita che il voto è uguale, universale, diretto, individuale, segreto, libero e obbligatorio, con pena prevista nell’art. 126 che recita che tutte le sanzioni per la mancanza di voto saranno scelte dal tribunale elettorale. Anche se ancora ricordo quando durante un servizio in strada incontrammo un uomo che perso nell’alcool mi raccontò come il suo vivere in strada fosse colpa del governo e di quelle elezioni, infatti la pena per l’astensione volontaria e non alle elezioni comprende: una multa di 150bs, l’impossibilità di ricoprire cariche pubbliche per 90 giorni, il negato rilascio del passaporto per 90 giorni e di conseguenza l’impossibilità di lasciare il Paese e il blocco di tutti i conti correnti per tre mesi.

Queste sanzioni, in un paese così precario, incrementano la criminalità e il disagio, ma soprattutto la sfiducia in un governo che dovrebbe essere fonte di risorse per il suo popolo.

Certamente questa obbligatorietà, come in altri 21 paesi nel mondo, favorisce lo sviluppo di una maggiore coscienza politica generale; in Bolivia, dove la maggior parte delle popolazione è “campesina” (“contadina” – abitanti che vivono ancora di coltivazione e completamente esterni alla vita politica), questa legge sarebbe particolarmente necessaria se non fosse che è lo stesso governo che basa le sue campagne elettorali su credenze ancestrali indigene, o leggende metropolitane che perdono di veridicità come per esempio il fatto che se il presidente non vincesse le elezioni il sole smetterebbe di sorgere.

La Paz è di sicuro una città che ti affascina e ti sconvolge con le sue contraddizioni e le sue peculiarità. Camminare per poi perderti nei vicoli è un viaggio che ti emoziona: la sue strade sono un labirinto di storie, suoni, odori, colori e immagini che parlano e si raccontano e quando finalmente arriva la notte le sue luci ti tolgono il fiato.

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