Il progetto ha come principale obiettivo quello di trasmettere le conoscenze da parte dei cittadini sulla vulnerabilità del territorio e soprattutto diffondere la cultura dell’“autoprotezione” in caso di eventi alluvionali.
Una delle azioni promosse dalle volontarie è stata l’ideazione e la realizzazione della Mostra-Laboratorio “Genova e il Rischio idrogeologico”. Il laboratorio, rivolto alle fasce più deboli della popolazione come i bambini, gli stranieri e i disabili psichici, ha inteso trasmettere le conoscenze sul territorio ligure e in particolare sui fenomeni alluvionali che lo hanno interessato; molto spazio è stato dedicato alla diffusione della cultura dell’autoprotezione dal rischio idrogeologico.
“Ma è Genova quella?”. Questa la domanda che ci è stata posta più volte durante la proiezione di un fìlmato che mostra l’esondazione del torrente Fereggiano, nel quartiere genovese di Marassi. A chiederlo sono stati i ragazzi provenienti da diversi paesi africani che stanno frequentando il CPIA (Centro Provinciale di Istruzione per Adulti) e che hanno partecipato al laboratorio “Genova e il Rischio Idrogeologico” ideato da noi volontarie CCP impegnate a Genova.
Mentre mi sforzavo di fargli capire in quale parte della città fosse accaduto quello che stavano guardando e, date le grandi barriere linguistiche, ponderavo ogni parola per tentare di fargli comprendere il pericolo esistente durante un’alluvione, non potevo smettere di pensare alle loro storie, al loro passato.
Mi chiedevo da quali parti dell’Africa provenissero, come fosse il paesaggio che vedevano da piccoli, se ci fossero montagne oppure immense praterie pianeggianti. Mi domandavo anche se avessero mai visto un’alluvione, una frana, se nei loro paesi ci fossero problemi di dissesto idrogeologico come ci sono a Genova.
Il torrente esonda, l’onda di piena invade la strada, l’argine sparisce sotto un manto di acqua e fango, cascate torbide piombano rigonfie dai versanti franosi; un uomo, in preda al panico, tenta in ogni modo di sfuggire dalla trappola della sua automobile. Un ragazzo viene trascinato dalla potenza incontrollabile dell’acqua, è a terra, non riesce a rialzarsi e viene trasportato, come fosse un tronco, sotto un’automobile; solo la forza di quattro uomini, accorsi immediatamente, riesce a trarlo in salvo.
Osservando i ragazzi mentre guardavano quei filmati vedevo nei loro occhi un immenso stupore e una grande incredulità, la stessa che del resto provai io quando vidi quelle immagini per la prima volta.
Sì, quella è Genova.
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