Il campamento di quest’anno è stato un importante punto d’inizio per l’Associazione Papa Giovanni XXIII a Valdivia. Un progetto fresco, nato e condotto grazie agli sforzi e alla grande volontà del nostro referente e membro comunitario Alejandro.
Questo è il secondo anno di campamento che in sostanza è un evento nato per i giovani disabili della pastorale di Valdivia e il cui scopo è quello di far interagire i ragazzi con il mondo della coltivazione e dell’allevamento, oltre a quello di rafforzare il valore della condivisione diretta e del puro divertimento ricreativo. Alejandro ha potuto sfruttare la sua bellissima casa donata a lui dall’Associazione per creare e condurre questo progetto coinvolgendo anche i ragazzi di un’altra importante associazione cattolica presente in tutto il mondo: ADSIS.
Non poteva esserci luogo migliore per fare questo: un grande campo dove si coltiva frutta e verdura, si dà spazio a due capre che crescono in salute e sono ottime per tenere l’erba in ordine, si allevano galline e si raccolgono le loro uova, e di sicuro un luogo dove il “da farsi” non manca tra calcetti, secchi di vernice da pitturare, della buona musica con cui ballare e il cibo da condividere. Abbiamo trascorso tre giornate di condivisione diretta tra lavoro e divertimento, giornate che per noi e i ragazzi sono state tanto intense quanto troppo brevi.
Alla fine di questi giorni, dopo un’attenta valutazione, siamo rimasti con una forte fiamma dentro che non voleva spegnersi e sentivamo il bisogno di voler fare di più. Io e Giovanni, un altro volontario in servizio civile, abbiamo quindi preso confidenza coi ragazzi di quest’altra associazione e col suo responsabile Jeorge e in una bellissima riunione di valutazione abbiamo deciso di continuare insieme cercando di costruire un progetto più ampio che non si limiti solamente a campamenti annuali ma che preveda degli incontri mensili con i ragazzi disabili.
Adesso siamo ancora a un piccolo punto da cui però si può partire per portare il progetto su un nuovo livello, le basi sono solide e le idee e la voglia di fare non mancano. Sarebbe bello valorizzare quello che già fanno: questi ragazzi sono molto portati ai lavori di tessitura e sarebbe bellissimo fargli fare attività teatrali, o far loro vendere nei mercati i loro prodotti manifatturieri. Di sicuro questi ragazzi hanno tantissime qualità, però tanti ancora non sanno di averle o nell’ambiente in cui sono non riescono a valorizzarle e a mio parere il solo fatto di esserci per loro, di essere attenti ai loro bisogni e alle loro abilità, si dimostra qualcosa di grande e io che lo vivo in prima persona non vedo sensazione più impagabile.
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