Conclusi i tre giorni del taller “Mejorando capacidades para la gestión del territorio” a cui hanno partecipato facilitadores, leader delle comunità native e ribereñas – le comunità amazzoniche che non sono native – e missionari. Tre giorni intensi iniziati con la muestra de experiencias agroproductivas rurales sustentables (mostra di esperienze agro produttive rurali sostenibili) caratterizzati dal confronto e dalla valorizzazione dei progetti delle comunità comprese nel raggio d’azione del Vicariato Apostólico de Yurimaguas e conclusi con i temi caldi del possesso e della proprietà della terra, passando per la Ley Forestal N° 29763 che disciplina la gestione e l’utilizzo delle risorse boschive.
I madereros che tagliano e commerciano il legname recidendo alberi illegalmente, ingannano le popolazioni comprando legna di altissimo valore a un prezzo follemente ribassato. I risultati di tali pratiche sono povertà e deforestazione. Gli strumenti legali (soprattutto il conseguimento della Declaración de Manejo Forestal, la quale autorizza la comunità a recidere il legname), invece, consentono allo stesso tempo la crescita dell’economia comunitaria e la riforestazione del territorio, in quanto il legname può essere venduto al giusto prezzo e al contempo si salvaguarda la foresta. Le comunità possono utilizzare gli strumenti messi a disposizione dalla legge per proteggersi, ad esempio avviando un processo di titulación, volto al riconoscimento giuridico della comunità stessa, atto necessario affinché essa possa salvaguardare la sua esistenza e la permanenza in quei territori. La perdita dell’identità è un altro tema caldo, al punto che molti comuneros non parlano più la lingua nativa e non sanno cosa sia una comunidad en aislamiento volontario, ossia una comunità che decide di vivere secondo ritmi ancestrali senza alcun contatto con il mondo a lei esterno. Tale contatto infatti, potrebbe annientarla.
Tanti volti, infinite storie. Ruben, agricoltore e produttore di cacao e cioccolato organico. afferma che i bio fertilizzanti che produce sono naturali e salutari, non essendo dannosi né per le piante né per l’essere umano e, a dimostrazione di ciò, dichiara di averli bevuti lui stesso.
Bonifacio è il Presidente di APACSAM, l’associazione di agricoltori nata ad Alto Moena che ha rappresentato una vera e propria svolta per la comunità, al principio poverissima. Ora hanno una chacra (“terreno coltivato”) incredibile e variegata, nonché un laboratorio del cioccolato. Sono riusciti a trovare un piccolo mercato di diffusione e vendita dei loro prodotti: cioccolato, marmellate e compotes de fruta. Oggi Bonifacio è un facilitador oltre che agricoltore e partecipa alle iniziative locali, agricole e non.
Padre Mario Bartolini, italiano, prete di strada anche dove le strade non esistono e quando sussistono c’è l’obbligo morale di chiedersi come e perché sono state costruite e da chi. Rivoluzionario dentro, ha subito minacce di morte da parte del gruppo terroristico MRTA – Movimento Revolucionario Túpac Amaru – e dal Grupo Romero, tra gli industriali padroni di tutto il Perù a cui sono stati concessi migliaia di ettari di terre indigene per la produzione del cancerogeno (fonte: EFSA, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare e AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) olio di palma e di altri prodotti industriali come il biodiesel che, di fatto, sono il frutto della deforestazione, con conseguenze disastrose per gli abitanti. Padre Mario è anche una spina nel fianco dello Stato peruviano che lo ha addirittura denunciato come agitatore. Lui, che è un difensore dei diritti delle popolazioni amazzoniche.
Si ricordino inoltre i fatti del Baguazo del 5 giugno 2009 che portarono allo scontro i nativi e la società civile amazzonica (che si opposero alle concessioni fatte in materia di utilizzo dei territori a fini estrattivi) con gli interessi delle multinazionali e del governo di Alan García, il quale, tra l’altro, in un’intervista del 2009, disse che gli indigeni non sono cittadini di prima classe. I dati ufficiali parlano di 33 morti, tra i quali 23 agenti e 10 amazzonici.
La Selva è il giardino fertile violentato in nome degli interessi di un neo-liberismo aggressivo. La foresta è un essere che respira, una natura incredibile ricca di fascino e contraddizioni, in quel limbo tra l’aver superato senza coscienza la comunità tradizionale, perdendo la sua identità culturale, e l’aver compiuto il primo passo verso lo sviluppo nel senso occidentale del termine, mettendo, a tutti gli effetti, un piede nel vuoto. Terra di persone in lotta contro multinazionali, madereros e petrolieri.
Le infinite storie amazzoniche sono la realtà dei popoli che resistono.
Vamos caminando
Andrea durante il suo progetto di Servizio Civile visita le comunità native della selva amazzonica peruana, soprattutto le comunità di etnia Kukama-Kukamiria Siete de Junio, Arahuante e Esperanza che si trovano nei pressi della città di Lagunas, svolgendo laboratori e corsi di capacitazione. La comunità “Siete de Junio” ha un progetto di turismo comunitario e agroforestazione. Oltre a questo, Andrea è impegnato in attività di recupero della lingua nativa Kukama-Kukamiria e nello sviluppo del relativo artigianato. La Comunità “Esperanza” sta sviluppando anch’essa un progetto di turismo sostenibile. La Comunità “Arahuante”, la più antica delle 3, fondata nel 1809, si occupa di manejo de recursos forestales ed è quindi impegnata nel conseguimento delle autorizzazioni che consentiranno alla comunità di recidere gli alberi legalmente avendo allo stesso tempo il dovere di riforestare. Questo strumento garantisce il mantenimento delle risorse boschive. Tra le altre cose è impegnato nell’organizzazione del VIII Foro Social Panamazònico, occupandosi anche di gestire le due pagine Instagram e Facebook.
Approfondimenti
– Padre Mario Bartolini: La Repubblica.it ; Diocesi di Fermo
– Grupo Romero: Actualidad Ambiental (in spagnolo)
– I fatti del Baguazo: Survival.it giugno 2009; Survival.it aprile 2011; La Repubblica.it
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