Ieri durante la conferenza stampa “Servizio Civile, ok …e dopo?”, svoltasi presso la sede del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è stata presentata la seconda parte dell’indagine ISFOL “Il SCN fra cittadinanza attiva e occupabilità”.
A presentare l’indagine il Sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, on. Luigi Bobba, ed il Direttore generale di Isfol-Inapp Paola Nicastro; tra gli ospiti anche il Consigliere Raffaele de Cicco, direttore dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, Licio Palazzini presidente della CNESC, ed altri collaboratori e rappresentanti del mondo del servizio civile, oltre che ai numerosi giornalisti.
I DATI
I risultati di questa seconda parte dell’indagine in questione fotografano, grazie ad un campione di 1511 volontari (su 13.375) che hanno terminato il loro anno di servizio civile durante il 2015, il legame tra l’esperienza di SCN e l’occupablità dei giovani. Giovani per la maggior parte residenti nel sud italia (il 29.6%), diplomati (il 48.3%), con una maggioranza femminile (il 67%) e che per il 52.2% dichiarano di avere trovato un’occupazione dopo l’anno di servizio civile. Di questi ultimi, il 10% ha dichiarato di aver trovato un’occupazione proprio attraverso il canale del Servizio Civile, rimangono tra i canali principali il passaparola tra parenti ed amici (per il 37%) e la ricerca online su motori di ricerca specializzati ed autocandidature (per il 32%).
Un dato definito significativo dai relatori, è quello legato alla soddisfazione dei volontari alla conclusione del percorso di servizio civile: il 95% dei volontari “pensa di aver accresciuto le proprie competenze”, il 79% di “aver imparato a fare delle cose che torneranno utili a livello professionale grazie al SCN”, il 69% ritiene che “il SCN sia stato molto importante per le proprie scelte professionali”. Rispetto questi ultimi dati, il commento dell’on. Bobba sottolinea un <>, da prendere in considerazione ma, continua l’onorevole <>, aggiunge però l’importanza di tenere in considerazione il così definito “cambio motivazionale”.
FORMAZIONE, SERVIZIO CIVILE E LAVORO
Evidenziata dal Sottosegretario anche la relazione tra formazione, SCN e lavoro. Da un lato la volontà di non lasciare indietro i giovani con minori opportunità, grazie a delle premialità per quegli Enti che proporranno progetti specifici; dall’altro l’agevolazione all’esperienza lavorativa: < Con alcuni deputati è stato presentato un emendamento grazie al quale, oltre alle categorie già prima individuate, venga data l’opportunità agli Enti che hanno preso in carico dei giovani in servizio civile che hanno conseguito un titolo durante o appena successivamente dopo la fine del servizio, di poter assumere, ingaggiare da un punto di vista di lavoro quei giovani che hanno fatto servizio civile presso di loro. Vorremmo valorizzare questa dimensione formativa>>.
Un’ulteriore considerazione sulla qualità dell’esperienza del Servizio Civile: <>
In conclusione, le dichiarazioni sulla prossima uscita, entro Natale, del Bando in favore delle popolazioni colpite dal terremoto che coinvolgerà 1600 giovani, e del Bando sui Beni Culturali per 900 giovani. Nessun accenno però per il tanto atteso Bando sui Corpi Civili di Pace.
E LA DIFESA CIVILE?
Un’unica domanda a conclusione della conferenza: l’indagine prenderà in considerazione l’aspetto di Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta tra le motivazioni dei giovani che scelgono di fare Servizio Civile prima, e tra i risvolti successivi all’esperienza? L’incaricata ISFOL dichiara che motivazioni e feed back dei volontari inerenti alla “cittadinanza attiva” verranno presi in considerazione nella seconda parte dell’indagine.
Ci auguriamo che la centralità della scelta e dell’esperienza di Servizio Civile come alternativa alla difesa armata, comunque richiamata in più occasioni ed anche durante l’incontro dallo stesso on. L. Bobba, non ceda il passo all’importanza dell'”occupabilità”. Questo aspetto, evidente dalle considerazioni dei giovani coinvolti, per quanto importante alimenta un rischio in termini di chiarezza che solo una forte, doverosa e più che mai necessaria, rinnovata responsabilità degli Enti ad alimentare e stimolare l’aspetto fondante ed inconfondibile di Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta insito nell’esperienza di Servizio Civile, può mitigare. Oggi, per sua natura e storia, il Servizio Civile è l’unico Istituto esistente in Italia, di attuazione concreta dei principi dell’Obiezione di Coscienza, della Dcnan e della Pace.
A parere di chi scrive, la necessità di un’indagine che coinvolga Enti ed Istituzioni volta ad approfondire l’impatto del servizio civile in termini di Difesa, è quanto mai contemporanea.
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