Il Muro accerchia l’intera area di Betlemme: la denuncia degli attivisti
I nuovi lavori di costruzione della barriera tra Israele e la Cisgiordania stanno isolando il distretto di Betlemme. Centinaia di persone si radunano nel tentativo di fermare la demolizione di case e campi di ulivi
BETLEMME – I nuovi lavori di costruzione del Muro di separazione tra Israele e la Cisgiordania stanno isolando il distretto di Betlemme. È questa la denuncia di centinaia di attivisti israeliani, palestinesi e internazionali. L’esercito israeliano ha ripreso la costruzione della barriera nell’area di Beit Jala e Al-Walaja, paesi nelle immediate vicinanze di Betlemme. Il completamento dei lavori nella zona significherebbe il completo accerchiamento del distretto, che a causa del Muro e degli insediamenti israeliani illegali ha già perso circa un’ampia percentuale della propria originale estensione.
Centinaia di persone si radunano nel tentativo di fermare la demolizione di case e campi di ulivi da parte dei bulldozer israeliani per permettere la costruzione del Muro. I lavori nell’area sono iniziati nei primi giorni di marzo con la confisca di centinaia di ettari di terra, ma erano stati bloccati per quaranta giorni dalla denuncia presentata dagli abitanti dell’area. La sentenza della Corte suprema israeliana ha di fatto autorizzato la ripresa dei lavori e il 22 aprile l’esercito ha demolito la casa e danneggiato il giardino di Mitri Ghneim, abitante di Beit Jala.
Secondo fonti locali, almeno trenta abitazioni sono a rischio di demolizione immediata e centinaia di ettari di terreno e ulivi sotto la minaccia di confisca. La coltivazione dell’ulivo rappresenta una delle principali fonti di reddito per la popolazione della zona. La zona scelta per la continuazione del Muro – il cui tracciato totale supera i 730 chilometri – comprende anche l’unica foresta della zona, il monastero di Cremisan e la cantina dei salesiani il cui vino è stato recentemente presentato all’interno di Vinitaly.
Al-Walaja, secondo paese colpito insieme a Beit Jala dalle costruzioni di questi giorni, è un villaggio palestinese a maggioranza cristiana a ovest di Betlemme e confina con l’area di Gerusalemme, occupata illegalmente da Israele secondo il diritto internazionale. Nel 1982 la municipalità di Gerusalemme ordinò l’annessione di Al-Walaja e altri paesi, senza però riconoscere agli abitanti la cittadinanza israeliana, che conservano dunque tuttora carta d’identità della Cisgiordania e non possono costruire case nell’area. Ai bambini è negato il diritto all’istruzione nelle scuole di Gerusalemme.
L’area è inoltre già frammentata dal passo della strada 60, riservata unicamente ai coloni israeliani. Come denunciato dal comitato popolare di protesta nonviolenta del distretto di Betlemme.
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