Anche qui in Albania si festeggia il Natale, nonostante la popolazione sia prevalentemente di religione musulmana*. Le festività natalizie si respirano più a livello artistico e religioso che a livello commerciale, nei piccoli e numerosi esercizi commerciali infatti non è cambiata o aumentata di molto la merce esposta, soprattutto in una piccola città come Scutari.
Dall’8 dicembre le vie principali della cittadina sono state illuminate in modo modesto, forse considerando la multi-religiosità della popolazione, sono stati posti due grandi alberi di Natale in due zone del centro, ad una rotonda e davanti alla Cattedrale cattolica, sono stati organizzati concerti e spettacoli natalizi, allestiti presepi e diffusa musica a tema: una scuola cattolica di fianco alla casa famiglia in cui vivo lascia accesa ogni mattina dischi natalizi anche ora che le lezioni sono sospese per feste fino ai primi di gennaio.
Oltre alla sobrietà delle decorazioni ed agli eventi pubblici legati al Natale, mi hanno positivamente segnata anche la sobrietà e l’autenticità delle giornate natalizie trascorse con la Comunità Papa Giovanni XXIII. Il 23 dicembre un gruppo di giovani legati alla Comunità, tra cui noi Caschi Bianchi, ha fatto un giro di auguri e consegna di pacchi regalo alle famiglie povere della zona, quelle seguite durante l’anno con interventi di vario tipo. Un pomeriggio splendido grazie alla nostra gioia di andare e alla semplice riconoscenza, dimostrata da sorrisi, abbracci e qualche caffè turco (!) delle persone che hanno ricevuto qualcosa in più del solito, soprattutto la sorpresa della nostra visita, vestiti da babbo Natale!
La vigilia e il giorno di Natale li abbiamo invece condivisi soprattutto nelle nostre case-famiglia: il Natale è stato inaugurato da una bella Messa serale, con coro giovanile, alla quale ha partecipato tutta la famiglia con cui vivo, compresi i due bimbi che si sono ben presto addormentati serenamente tra le braccia dei genitori, gli stessi bambini che la mattina successiva ci hanno svegliato perché impazienti di aprire i regali che “Babbo Natale” aveva portato loro, sotto l’albero c’era almeno un regalo davvero per tutti! Poi mattina libera fino all’ora di pranzo, quando in grande semplicità ci siamo seduti a tavola con un gruppetto di ospiti: ragazzi accolti nella Comunità terapeutica della Papa Giovanni XXIII in Albania, per problemi di dipendenza. Certo la conversazione non è stata immediata, ma cucinando, mangiando e poi sistemando insieme, ci sono stati indimenticabili momenti di conoscenza e confronto reciproco. Nessuna ipocrisia in quanto ognuno è venuto di sua spontanea volontà, senza obbligo alcuno, e nessuno spreco: quel poco cibo rimasto dal pranzo è stato accuratamente conservato e diviso tra i numerosi invitati. Nel pomeriggio ancora visite e scambi di auguri e poi di nuovo tempo libero fino all’ora di coricarsi!
Nel complesso questo Natale mi ha fatto sentire quasi a casa perché, anche se lontana da tante persone a me care, sentivo il calore di una famiglia, la fraterna solidarietà con chi è in particolare difficoltà, la Fede in un Dio che si fa piccolo e povero per mostrarsi accessibile a tutti, tanto ai poveri – come i pastori – quanto ai ricchi – come i re Magi – che vengono ad Adorarlo.
Dunque Grazie per questo Natale, che nelle sue imperfezioni è stato perfetto per lo spirito che lo animava, fatto di sobrietà, accoglienza, condivisione e fraternità.
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*Il CIA World Factbook del 2014 fornisce una stima della distribuzione dei credenti che valuta i musulmani a circa il 56,7% della popolazione, i cristiani ortodossi il 6,8%, i cattolici di rito romano al 10%, e altre minoranze religiose. Tuttavia la fonte precisa che si tratta di semplici stime, poiché non vi sono statistiche disponibili.
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