È incredibile pensare che sia già passato più di un mese da quando ero avvolta nel caloroso abbraccio dei miei cari in Italia.
Ora mi trovo a Valdivia, nel sud del Cile, una città che mi ha accolta con il suo fascino autentico e inconfondibile. La mia introduzione è stata tutto tranne che dolce: una settimana intera di pioggia incessante e vento gelido, come se la città volesse mostrarmi subito il suo volto più crudo e sincero. Per rendere più chiaro a chi è rimasto a casa dove mi trovo, scherzo dicendo che vivo al Polo Sud, perché il clima qui non sembra poi così diverso.
Sono immersa in tre progetti distinti, tutti uniti da un filo conduttore comune: lavorare con le persone appartenenti ai gruppi più emarginati della società cilena. Collaboro con migranti, persone con disabilità e il popolo mapuche, comunità che affronta sfide enormi in un contesto sociale che spesso le emargina.
Questa esperienza è intensa e coinvolgente, arricchente e mi fa sentire parte di qualcosa di profondamente significativo e autentico.
Non posso negare le difficoltà che sto incontrando nell’adattarmi a questo nuovo contesto. La lontananza da casa si fa sentire in ogni aspetto: il cibo, il clima, le persone e la cultura sono tutti diversi.
Pensavo che adattarmi sarebbe stato più facile, grazie alle mie radici latinoamericane. In parte è stato così: la lingua mi ha sicuramente facilitato, e tra mille dettagli che accomunano i paesi di questo continente – i gesti familiari, i sapori che richiamano ricordi lontani e il calore sincero delle persone – ho trovato delle piccole isole di conforto.
Tuttavia, nonostante queste somiglianze, mi sono presto accorta che ogni angolo di questo continente ha una propria identità unica. Il Cile, con la sua cultura e tradizioni particolari, non fa eccezione.
Anche ciò che inizialmente mi sembrava familiare ha rivelato sfumature inaspettate, sorprendendomi e costringendomi ad adattarmi in modi che non avevo previsto.
Pensavo che la mia conoscenza dello spagnolo avrebbe reso l’adattamento più semplice, ma presto ho capito che non era così scontato. Comunicare con i cileni può essere un vero e proprio rompicapo, dato che il loro accento e le espressioni locali spesso risultano difficili da comprendere.
A tutto questo si aggiunge la sfida delle comunità mapuche, che parlano mapudungun, una lingua completamente diversa dallo spagnolo.
In questo nuovo mondo, ogni giorno è una sfida e una scoperta continua. Ogni differenza diventa un’opportunità per mettermi alla prova e trovare nuovi modi di comunicare e comprendere, non solo gli altri, ma anche me stessa.
Anche se tutto ciò mi fa sentire lontana dalla mia quotidianità, riconosco che è proprio in questi momenti di distanza e sfida che scopro il vero arricchimento.
Ogni esperienza nuova e ogni ostacolo superato aggiungono un tassello prezioso al mio cammino, trasformando la lontananza in un’opportunità per crescere e scoprire nuove sfumature di me stessa.
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