Ogni giorno perdo un po’ di quello che ero e trovo un po’ di quello che sono. Trovo una persona più paziente, più attenta, meno concentrata su se stessa. Trovo una persona che si spoglia delle proprie abitudini per indossarne delle nuove. Trovo una persona che mette da parte il proprio ego per riuscire a vivere in armonia con gli altri.
Ogni giorno è una scoperta, ogni giorno è un dono. Ogni giorno imparo cosa vuol dire condividere, perdonare, andare avanti, o almeno provarci. Imparo che siamo tutti vulnerabili, che l’equilibrio è una cosa fragile. Imparo che è più importante dare che ricevere. Lo imparo da chi in questa vita non ha avuto niente e tuttora quel poco che ha lo dona al prossimo senza remore. Imparo che non è facile vivere insieme, in trenta sotto lo stesso tetto, che i problemi sono tanti, perché si sommano a quelli di ciascuno, ma che con l’amore diventa tutto più semplice.
Conosco lati di me che non sapevo di avere e li conosco specchiandomi negli altri, riconoscendomi in loro. Riconoscendomi nei ragazzi che visitiamo in carcere, che vedendoci arrivare, ci accolgono sempre con un sorriso, con una stretta di mano, con una parola gentile. Mi stupisco ogni volta che mi siedo accanto a loro ed inizio ad ascoltarli. Cercano in me rifugio, conforto, vicinanza. Ma la verità è che sono loro a trasmettermi una forza indescrivibile.
Rivedendomi nei ragazzi di strada, che scelgono di rimanere lì perché, in fondo, è difficile rinunciare alla propria libertà ed è dura dopo lunghi anni di soprusi e violenze tornare a fidarsi di qualcuno, tornare a credere nel prossimo.
Mi riconosco nei ragazzi con cui vivo e condivido ogni singolo giorno, i miei frères, che hanno scelto di provare a cambiare la loro vita ed hanno scelto di farlo insieme, come una famiglia. Hanno scelto la strada più ardua, fatta di sacrifici e rinunce, consapevoli che solo l’impegno li può condurre a dei risultati concreti. Hanno scelto di intraprendere un percorso che li pone di fronte alle loro ferite interiori, alle loro sofferenze, che li porta ad esplorare ogni parte di loro per tentare di rifiorire. Io ammiro ciascuno di loro, sono un esempio di vita, vorrei avere il loro coraggio, la loro perseveranza, la loro resilienza.
Perciò li osservo, li ascolto, li accolgo, ricavando da loro tutto ciò che può farmi accrescere e migliorare a mia volta.
Sono M., orfano di entrambi i genitori, in strada da quando aveva undici anni, che non sa se il fratello maggiore sia mai riuscito ad arrivare in Europa, che ha deciso di restare in Comunità perché finalmente sente di aver trovato una casa.
Sono N., che cinque anni fa è uscito dalla strada e dopo anni di sforzi ha iniziato un percorso scolastico, e nonostante la famiglia gli faccia molta pressione perché torni a lavorare per portare a casa un po’ di soldi, stringe i denti per proseguire gli studi per un futuro migliore.
Sono D., ragazzo di strada finito in carcere per aver rubato un pezzo di carne al mercato perché aveva fame, condannato ad un anno di carcere per questo.
Sono C., finito in carcere molteplici volte per furto, che ha provato per anni a disintossicarsi, passando di struttura in struttura, e non si è ancora arreso per amore della madre.
Io sono tutti loro.
Noi siamo tutti loro.
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