Sono Daniel Di Nola, un Casco Bianco in servizio civile a Santiago del Cile, opero in diversi progetti in ambito sociale, gestiti dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.
Sono passati quasi 6 mesi per alcuni degli utenti della comunità terapeutica “Sandra Sabattini” dove presto servizio, da quando sono entrati nel programma di recupero dalle tossicodipendenze e dalla dipendenza dall’alcool. Ho avuto il privilegio di passare parte di questo tempo con i “ragazzi” come li chiamiamo noi. Anche se ormai i più giovani tra loro, un’età che varia dai 28 ai 65 anni, hanno la faccia di chi ha vissuto esperienze per una vita intera.
Sono persone che hanno scelto di cambiare. Cercare di uscire dalla dipendenza è una lotta che dura tutta la vita, che sarebbe già persa in partenza se non si avesse il coraggio di chiedere aiuto. Attraverso gli strumenti che la comunità terapeutica offre hanno sicuramente una possibilità in più per provare a vivere una vita degna di essere vissuta.
Ho davvero apprezzato la possibilità di condividere delle esperienze con queste persone, come per esempio, cercare di ristrutturare una casa della Comunità Papa Giovanni XXIII, qua nel nostro quartiere di Peñalolen. Si vede come, nonostante le difficoltà, le difese e le resistenze al vero cambiamento sono molto forti, si sforzano di lavorare su se stessi e nelle relazioni con gli altri. Mi piace pensare che tutti questi giorni passati a costruire pareti, smontare chiodi e spostare armadi possono essere un lavoro pratico ma anche una metafora simbolica del lavoro mentale che stanno facendo in comunità. Spostare l’attenzione su eventi di vita pesanti o traumatici per rielaborarli, smontare le difese e le resistenze al cambiamento e infine costruirsi, anzi apprendere a ricostruirsi una vita fatta di relazioni sane, dotati di strumenti per affrontare i momenti di difficoltà.
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