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Pillole di ecologia nelle scuole albanesi

Scritto da Domenico Guerra, Corpo Civile di Pace con Engim – Focsiv a Fier

L’educazione civica nelle scuole di Fier è stata sin da subito una grande possibilità di scambio e di incontro con una parte importante di ogni contesto locale, il mondo della scuola. Così mentre un ministro illuminato portava in Italia, primo Paese al mondo a farlo, l’insegnamento dei Sustainable Development Goals, dall’altra parte dell’Adriatico pensavamo che un incontro didattico sull’ecologia fosse necessario in un Paese come l’Albania. Consumo di suolo, gestione dei rifiuti, estrazione del petrolio sono solo alcuni dei problemi legati all’ambiente che l’Albania deve affrontare. Un solo dato: meno del 70% della popolazione ha accesso al servizio di smaltimento rifiuti secondo l’Instat (Istituto nazionale di statistica albanese) e gran parte della spazzatura che non viene raccolta finisce nei fiumi e nel mare.

Quindi a febbraio, insieme a Chiara D’Onofrio, collega in servizio civile in Albania, abbiamo raccontato il cambiamento climatico in 6 scuole nei villaggi rurali e nella città di Fier, incontrando un totale di circa 500 studenti e studentesse. Da appassionati ecologisti abbiamo prima spiegato cos’è il cambiamento climatico, le cause e le conseguenze dello stesso mostrando immagini relative all’innalzamento dei mari nelle isole del Pacifico, l’implacabile desertificazione in Africa e Medio Oriente, gli incendi in Australia fino alla crisi migratoria dando volti ed espressioni ai migranti climatici. In seguito si è dato maggiore spazio agli studenti coinvolgendoli nella raccolta delle buone pratiche e azioni quotidiane che il singolo può svolgere nel proprio quotidiano, per poi concludere con una discussione sulle stesse.

Abbiamo condotto questi incontri alternando le sempre più diffuse tecniche formative di educazione non-formale combinando agli elementi della classica lezione frontale, laboratori e discussioni. Questo ha favorito il rapporto diretto con gli studenti superando l’intermediazione di docenti che orgogliosamente stimolavano le proprie alunne a fare una buona impressione. La partecipazione attiva con il racconto di contributi tratti dall’esperienza quotidiana degli studenti è stata utile per discutere delle principali questioni ambientali nel contesto socio-culturale di Fier e dell’Albania.

Se in Italia e in Europa parlare di ambiente e sostenibilità è ormai (e per fortuna) diventato un argomento popolare, questo non avviene in uno dei paesi più poveri d’Europa. È stato quindi per noi importante raggiungere l’obiettivo di una discussione sulle tematiche ambientali insieme alla condivisione di pillole nozionistiche sull’argomento. Durante questi incontri abbiamo raccolto una serie di feedback da parte degli studenti su quali siano i problemi ambientali principali della città di Fier e la maggior parte indicava il traffico come problema principale, a fronte di un fortissimo problema di inquinamento dell’aria (spesso irrespirabile) dovuto alle vicine industrie che nessuno studente considerava come un problema. Una triste spiegazione che mi sono dato è stata che per gli abitanti di Fier, e soprattutto per i bambini, l’aria della città è sì pestilenziale, ma nella norma, perché se da quando nasci respiri solo aria pestilenziale quella sarà la tua normalità.

Nel nostro racconto del cambiamento climatico da un punto di vista internazionale abbiamo dedicato un momento al personaggio di Greta Thurberg e al movimento ambientalista “Fridays for Future”. Con grande sorpresa su un totale di circa 500 studenti meno di 20 conoscevano o avevano mai visto o ascoltato in tv o internet l’ambientalista svedese. Personalmente non sono un fan degli scioperi dei “Fridays for Future” perché convinto che da solo l’ambientalismo non basti, ma serva una rivoluzione ecologica e una critica economica al nostro modello di vita iperconsumista e capitalista. Da ecologista comunque sono grato a questo movimento per aver indirizzato l’attenzione di milioni di giovani verso il cambiamento climatico. Quindi davanti alle folle oceaniche del venerdì, la mancanza di conoscenza del fenomeno Greta Thurberg da parte degli studenti è stato molto indicativo della scarsa attenzione mediatica che in Albania anche il versante più pop dell’ambientalismo riceve.

Questo ha rafforzato il convincimento di quanto attività come queste siano utili per portare un punto di vista diverso nelle isolate scuole rurali nel sud dell’Albania.

Tra le tante buone pratiche e quotidiane azioni che possono migliorare la situazione ambientale quelle che maggiormente risultavano chiare e più facili da seguire sono state l’implementazione della bicicletta rispetto alle inquinanti macchine e la riduzione della plastica. Benché le scuole siano abituate a parlare di riciclo, abbiamo provato a porre l’accento sulla riduzione massiccia della plastica e sul riuso della stessa, soprattutto in un Paese in cui il riciclo è ancora alla fase zero.

Diversamente abbiamo notato quanto la riduzione dell’acquisto o riuso degli abiti, la riduzione dei consumi e l’attivazione civica siano state azioni più difficili da spiegare e collegare alle tematiche ecologiste. Speriamo di aver contribuito a seminare qualcosa su queste fondamentali azioni legate al consumismo e alla partecipazione dei cittadini.

Rispetto a trent’anni fa quando si educavano le persone affinché si impegnassero in buone azioni individuali come ad esempio il riciclo, negli ultimi anni si è rafforzata l’importanza di intervenire attraverso i gruppi di pressione sui politici e sui decisori istituzionali perché cambino le politiche in essere. È questo il motivo che ci ha spinto a salutare i giovanissimi studenti con l’invito a scendere in piazza e a manifestare per il loro diritto a vivere e crescere in un Paese e un pianeta sano e non sull’orlo del baratro.

Ho iniziato ad appassionarmi ai temi dell’ecologia circa vent’anni fa, proprio grazie ad un’attività sul riciclo fatta ad otto anni alle scuole elementari. Per questo considero importante diffondere sin dalle scuole elementari l’interesse per la salute per la Terra, del resto come dice il poeta Wendell Berry “la Terra è ciò che tutti noi abbiamo in comune”.

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