Caschi Bianchi Cile

COSA LASCIO? COSA PORTO?

Dopo un anno di Servizio Civile all’estero Eleonora si lascia alle spalle insicurezze e paure, e si porta con sé i volti e l’affetto di chi, nonostante storie di fragilità, povertà e dolore, le ha insegnato la libertà

Scritto da Eleonora Piceni, Casco Bianco in Servizio Civile con Apg23 a Santiago del Cile

Siamo arrivati alla fine, mi sono presa un po’ di tempo per scrivere questo testo perche finché mi trovavo nella zona di servizio non mi sentivo pronta, era ancora tutto troppo reale. Ora, nella mia camera che ormai non sento piu mia, per rientrare con calma in contatto con la realtà ho deciso di rispondere a queste domande che ci sono state fatte: cosa lasci e cosa porti di questo anno? Lo vedo quasi come un’attività terapeutica, per me e per chi, forse leggendolo, potrà ritrovarsi o incontrare conforto in queste semplici parole.

Sono Eleonora Piceni e sono un casco bianco appena tornato dalla zona di Santiago del Cile. Il mio servizio si è svolto principalmente in due progetti, il primo si occupava di accogliere ed aiutare persone in situazione di strada, il secondo invece aveva l’obiettivo di coinvolgere a livello lavorativo e sociale donne con sordità.

Ammetto che, quando ho letto la richiesta, un po’ innervosita mi sono detta “ma io non voglio lasciare niente voglio portare tutto con me”, il tempo ovviamente mi ha aiutato a distinguere le emozioni dalla realtà e sì, a dire la verità qualcosa lo voglio proprio lasciare. Voglio lasciarmi alle spalle tutte le insicurezze e le paure che mi hanno accompagnato durante il primo periodo di servizio e che pian piano ho lasciato andare a favore di una nuova e più profonda conoscenza di me stessa. Voglio lasciare tutto l’amore e l’affetto che ho donato alle persone con cui ho lavorato in questi mesi, appartiene a loro ed è giusto che rimanga lì. E infine voglio lasciare il succo in polvere, condimento dall’odore incerto per l’acqua che mi ha accompagnato per tutto il corso del mio servizio e che ha caratterizzato molti pranzi e molte cene con quella che oggi posso dire essere la mia nuova famiglia.

Diverso quello che invece voglio portare con me e se devo essere sincera, un po’ tutto. È sempre stato difficile per me gestire gli addii, sono un po’ come una forma di abbandono e di chiusura e questo non mi è mai piaciuto. Di conseguenza per contrastare questa tristezza cerco di aggrapparmi moltissimo ai ricordi e alle emozioni che hanno scritto questa esperienza. Una delle prime cose che ho messo dentro la mia valigia emotiva sono stati i volti delle persone che hanno arricchito le mie giornate, persone stanche, provate da una vita difficile ma con occhi svegli e pieni di voglia di lottare contro sé stessi o contro il mondo per continuare ognuno il proprio cammino. Mi porto a casa l’immagine della cordigliera delle Ande che ogni giorno dipingeva il panorama ed era uno sfondo tranquillizzante ma allo stesso tempo immenso, ogni volta che la guardavo mi ricordava come la natura sia la nostra casa e cerchi di proteggerci mentre noi in realtà pian piano la stiamo distruggendo. Mi porto a casa i rumori, le voci, le grida (soprattutto degli italiani) e la musica che intrattenevano ogni momento, tanto interessanti da vincere contro la voglia di mettere le cuffiette e ascoltare la mia musica. Per molti questi rumori erano fastidiosi, per me sono stati la colonna sonora di dieci mesi speciali.

Le ultime due cose che ho voluto portare a casa e in maniera ancora più decisiva portare dentro la mia vita sono la semplicità e la spontaneità. Ho visto persone che avevano la metà delle cose che io potevo avere in un mese essere più felici e più sereni di me. Facevano vincere il proprio sé senza preoccuparsi delle pressioni e dei giudizi che il mondo esterno in continuazione gli buttava addosso. Ciò che era importante era godersi la vita e sorridere dei piccoli momenti di gioia tanto semplici quanto rari. Quindi grazie chiquillos e chiquillas, grazie per avermi regalato tanta gioia e tanto amore, grazie per avermi aiutato a dar valore alle piccole cose ed allontanarmi dalle costruzioni e pressioni sociali che fino a poco tempo fa condizionavano la mia vita le mie scelte. Sono libera come voi e non tornerò più indietro.

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