Le comunità Mapuche del Lof Radalko, stanziate nel comune di Curacautín (regione dell’Araucanía), si stanno battendo per la preservazione del territorio e dell’ecosistema del vulcano Tolhuaca, gravemente minacciato dal progetto di realizzare una centrale geotermica.
Ad aprile 2021, la società Adobera SpA ha presentato all’autorità pubblica competente (il “Servicio de Evaluación Ambiental” – SEA) un progetto per effettuare esplorazioni geotermiche nei pressi del vulcano, chiedendo formalmente se fosse necessario sottoporre tale progetto alla procedura di valutazione di impatto ambientale (il “Sistema de Evaluación de Impacto Ambientale” – SEIA).[1] Il SEA ha ritenuto non necessario lo svolgimento di alcuna valutazione di impatto ambientale, sulla base che il progetto presentato dall’impresa riguardava esclusivamente attività esplorative e non la realizzazione dell’impianto geotermico.
La normativa cilena prevede che i progetti per centrali energetiche di potenza inferiore a 3 MW non debbano essere sottoposti alla procedura SEIA, mentre non esiste una normativa specifica per le attività di esplorazione geotermica. Va tuttavia notato come Adobera SpA abbia pubblicamente dichiarato l’intenzione di realizzare un impianto geotermico da 9 MW, cosa non esplicitata nel progetto presentato al SEA.
Le attività di esplorazione – che includono la realizzazione di sei pozzi profondi tra 1.500 e 2.000 metri – rappresentano un evidente rischio per l’ambiente, nonché una grave minaccia per i diritti umani delle popolazioni indigene del territorio. Più precisamente, lo sfruttamento delle acque e dei vapori geotermici potrebbe causare contaminazioni delle falde acquifere più superficiali, a causa dell’elevata concentrazione di minerali, sali e metalli pesanti[2]. Inoltre, le esplorazioni si svolgerebbero in prossimità di tre aree naturali protette: il Parco Nazionale di Tolhuaca, la Riserva Nazionale di Malleco e la Riserva Nazionale di Malacahuello – Nalcas. Infine, le perforazioni previste comporterebbero la deforestazione dell’area dove verranno trivellati i pozzi, con conseguente abbattimento di molti alberi di Araucaria, pianta sacra per i mapuche.
Le comunità mapuche della zona, in particolare quelle del Lof Radalko, si sono subito opposte alla decisione del SEA di autorizzare le esplorazioni senza alcuna consultazione e valutazione del rischio ambientale, evidenziando che l’area interessata dal progetto e il vulcano Tolhaca stesso sono elementi sacri della loro spiritualità e cultura, strettamente legate agli elementi naturali delle terre ancestrali[3]. Inoltre, secondo le comunità mapuche, la CONADI (Corporación Nacional de Desarrollo Indígena) – ente statale preposto alle questioni riguardanti i popoli nativi in Cile – avrebbe dichiarato al SEA che nella zona non sono presenti comunità indigene che verrebbero interessate dal progetto.
I mapuche del Lof Radalko contestano fortemente questa affermazione, reclamando il proprio diritto ad essere informati e consultati prima dell’approvazione di grandi opere industriali nelle loro terre ancestrali. Al fine di proteggere il territorio del vulcano, le comunità mapuche hanno intrapreso varie azioni e manifestazioni, contando con l’appoggio di organizzazioni della società civile cilene e internazionali che promuovono la loro causa davanti alle autorità competenti.
[1] Si veda la “consulta de pertinencia ” dell’azienda, disponibile su https://infofirma.sea.gob.cl/DocumentosSEA/MostrarDocumento?docId=44/6b/0080991cd46d0c8ab205c3cb6bede54953d6
[2] Birkle et. al (2001). Impacto Ambiental de Campos Geotermicos. Instituto de Investigaciones Eléctricas, Deplo. Geotermia, Messico. Disponibile su https://inis.iaea.org/collection/NCLCollectionStore/_Public/29/032/29032344.pdf?r=1&r=1
[3] https://www.alianzaterritorialmapuche.com/2022/01/mapuche-dicen-no-planta-de-geotermia-en.html
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