Domande, curiosità e valigia pronta

Sono passati oramai diversi anni da quando per la prima volta ho sentito parlare di Servizio Civile e da allora sapevo che prima o poi sarebbe arrivato anche il mio momento. Ne avevo sentito parlare quando mi trovavo ad Haiti con il progetto “In un altro mondo” che ogni anno dava la possibilità a 4 ragazzi di partire ed andare alla scoperta di alcuni dei Paesi come Haiti, India, Camerun, Albania e tanti altri ancora e da lì non sono più riuscita a togliermelo dalla mente. Questo progetto è esattamente quello che cercavo, un’esperienza di vita che ti apre gli occhi, ti catapulta in un mondo diverso e ti obbliga a uscire dalle tue zone di comfort. All’uscita del bando avevo mille dubbi in testa, un Paese ben preciso sul quale avrei puntato ed invece leggendo i vari progetti mi accorgo ancora una volta di quanto vasta sia la Terra e di quante opportunità diverse ci siano grazie al Servizio Civile e così la mia candidatura vira per lo Sri Lanka, scelta giusta o sbagliata? Suppongo lo scopriremo più avanti ma intanto sono curiosa ed emozionata all’idea di immergermi in questo mix confusionario di culture, cibi, odori, spezie e religioni.

Attraverso la formazione (online ed in presenza) tutto ha iniziato a prendere forma ed ora mi ritrovo a pochissimi giorni dalla partenza. La formazione si è rivelata più tosta di quello che immaginavo, e le lunghe ore passate davanti allo schermo del computer non sempre sono state facili, tuttavia la settimana passata insieme a San Marino è stata preziosa. All’arrivo sembravamo tutti un po’ impacciati, del resto ci eravamo sempre solo visti tramite il pc, ma sono bastati cinque giorni per scoprirci così simili e sentirci vicini come se fossimo amici di vecchia data. Dopo un anno così particolare, trovarsi a contatto con delle persone nuove che però condividono i tuoi stessi sogni è stato rivoluzionario ed ha riacceso in me quella voglia di scoprire, conoscere e mettermi alla prova. Ci sono stati tanti momenti di condivisione, di confronto e di arricchimento che ci hanno permesso di toccare tematiche complesse ma anche tanti momenti divertenti e spensierati. Si è parlato della relazione d’aiuto, della gestione dei conflitti, dell’ascolto attivo e di tanto altro ancora. Il teatro dell’oppresso, ad esempio, ci ha permesso di mettere in scena delle situazioni di disagio e a mano a mano cambiarne gli attori così da avere diverse visioni di una stessa situazione. Sono arrivata alla formazione convinta che avrei trovato risposte alle mie mille domande ed invece me ne sono tornata a casa con altrettante domande in testa che aspettano pazientemente di trovare una risposta, ma sono certa sia una cosa abbastanza comune.

Tuttavia, ora che mancano pochi giorni mi chiedo come sarà questa nuova vita e se saprò gestire le emozioni, la vita in comunità, il caldo torrido e umido di Ratnapura. Comunque sia, sono emozionatissima all’idea di partire e mettermi in gioco in un contesto così diverso dal mio e sono grata di avere altre due persone con cui condividere questo percorso: Paolo e Valentina.

La valigia è oramai pronta, gli spray contro le zanzare abbondano e la mia macchinetta fotografica è lì che mi aspetta pronta a catturare nuovi volti e nuovi scorci.