“I’ve seen the
Needle and the
Damage done
A little part of it in
Everyone
But every junkie’s
Like a settin’ sun”
Neil Young – The Needle and the Damage Done
Sono arrivato a Nenshat a febbraio, non è passato nemmeno un anno, eppure le esperienze fatte hanno superato di gran lunga il tempo.
Ho sospeso il mio giudizio su chi mi si è parato davanti, chiedendomi molte volte se fosse giusto. Le storie ascoltate nel corso di questo periodo sono state per me macigni sullo stomaco, la quotidianità un susseguirsi di eventi, gioiosi e non, una schizofrenia di emozioni che hanno colorito, rabbuiato giornate trascorse velocemente, incessantemente. Ed ho preso le mie responsabilità, che in comunità terapeutica è una specie di MANTRA. Ho lavorato con chi è qui, per redenzione, per cambiare; sono stato loro confidente e loro consigliere. Ironicamente qualcuno si è azzardato a chiamarmi casco spirituale. Non sono niente di tutto ciò. Sono solo un uomo che ha affrontato la quotidianità con altri uomini, con persone che stanno cercando di riparare ai torti subiti, alla loro lenta degradazione, ai dispiaceri, al dolore dato a chi è stato loro vicino.
Ed attraverso le loro storie ho scoperto che l’amore può essere una forza motrice inesauribile ma che molte volte acceca. Posso solo immaginare i dispiaceri, le frustrazioni di chi vede un proprio figlio, figlia, fratello, sorella cadere in quel loop mentale e corporale che causa la dipendenza. Vederli lentamente cambiare, scomparire, diventar molte volte violenti e nonostante questo continuare a sostenerli per amore, perché gli uni son parte degli altri. Questo amore però molte volte può risultare un ostacolo, per quanto ci si prova a mutare la situazione non ci si riesce, anzi si creano ancora più problemi, difficoltà. Il cambiamento parte da una scelta individuale.
In fin dei conti io invece di casco bianco sono stato solo un piccolo aiuto in un cammino lungo, periglioso, inquadrato, con tante regole che si raggruppano in un altro MANTRA della comunità terapeutica, la fatica. Siamo solo uomini che hanno scelto strade diverse per affrontare la vita. Spero di aver dato un piccolo contributo con la speranza che ognuno riesca nei propositi prefissati perché nonostante tutto se lo meritano. Ognuno merita un’altra possibilità. E se non sarà questa volta, sarà la volta dopo, finché verrà chiesto aiuto.
Per me questo è stato NENSHAT, un luogo di responsabilità, di fatica, di condivisione e di progresso verso una meta bellissima quanto paurosa, il cambiamento, in persone nuove, in persone migliori. Ed è stato un onore cambiare con loro.
RRUGË TË MBARË: A., G., B., A., K., N., X., D., C.
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