È mattina. Ieri siamo state insieme tutto il pomeriggio attendendo ordini nel grigio ospedale regionale. Ora sono nel corridoio e sto pensando a te, piccola Thalia. In questo momento starai dormendo… Piangere è stancante…
Ti ho visto impaurita: di nuovo alcuni medici scoprono il tuo corpicino, guardano la cicatrice sulla parte finale della tua schiena, osservano attentamente i tuoi piedi sviluppati in una posizione non corretta e parlano tra di loro in una lingua che non sai interpretare. Ti vedo allontanarti con la tua camminata zoppicante verso l’angolo opposto della stanza per nasconderti da quel camice bianco che tanto ti spaventa. Mi dispiace molto che in questo momento intorno a te non ci sia nessuno della tua famiglia. Hai 7 anni, vieni dalla selva, la tua mamma non c’è più, tuo papà non ti vuole con sé ma sei troppo innocente per volerlo capire e, purtroppo, hai tanti ricordi che ti fanno morire di nostalgia. “Quando torno a casa io?” chiedi sempre quando saluti un tuo pari che torna dai suoi familiari. La verità nella risposta è sempre a metà, in bilico, come quella zia che proprio non vuole decidersi a prenderti in casa con lei.
Sento la tua inquietudine come se potessi toccarla.
Io però sono felice… e cerco di trasmetterti un po’ della speranza che ho in questo momento così importante della tua vita. Sono felice perché anche se di nuovo ti trovi a dormire in un letto anonimo di un ospedale, stai affrontando un intervento che potrà aiutarti a camminare meglio. Quei dottori venuti dagli Stati Uniti per donare le loro capacità e conoscenze, sono qui per tentare di migliorare la tua vita. La posizione del tuo piede si armonizzerà con la tua postura, e dopo qualche mese di terapia potrai correre. Potrai saltare, potrai ballare, potrai persino fare lo sgambetto a qualcuno che ti prende in giro! Ho molta fede che questo intervento possa farti sorridere ancora di più. Ora non puoi comprenderlo ma oggi è uno dei giorni più importanti della tua vita.
Sentire il vento in faccia scendendo veloce per una discesa, cercare di acchiappare qualcuno che scappa ridendo, prendere al volo un autobus che sta passando, fuggire da qualcuno di cui non potersi fidare… Questi dottori, di cui ora hai paura, vogliono farti un regalo prezioso: correre, correre verso la tua indipendenza!
E io mi sento fortunata di poter vivere la tua crescita…
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