La flora e la fauna sono i principali abitanti di questo piccolo spicchio del mondo. “Chissà con quanti animali nuovi, mai visti, dovrò imparare a convivere” pensavo, prima di arrivare in Selva. Invece, mi ritrovo a fare i conti con tipici animali europei, semplicemente molto, molto, più arroganti. In quest’ottica interculturale, mi sono abituata a vivere quotidianamente con formiche, scarafaggi, blatte, ragni e zanzare (che a confronto quelle europee sono farfalle). Tra una risata, un urlo e un crack ho interiorizzato le regole per una buona convivenza con gli altri coinquilini di casa.
Un giorno, scoprendo un nuovo amico che zampettava in cucina, mi sono però fermata: “Eh, no” ho esclamato “ il topo in cucina è troppo!”. Dopo averne parlato con Lily, la nostra coinquilina peruviana, io e la mia compagna di progetto ci siamo attivate con i metodi tradizionali europei. Le trappole per topi a Yurimaguas non esistono e il veleno ha prodotto risultati fallimentari. Così, la coinquilina peruviana ci propone la soluzione locale: un gatto.
In pochi giorni arriva la famigerata gatta, immaginandola tipo pantera della selva, invece sembra essere una gattina tenera e probabilmente incinta. Dico sembra essere perché non faccio neanche in tempo a vederla: scappa in giardino in meno di un’ora. Desaparecida. Iniziamo a cercarla e pensare a come trovare il gatto che ci serve per trovare il topo. Forse un cane? La fiera dell’Est di Branduardi sembra essere la colonna sonora di quest’avventura.
Com’è finita con il topo? “Fortunatamente” è crollato il tetto affianco alla cucina, i troppi rumori durante la ristrutturazione dell’edificio l’hanno fatto scappare in giardino. Com’è finita con il gatto? Ogni tanto, solo di sera, si sentono dei miagolii. Sono convinta di aver visto due gatti la settimana scorsa, solo che nessuno assomiglia alla gatta dispersa.
Ogni giorni che passa mi sento un po’ più peruviana, una delle azioni dirette di questo processo è stato provare il suri: larve vive cucinate direttamente sulla griglia. Il risultato è simile alle lumache liguri – pur essendo la Liguria la mia terra d’origine, non sono mai riuscita ad apprezzarle fino in fondo – però non mi rassegno, riproverò ad assaporarle.
Giorno dopo giorno mi immergo sempre di più nel contesto locale, osservando e imparando a relazionarmi con tutto ciò che mi circonda. Animali compresi. Con quest’approccio mi preparo alla prima uscita al campo: 10 giorni a contatto con la cultura e le tradizioni delle comunità rebereñas (le comunità che vivono lungo il fiume Huallaga, beneficiarie del progetto). Sono sicura che sarà un’esperienza meravigliosa, ricca di cose nuove e aneddoti da raccontare.
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