“Perché questo evento? Per ascoltare ciò che i volontari hanno vissuto. Sappiamo che ci sono state cose che sono andate bene ed altre che hanno portato fatica, pensiamo che l’importante sia non mettersi le mani sugli occhi e proseguire questo cammino insieme”.
Con queste parole Primo Di Blasio, Vice Presidente della Conferenza Nazionale degli Enti di Servizio Civile e Responsabile Servizio Civile FOCSIV, introduce l’incontro di conclusione della prima sperimentazione dei Corpi Civili di Pace, fissato alla significativa data del 2 giugno. Presenti in sala molti giovani volontari che hanno appena terminato il loro anno di servizio come Corpi Civili di Pace, oltre che i rappresentanti degli Enti e delle Istituzioni.
Arrivano in sala, attraverso una lettera, anche i saluti da parte del neo Presidente della Camera Roberto Fico: “Rivolgo il mio saluto a tutti i partecipanti e le partecipanti all’evento odierno che, molto significativamente, si svolge nel giorno della Festa della Repubblica, il 2 giugno. Oggi festeggiamo questa ricorrenza con la parata ai fori imperiali, di tutte le forze militari che con orgoglio, professionalità ed onore difendono quotidianamente il nostro paese. Ma è parimenti importante ricordare anche chi, come i volontari del servizio civile e in particolare dei corpi civili di pace, è impegnato ogni giorno nel promuovere i valori della nostra Carta Costituzionale”. “Si tratta di un progetto – continua Fico – che apporterà un valore aggiunto agli obiettivi generali del servizio civile: la formazione di cittadini più responsabili, di cittadini migliori, di cittadini attivi, che partecipano alla vita della comunità alla quale appartengono e delle Istituzioni democratiche a tutti i livelli. Tutte ragioni per cui il servizio civile è diventato una risorsa irrinunciabile”
I VOLONTARI
La prima voce che viene ascoltata è quella dei volontari, in un contesto in cui Istituzioni ed Enti si mettono in ascolto.
Marco, Corpo Civile di Pace in Ecuador, ha sottolineato come le persone che ha incontrato durante questo anno gli abbiano trasmesso la capacità di resilienza, di resistere alle difficoltà; Diana a seguito del suo servizio in Bosnia Erzegovina, ci ha chiesto se immaginavamo che a Sarajevo il ricordo della guerra fosse ancora così vivo ed interiorizzato: “se chiedi dove sono le mine – racconta – le persone si limitano a dire che il bosco è pericoloso, senza nessun accenno al motivo”; Giada ha raccontato la sua esperienza a Genova “Ho creduto molto alla presenza di questi progetti anche in Italia. L’aspetto più positivo è stato il mix di competenze disciplinari all’interno del nostro gruppo”. E ancora Francesca in servizio in Ecuador e Francesca in servizio in Tanzania.
SPERIMENTAZIONE CCP: LE QUESTIONI APERTE
Diego Cipriani, Responsabile Servizio Civile di Caritas Italiana, ha riassunto i temi principali che sono scaturiti dalla verifica finale con i volontari Corpi Civili di Pace, evidenziando come nel prossimo Codice Etico dei CCP sarebbe auspicabile enfatizzare gli aspetti del servizio riferiti alla sostenibilità, alla flessibilità ed adattamento al contesto e soprattutto alla solidarietà. “Vogliamo essere propositivi rispetto a cinque problemi aperti incontrati in questa sperimentazione” prosegue D. Cipriani elencandoli: il gap tra numero di posti richiesti e numero di posti messi a disposizione, la questione della sicurezza che non può paralizzare la sperimentazione, il monitoraggio e la valutazione, il racconto e la valorizzazione di questa esperienza da parte delle Istituzioni: c’è ancora un deficit nel riconoscimento della paternità che non è un’iniziativa privata, anche se portata avanti da enti privati. Infine le prospettive, con la necessità di stabilizzare questa esperienza, non solo prolungandone la durata, ma anche inserendola in un quadro più ampio, senza scindere il legame con il Servizio Civile, ma anzi valorizzandolo.
Sono poi seguiti gli interventi di Luigi Bobba, ex Sottosegretario di Stato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega al Servizio Civile Nazionale, che ha riassunto la sperimentazione dei CCP in cinque parole: resistere, riscoprire, riabilitare, ricucire e riconnettere: “Attraverso questi 5 verbi noi abbiamo in qualche modo una filigrana di ciò che è stata questa esperienza. Credo che l’esperimento abbia consentito di far mettere i piedi a terra a questo sogno e da lì far nascere dei frutti che possono diventare una potenzialità e una risorsa per quelli che proseguiranno nell’esperimento”. E del Capo del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, Calogero Mauceri, che ha espresso il desiderio di una maggiore interazione tra pubblico e privato, evidenziando come i CCP siano a tutti gli effetti la rappresentanza dello Stato italiano nei territori all’estero e in Italia.
Presente all’incontro anche il Ministro e Capo dell’Unità di Coordinamento della Segreteria Generale del MAE, Antonio Alessandro, che ha raccolto le considerazioni di Enti e volontari, ed ha rinnovato l’impegno e la disponibilità ad un confronto sul delicato tema della sicurezza.
LA CONCRETEZZA DELL’ESPERIENZA COME MOTORE PER RIAVVICINARE L’IMPEGNO SOCIALE E POLITICO
Un forte richiamo all’attualità ed al proseguimento di ciò che i CCP hanno iniziato in questo anno di sperimentazione, anche in termini di reinvestimento sociale delle energie e del bagaglio personale, arriva dal Presidente della Consulta Nazionale del Servizio Civile, Giovanni Bastianini e da Marco Mascia, professore di Relazioni Internazionali nell’Università di Padova e Direttore del Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca”.
“Credo che da qualche parte bisogna partire prima o poi per riavvicinare la politica, che vuol dire ravvicinare il senso e l’idea di bene comune. Di corpi civili di pace ce ne sarebbe bisogno in ogni comune d’Italia” sostiene G. Bastianini, riallacciandosi alla realtà ed al ruolo di ciascun volontario: “si può sognare in grande e mi auguro che il fatto di aver vissuto dove tante persone in altri contesti sono in difficoltà vi aiuti come metodo a comprendere i problemi e i conflitti che trovate qua e a leggere in modo completamente diverso il ruolo che voi potete avere qui”
Sottolinea il legame tra le vite incontrate dai volontari con il conseguente ruolo nella società anche M. Mascia: “Con coraggio avete dato un contributo concreto sul terreno al soddisfacimento di bisogni vitali di persone, ma il vostro impegno è anche un messaggio politico oggi, indirizzato al nuovo governo e alla comunità internazionale in particolare Nazioni Unite e UE perché si impegnino a dare cresciuta visibilità al civile non armato e nonviolento nelle loro missioni di pace.
Aldo Capitini che ha teorizzato la cosiddetta omnicrazia, il potere di tutti, così scriveva “Ognuno deve imparare che ha in mano una parte di potere e sta a lui usarla bene nel vantaggio di tutti. Deve imparare che non c’è bisogno di ammazzare nessuno ma che cooperando e non cooperando egli ha in mano l’arma del consenso e del dissenso e questo potere lo ha ognuno, anche i lontani (…) purché siano coraggiosi”.
Allora ciascuno di noi, ciascuno di voi, con coraggio e determinazione, professionalità e passione, sta esercitando questo potere e insieme dobbiamo sviluppare capacità di proposte di indirizzo. Non abbiamo concluso l’esperienza con voi, siete diventati una piccola élite dentro il movimento di pace, cioè voi continuate ad essere un punto di riferimento per costruire questo nuovo ordine internazionale di pace. Quindi dobbiamo sviluppare capacità di proposte di indirizzo, lanciare idee e iniziative originali, saper cogliere i segni dei tempi. La vostra esperienza sarà per noi un punto di riferimento fermo.”
Infine, i saluti dell’On.le Francesca Bonomo, che rinnova l’impegno più volte ribadito di sostenere le esperienze di Servizio Civile e dei Corpi Civili di Pace, e dell’ex On.le Giulio Marcon: “Possiamo esser ottimisti perché abbiamo un Parlamento, un Governo nuovo, ma vorrei ricordare che la forza principale che compone questo governo ha sostenuto nella scorsa legislatura i Corpi Civili di Pace ed hanno segnalato la necessità di proseguire coerentemente con quanto fatto nella scorsa legislatura e quindi di proseguire con la sperimentazione”
Alla conclusione della mattinata, l’intervento non programmato di una volontaria CCP, che ha espresso con rammarico la mancanza di riconoscimento di questa esperienza da parte delle Istituzioni. Un intervento un po’ “fuori dal coro”, che si conclude però con l’espressione di un desiderio: “Che bello sarebbe se un giorno l’Italia in una situazione di emergenza dispiegasse non solo l’Esercito, non solo la Croce Rossa, non solo le Forze dell’Ordine, ma anche i Corpi Civili di Pace”.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!