Corpi Civili di Pace Perù

Un passo avanti e due indietro. Novità sul fronte Morococha

Purtroppo scrivo a qualche settimana da una notizia su Morococha che ha stupito tutti noi lavoratori nella Commissione di Ecologia a PASSDIH.

Scritto da Valeria Soliano, Corpo Civile di Pace con FOCSIV

Come già ho scritto negli articoli precedenti, da mesi la Commissione di Ecologia sta lavorando a fianco della popolazione di Morococha sul caso dell’azienda mineraria cinese Chinalco. In questi ultimi mesi abbiamo fatto considerabili passi avanti, in primis e il più importante, quello di aver guadagnato la fiducia dei rappresentanti delle organizzazioni morocochane che partecipano, ormai da 8 anni, alla Mesa de Dialogo e che da tempo erano diffidenti nei confronti dell’Arcivescovato e di PASSDIH. Senza la stima e la fiducia dei cittadini qualsiasi nostra azione sarebbe ovviamente vana e inefficace. Questa fiducia, ci tengo a ricordare sempre a me stessa, non è qualcosa che da adesso in avanti sarà data, ma anzi, qualsiasi nostro errore o passo falso può essere fatale e farci retrocedere al punto di partenza se non peggio.
Come spesso accade però, appena si gioisce di un successo, dietro l’angolo si nasconde un nuovo problema. Così è avvenuto per Morococha.
Abbiamo appreso due settimane fa che lo stato peruviano attraverso il Ministero di Energia y Minas (che in questa questione è il facilitatore della Mesa di Dialogo tra la popolazione e la Chinalco e che sebbene dovrebbe essere neutrale, nei fatti, per definizione, non lo è) ha concesso per trent’anni (tempo previsto per terminare il progetto minerario Toromocho) il terreno dell’Antica Morococha alla miniera Chinalco, mettendo a tacere in maniera impopolare e immediata tutte le lotte e i tentativi di arrivare ad un accordo democratico con la popolazione avvenuti in questi anni. In questa zona che corrisponde a 34 ettari di terreno vivono ancora 66 famiglie in condizione di estrema povertà e incertezza economica e sanitaria che dal principio hanno sempre tenacemente resistito ai tentativi e alle minacce della Chinalco di spostarsi nella Nuova Morococha.
In breve, il processo è stato il seguente.

Il ministero di Energia y Minas ha provveduto a far fare un studio di impatto ambientale della Antica Morococha per verificarne le condizioni di vivibilità. Lo studio ha rilevato la zona come “no mitigable” che significa vulnerabile e a rischio di disastri ambientali. Questo è stato definito quindi un buon motivo per allontanare queste famiglie dalle loro case, senza possibilità di ribattere. Tuttavia, alcune delle case situate su questo terreno sono registrate fiscalmente alla SUPNARP (Superintendencia Nacional de Registros Publicos), il che significa che sono di proprietà delle famiglie che le abitano (i cittadini stessi anni fa avevano registrato fiscalmente le loro case per tutelarsi da una simile evenienza). C’è però un altro elemento. Infatti c’è una legge peruviana che afferma che possedere un terreno significa possederne la superficie, mentre tutto ciò che c’è sotto- per intenderci- rimane dello stato. Questo -di conseguenza- significa che lo stato in qualsiasi momento può arrivare e rivendicare il terreno in questione, pagando solo un indennizzo al proprietario della superficie.
Questo sta avvenendo in questi giorni a Morococha. La compagnia mineraria peruviana “Activos Mineros”, concessore della Chinalco, ha permesso che l’azienda mineraria cinese prendesse in uso questo terreno, proponendo un progetto di inversione nazionale (la miniera). Secondo il regolamento nazionale in tali occasioni il primo soggetto a dover essere interpellato è il governo regionale, poi il governo locale e quindi, in ultima istanza, un soggetto terzo. Pare però che i primi due attori dicano di non sapere nulla, né del fatto che fosse in corso, né di come si dovesse procedere a livello legislativo e che comunque non avevano da proporre nessun un progetto di inversione nazionale. Ad oggi questo risulta poco credibile e non si è chiarito come sia possibile. Inoltre, ad aggravare la situazione, c’è che tutto il processo di regolamentazione della concessione è avvenuto a Tarma, a 90 Km da Morococha, senza una reale spiegazione. Un’ipotesi è che farlo a Tarma significava farlo in un luogo neutrale, assolutamente esterno e ignaro della vicenda.

I cittadini di Morococha e tutti noi siamo assolutamente senza parole di fronte ad un abuso di potere di questo genere e di questa entità. Come è possibile che lo stato attui un tal abuso di potere ancora una volta verso i suoi cittadini, quando dovrebbe essere il garante primo dei suoi diritti… PASSDIH ancora una volta ha deciso di non essere neutrale, ma di stare dalla parte del soggetto vulnerabile della vicenda.

C’è una nota positiva in questa triste vicenda però.  Da sempre questa zona è conosciuta per la disunità dei suoi cittadini, a causa della quale spesso non sono riusciti a raggiungere obiettivi desiderati. Questa volta, di fronte a questa vicenda, i cittadini di Morococha, Antica e Nuova, per la prima volta, si sono uniti tutti, in una protesta sociale coesa che non terminerà finché non si troverà una soluzione sostenibile a questa vicenda. Finché, vale a dire, lo stato non dimostrerà un po’ di umanità e riconoscenza nei confronti dei suoi cittadini e finché non si raggiungerà un accordo di lunga durata.

Concludo con una breve riflessione. Perché c’è una cosa che continua a stupirmi da dieci mesi a questa parte in questo paese ed è la difficoltà estrema e lo sforzo quotidiano immane di portare avanti cause sociali o progetti di sviluppo sostenibile di questo tipo essendo estremamente consapevoli che non si può contare quasi mai sull’appoggio dello stato e che i livelli di corruzione rendono una jungla qualsiasi tipo di causa. Come dicevo all’inizio, quando pensi di aver fatto un passo avanti su una questione, sai già che dietro l’angolo, sempre, si nasconde l’ostacolo successivo e non hai quindi tempo, né modo di gioire. Qui la politica è evidente che sta con chi gli permette di far soldi, in maniera pulita o sporca, non importa, e non gli interessa che sia evidente. Loro sono i padroni. Per non parlare poi degli organi legislativi, corrotti fino al midollo e a cui la popolazione si è stancata di far affidamento, sia per questioni di ordine pubblico che privato. Per questo ammiro sinceramente chi tutti i giorni si impegna a portare avanti cause di questo tipo in questo paese, perché sa che solo in questo modo, lentamente, con tenacia e costanza, si cambiano le vite e si educa. Dal basso. Come Corpo Civile di Pace mi sento di star apportando il mio piccolissimo granello di sabbia (come dicono sempre qui) pur sapendo, tristemente, che tra poco tempo me ne andrò e mi lascerò alle spalle lotte che sono la vita quotidiana delle persone con cui sono entrata a contatto, mi sono affezionata e diventata amica.

Leggi l’articolo precedente di Valeria

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