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Corpi Civili di Pace Guinea

DOSSIER – VOCI DALLA GUINEA BISSAU

Alice, Lucia, Marta e Valeria, quattro ragazze accomunate dalla voglia di scoprire e conoscere terre e culture lontane. Abbiamo deciso di partire come Corpi Civili di Pace per la Guinea Bissau, uno dei più piccoli stati dell’Africa occidentale.

Scritto dai Corpi Civili di Pace con FOCSIV-ENGIM

Il nostro progetto come CCP, “Cittadinanza, Partecipazione e Diritti per la Guinea Bissau“, ha come obiettivo la valorizzazione di esperienze di sviluppo locale, la promozione di iniziative della società civile, attivando forme di empowerment sociale ed economico dal basso. Infatti in Guinea Bissau, un paese caratterizzato da forte instabilità politica e in cui la vita politica è distante da quella quotidiana dei cittadini, scarseggiano le iniziative che promuovano e valorizzino esperienze positive di partecipazione locale. Uno dei fattori principali che influisce sulla marginalizzazione sociale e politica dei cittadini è rappresentato dalla scarsa presenza di mezzi di comunicazione a diffusione nazionale  (una sola rete televisiva, anche se il media più utilizzato continua ad essere la radio) ed è limitato il diritto alla libera espressione per i giornalisti. Inoltre, l’instabilità politica del Paese rende difficoltoso lo sviluppo economico: questo si riflette inevitabilmente sul settore dell’istruzione, ripercuotendosi maggiormente sui giovani tra i 15 e i 35 anni, che rappresentano l’80% della popolazione a rischio povertà in Guinea Bissau, fascia di popolazione che invece dovrebbe rappresentare il più alto potenziale umano per lo sviluppo della nazione.

In questo contesto di conflitto sociale e politico si inserisce il lavoro di ENGIM (Ente Nazionale Giuseppini del Murialdo), Organismo Non Governativo federato alla FOCSIV che si occupa di formazione professionale in Italia e in Paesi in via di sviluppo; in Guinea Bissau ha creato il primo incubatore di micro-imprese che avvia o accelera attività di giovani guineani e che ad oggi ha già portato alla creazione di ben 38 imprese. Il nostro compito è dunque quello di diffondere e valorizzare gli esempi positivi, le storie di questi neo imprenditori che sono riusciti a crearsi una propria autonomia nonostante le evidenti difficoltà in cui versa il paese. Attraverso la nostra attività di story-telling, diffondiamo le loro video interviste attraverso la pagina FB da noi creata, “ENGIM Guiné-Bissau” che funge da cassa di risonanza per la divulgazione dei loro percorsi di vita. I beneficiari dei progetti “Bo fia, bo pudi! – Projeto para a promoção do emprego dos jovens da Guiné-Bissau” e “Proteja – Projet pour le travail et l’emploi des jeunes africains” (finanziati rispettivamente da UE e AICS) seguono un preciso iter di incubazione, dopo che la loro idea d’impresa è stata selezionata tra le migliori: la formazione sulle necessarie competenze tecniche e gestionali e per lo sviluppo di un Business Plan, l’avvio e il finanziamento della start-up, e un accompagnamento costante da parte dei tutor specializzati. Promuovere la creazione di attività nei più disparati settori e supportare giovani competenti nel mantenimento delle loro imprese significa anche ridurre le diseguaglianze sociali e attenuare le cause di conflittualità sociale generando nuovi posti di lavoro. Al contrario di quanto si possa credere, “incubare un’impresa” non significa soltanto elargire un finanziamento, anzi: fondamentale è soprattutto la formazione in ambito manageriale, che aiuta i giovani imprenditori ad avere una visione più completa della loro attività e ad avere gli strumenti per lavorare quotidianamente su obiettivi più a lungo termine.

Vogliamo raccontare questo Paese attraverso i loro occhi e i loro vissuti: con ognuna di queste persone abbiamo affrontato tematiche complesse e diverse fra loro, che ci hanno permesso di conoscere un pezzettino alla volta varie sfaccettature della Guinea Bissau.

  • Attraverso le sue opere artistiche, lo scultore Augusto Bandeira, ci racconta delle ricchezze etniche e delle diversità culturali della Guinea Bissau (vai alla testimonianza di Augusto).
  • Caitson da Silva Sanca, invece, ci racconta come il forte spirito comunitario guineano possa essere rinvenuto a qualsiasi livello, specialmente in piccola scala: (vai alla testimonianza di Caitson)
  • Abbiamo poi esteso il discorso dell’associazionismo e del senso comunitario più a larga scala, nell’incontro con il responsabile di una delle radio nazionali più ascoltate, Radio Jovem (vai alla testimonianza di Claudio).
  • L’imprenditore Jorge Manuel Ié, fondatore e direttore di una scuola primaria nel quartiere di Enterramento, ci racconta del suo impegno per l’educazione e l’infanzia (vai alla testimonianza di Jorge).
  • Satam Injai, beneficiaria del progetto di incubazione e responsabile di un’impresa di pulizie, ci racconta della questione femminile in Guinea (vai alla testimonianza di Satam).
  • Il tema di “partire o restare” è spesso affrontato dai giovani guineani: in tutti questi mesi, a volte con molta sorpresa, abbiamo sentito tante voci che hanno deciso di restare a costruire il futuro del loro paese. Ce ne parlano Djamilatu Sambu e Ricardo Cà. (vai alla testimonianza di Djamilatu e Ricardo)

Gli imprenditori che abbiamo intervistato in questi mesi ci hanno raccontato un po’ di Guinea Bissau dalla loro prospettiva personale e professionale e secondo i loro diversi percorsi di vita. Ci siamo rese conto che è un paese dall’enorme potenziale e inventiva, ma che i giovani guineensi hanno difficoltà a realizzare i loro progetti di vita.

La pagina Facebook ha riscosso un notevole successo: i nostri viewers si trovano perlopiù in Italia, dove abbiamo più facilità di comunicazione e diffusione, e in Guinea Bissau. Inoltre molti nostri followers si trovano in Portogallo, Brasile, Senegal, Francia e Regno Unito, e sono presumibilmente guineensi emigrati in Europa. Individuiamo invece come causa delle scarse visualizzazioni (in termini relativi) in Guinea Bissau l’elevato costo della connessione internet che rende difficoltoso l’accesso ai social network per la maggior parte della popolazione.

Per avere un’idea della fruibilità della nostra pagina, riportiamo alcuni dati (di fine febbraio 2018):

  • A 1.083 persone piace la nostra pagina;
  • 41% sono donne, 59% uomini;
  • Circa ¼ ha un’età compresa fra i 25 e i 34 anni;
  • L’intervista che ha avuto più successo al momento (Ricardo Cà) ha avuto più di 11mila visualizzazioni, più di 24mila persone raggiunte attraverso il post, più di 150 condivisioni e più di 1000 tra “mi piace”, reazioni e commenti

Inoltre, c’è stato un esito positivo e inaspettato della diffusione della video intervista di Jorge della scuola Enterramento: una signora, dopo averlo visto, ha contattato Jorge invitandolo a Dakar per regalargli delle attrezzature scolastiche fondamentali per il suo lavoro. Sempre grazie al video, il suo lavoro è stato selezionato per un premio, “Méritos GB”, che viene assegnato a professionisti meritevoli per i propri sforzi. In questo modo la sua attività ha ottenuto più visibilità anche al di fuori del suo contesto abituale.

Il nostro obiettivo, come Corpi Civili di Pace, è anche quello di sensibilizzare la fascia di popolazione più giovane all’uso consapevole e critico dei social media intesi come strumento di diffusione di informazione, di promozione delle diverse iniziative locali e come mezzo di networking tra le varie realtà associazionistiche e tra privati. Per questo, prevediamo la realizzazione di workshop su questi temi con gli studenti del CIFAP (Centro de Formação Artesanal e Profissional), partner locale di ENGIM.

Incontrare persone determinate, assistere ogni giorno all’avanzamento dei loro progetti professionali e di vita via via sempre più concreti, ascoltare le loro storie e provare a raccontarle è l’impegno che abbiamo scelto di prendere per promuovere esempi di cittadinanza attiva e in questo modo supportare la crescita della coesione e della partecipazione sociale in modo attivo.

Riteniamo che i social network abbiano la loro massima utilità nella diffusione di informazioni, soprattutto in paesi come questo, in cui un utilizzo intelligente del web può contribuire a ridurre il gap che separa la popolazione dalla vita politica. Un più facile accesso all’informazione genera maggior consapevolezza nella popolazione, favorendo allo stesso tempo il coinvolgimento di persone comuni nella sfera pubblica e l’attivismo sociale e politico.

Crediamo nelle potenzialità dei cittadini guineani che con un semplice “no na n’djenha” (“ci arrangiamo”) provano ogni giorno a sopperire alla mancanza di mezzi e opportunità con la loro inventiva e voglia di riscattarsi. Abbiamo avuto il piacere di toccare con mano la forza d’animo di queste persone e ci siamo rese conto che inconsapevolmente le loro esperienze di vita ci hanno aiutate ad affrontare le difficoltà quotidiane che questo paese riserva.

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