Un augurio ai Corpi Civili di Pace

Per chi si chiede cosa sono i Corpi Civili di Pace, da dove vengono e cosa centrano con il Servizio Civile: l’intervento a dir poco contemporaneo e lungimirante di Don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, durante il convegno “Servire la Pace e difendere i diritti umani” tenutosi a Rimini nel 2003, 14 anni fa.

In questi giorni centinaia di giovani stanno affrontando le selezioni per la prima sperimentazione sui Corpi Civili di Pace, 102 posti ed una prima esperienza con i riflettori puntati ed un pò di confusione.

Tra le domande più frequenti c’è quella sulla differenza tra Servizio Civile e Corpi Civili di Pace, poi cosa significa oggi difendere la patria? In questa lettera Don Oreste Benzi, ben 14 anni fa, traccia in modo chiaro e soprattutto concreto i punti cardine e le azioni di questo percorso, proponendo già allora un Ministero della Pace, un Corpo di Pace Europeo, esperienze simili a quelle dei Caschi Bianchi: lungimirante, contemporaneo ed incentrato sui giovani e la pace attiva.

 

Società“Nell’ultimo decennio vi sono stati milioni di morti a causa di guerre, spesso dimenticate, e del sottosviluppo o del mancato sviluppo e della negazioni di aiuti a popolazioni bisognose. 5 milioni di bambini sono morti anche l’anno scorso di fame, e queste morti non ci sarebbero più se si cambiasse e si passasse dalla società delle quantità alla società delle qualità. Questo sistema genera guerra e violenza e purtroppo il terrorismo internazionale rischia di alimentarsi proprio facendo leva sul risentimento e la frustrazione di milioni di esseri viventi, esclusi dal progresso e dall’accesso ai diritti basici, violentati e trafficati.

In questo quadro diventa fondamentale non cessare di costruire e progettare un modo differente di fare politica estera e costruire un dialogo continuo fra continenti, popoli, religioni, basato su relazioni di rispetto, dialogo, solidarietà concreta, promozione e tutela dei diritti umani fondamentali, accesso agli strumenti base per non morire di fame o di malattia. Non si tratta di fare testimonianza, ma di costruire concreti progetti e azioni.

I giovani possono giocare un ruolo fondamentale in questo processo ed in questa possibile scelta strategica e le varie forme di servizio civile nazionale, come pure forme integrate di servizio civile dei giovani nel quadro della UE, possono essere uno strumento e progetto concreto. Per questo è importante che nel nostro paese due leggi sul servizio civile indichino fra i campi operativi le missioni umanitarie, le missioni di pacificazione e cooperazione fra i popoli. Non dobbiamo dimenticarcelo: missioni umanitarie, pacificazione e cooperazione fra i popoli.

Obiezione

Rimarchiamo la presenza nel testo del Trattato istitutivo una Costituzione Europea degli strumenti civili come componente della politica estera e di sicurezza e l’idea di un Corpo volontario europeo di aiuto umanitario aperto ai contributi comuni dei giovani europei. E’ uno spazio aperto dove creare i “caschi bianchi d’europa” o un “servizio civile di pace europeo” prendendo spunto da tutte le esperienze già attive in tale senso a partire dalla esperienza italiana dei caschi bianchi.

Ma tutto questo necessita che per prima l’Italia faccia la sua parte e che riconosca in pieno la dignità e la progettualità espressa in questi anni dagli enti proponenti i progetti Caschi Bianchi ed oggi presenti a questo tavolo e che attraverso la Rete Caschi Bianchi e varie forme di collaborazione hanno inviato negli ultimi anni all’estero centinaia di giovani, ragazzi e ragazze, obiettori di coscienza e volontari.

VolontariSono oltre 10 anni che giovani italiani si recano in missioni internazionali in qualità di caschi bianchi in servizio civile, e con il pieno riconoscimento legale di queste esperienze non possiamo più relegare questo tipo di servizio alla dimensione testimoniale ma dobbiamo considerarlo come elemento rilevante, almeno qualitativamente, del servizio civile come pure è necessario aprire una riflessione sulla dimensione sociale, politica e culturale di cui questo tipo di servizio civile si fa portatore. L’Obiezione di Coscienza come valore della coscienza e scelta dell’individuo non scompare ma si tramuta in proposta di vita quotidiana improntata alla nonviolenza e alla solidarietà.

I ragazzi che in questi anni ho potuto incontrare attraverso il progetto caschi bianchi non erano eroi o pazzi, ma giovani “normali”, spesso in ricerca, animati da ideali profondi, a volta dalla fede a volte da una passione umana e da un amore che li infiammavano. Giovani di ogni provenienza sociale, geografica e di percorso scolastico, capaci di passare dal giocare con i ragazzi di strada in Zambia e Bolivia ad approfondire la nonviolenza ed i diritti umani. Non dimentichiamoci che poi questi giovani tornano in Italia e spesso divengono operatori di solidarietà sociale, operatori di Ong, insegnanti, professionisti che non dimenticano quanto vissuto ma creano una cultura ed un impegno quotidiano anche nei loro contesti di origine e di vita.

Gli enti di servizio civile, ma anche le tante Ong italiane da anni offrono una testimonianza esemplare di dedizione e servizio ai poveri. L’ Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è impegnata da decenni con i propri missionari ed operatori in situazioni di emergenza, di povertà e di conflitto, lo stesso vale per GAVCI, FOCSIV e Caritas Italiana.

Siamo grati al sostegno ed alla collaborazione offerta dalla Regione Emilia-Romagna in questi anni e riteniamo positivo l’impegno dell’UNSC in questi anni nell’inquadrare progettualmente, assicurativamente ed economicamente il servizio civile all’estero come pure la crescita dei posti previsti per il futuro ed il bando straordinario per il servizio civile in Europa. In questo quadro è importante il patrocinio dell’UNSC dato a questo importante Convegno Internazionale.

Gli Enti proponenti hanno investito, investono ed investiranno risorse ed idee per migliorare la formazione e la progettualità dei Caschi Bianchi. Serve un dialogo continuo e costruttivo con le istituzioni preposte, in sedi opportune.

E’ importante la nascita del Comitato consultivo sulla Difesa Civile Non armata e Nonviolenta e sarebbe interessante inserire e garantire in essa uno spazio apposito per quanto attiene alle missioni internazionali in servizio civile ed alle forme di collaborazione con gli altri paesi della UE, con la UE stessa e con le Nazioni Unite.

Sarebbe molto bello che si creasse un Ministero per la pace ed una politica comune europea per la pace, la giustizia e lo sviluppo, vere ed uniche fonti della sicurezza. Affidiamo ai giovani questi strumenti. Rendiamoli protagonisti di questa cosa.

Non possiamo dimenticare le parole del Santo Padre dell’8 Marzo 2003 nella udienza generale per il servizio civile in cui il servizio civile e l’obiezione di coscienza erano valutate come profezia di questo tempo e dove si valorizzava il servizio civile all’estero spingendosi a chiedere la creazione di un corpo di pace. Ce lo chiede il Papa, ce lo chiedono i popoli sofferenti, ce lo chiedono tanti giovani.

Il Convegno Internazionale del dicembre 2003 è stato un passaggio fondamentale per vedere il volto del Casco Bianco in una prospettiva vasta, di carattere internazionale, non solo europeo ma mondiale. Perché è molto importante collocare nel giusto momento la missione, o meglio la novità di presenza all’umanità, come viene vista in questo cammino che i Caschi Bianchi stanno portando avanti”

Consulta QUI gli atti del convegno “Servire la Pace e difendere i diritti umani”, Rimini 2003

Sarajevo, 1997

Sarajevo, 1997

1997, Sarajevo

2002, Caschi Bianchi e Nonviolenza

2002, Caschi Bianchi, Nonviolenza e Servizio Civile

2004, Antenne di Pace

2004, Antenne di Pace

2004, Marcia della Pace a Roma

2004, Marcia della Pace a Roma

2004, Marcia della Pace a Roma2004, Marcia della Pace a Roma

2008, sulla tomba di Father Kaiser. Foto di Giancarlo Pieretto

2008, sulla tomba di Father Kaiser. Foto di Giancarlo Pieretto, Casco Bianco 2008 in Kenia

2009 Belem

2009, terzo Forum Mondiale di Teologia della Liberazione, Belem, Brasile

2010, La Paz2010, foto di Alessia Fasolo, Casco Bianco a La Paz, Bolivia

2012/13  

2012/13, progetto sperimentale di Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta in Albania:”Caschi Bianchi oltre le vendette”

2013, Carovana della Pace in sostegno al Servizio Civile

2013, nell’anno di incertezza per il futuro del Servizio Civile la “Carovana della Pace” nell’iniziativa “RianimiAMO il Servizio Civile”

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