Masha ha 26 anni e si è laureata quest’anno alla Facoltà di Medicina. Racconta di quando visitò gli slums durante una missione di Medici Senza Frontiere in Africa, dello stupore che provò quando fece nascere un bambino, senza negare che fu un’esperienza «anche un po’ schifosa». Masha è una delle tante ragazze laureate in medicina che sono coinvolte nel servizio militare in Russia: infatti anche le dottoresse vengono inserite nelle liste per il servizio al fronte nel caso in cui la nazione dovesse entrare in guerra.
La Russia fonda buona parte della sua identità collettiva sul sacrificio delle oltre 20 milioni di persone – soldati e civili – morte durante la Seconda Guerra Mondiale. Volgograd, la ex Stalingrado, ricostruita dopo la sua distruzione completa per opera delle truppe nazifasciste, è piena di monumenti celebrativi, ai quali spesso sono di guardia adolescenti di entrambi i sessi. Lo stesso vale per il resto della nazione. Non stupisce quindi che il servizio militare giochi un ruolo ancora importante nella costruzione del senso di appartenenza del popolo russo.
In tutta la Federazione Russa la coscrizione è obbligatoria per tutti i ragazzi dai 18 ai 27 anni. Li vedi spesso nei pressi delle stazioni ferroviarie o sui treni. Il servizio militare, recentemente ridotto, dura 12 mesi e coinvolge secondo la rivista Foreign Affairs circa 150.000 ragazzi ogni leva. La Russia, tra personale in servizio e riserve, dispone di circa 3 milioni di soldati su una popolazione di circa 143 milioni, e nel 2014 spendeva per l’esercito circa 283 miliardi di dollari, collocandosi secondo l’Istituto Internazionale di Ricerche per la Pace di Stoccolma al terzo posto mondiale in spesa per gli armamenti in rapporto al PIL (preceduta da Cina e Stati Uniti).
La militarizzazione della società ha recentemente coinvolto anche i minorenni con la nascita di IunArmia, un’organizzazione militare-patriottica voluta dal Ministro della Difesa Sergei Shougu. Con il fine dichiarato di «suscitare l’interesse dei più giovani verso la geografia e la storia della Russia», gli adolescenti coinvolti vestono la divisa militare e vengono addestrati all’utilizzo delle armi e delle tecniche di battaglia, con l’obiettivo di formare una gioventù «forte, saggia e degna» che possa un giorno arruolarsi nell’esercito russo.
Se da una parte il governo russo fomenta il nazionalismo, dall’altra sono sempre di più i giovani che tentano di non svolgere il servizio militare. Sono previste diverse esenzioni: per chi deve assistere parenti con problemi di salute e invalidità; per gli studenti a tempo pieno; per chi non viene ritenuto semplicemente idoneo alla visita medica.
Per chi è mosso da motivazioni religiose o di coscienza oppure è appartenente a particolari etnie, la legge prevede anche la possibilità di svolgere un Servizio Alternativo a quello militare. Sul sito del Ministero della Difesa Russo si legge che la «Russia è stata la prima nazione al mondo che ha introdotto un servizio alternativo» sin dal XVIII° secolo. Il diritto all’obiezione alle armi è previsto anche dalla Costituzione Russa del 1992, ma nella realtà è ben lontano dal rappresentare una valida alternativa. In primo luogo in ragione della sua lunghezza (21 mesi). Inoltre l’obiettore può svolgere servizio solo in organizzazioni del Governo Federale o Regionale – che possono essere scuole, ospedali e orfanotrofi, ma anche negli uffici postali e nell’agricoltura. Infine, uno dei problemi più grandi denunciati da associazioni come «Citizen Army Law» , è la concreta possibilità di essere trasferiti in un’altra regione, che per un paese immenso come la Russia significa anche a migliaia di chilometri di distanza da casa. A questo si aggiunge lo svantaggio di avere salari più bassi rispetto ai colleghi che svolgono la stessa mansione. Per questi motivi secondo Russia Today soltanto l’1% dei ragazzi, mossi principalmente da motivazioni religiose, sceglie il Servizio Alternativo.
A questi svantaggi di carattere burocratico ed economico se ne aggiunge uno di carattere sociale e culturale. Makar Butkov racconta a Russian Beyond the Headlines la sua esperienza con la commissione che doveva selezionarlo per il Servizio Alternativo: «Non sei un uomo, giusto?», «Cosa fai se il nemico attacca?», «Hai i capelli lunghi, sei forse un hippie?», e altre domande ben più umilianti. Lo stesso trattamento ha subito nell’ufficio postale nel quale è stato mandato, dove i colleghi lo accusavano di aver evitato il servizio militare e di non servire davvero la Patria.
Associazioni come Citizen Army Law o il «Comitato delle Madri dei Soldati» si occupano da anni sia del supporto legale a chi non vuole svolgere il servizio militare, sia della denuncia degli atti di nonnismo («dedovshchina») che avvengono nell’esercito e che vedono come vittime le nuove reclute. Nelle campagne di promozione del Servizio Alternativo la rete delle associazioni per i diritti umani si scontra contro pregiudizi di vario genere, che in una società fortemente militarizzata si traducono nella convinzione che il Servizio Alternativo «non sia da veri uomini» o che riguardi soltanto minoranze etniche o religiose. Non viene attuata alcun tipo di politica governativa a sostegno dell’obiezione, che vede scarsissima informazione nelle scuole, rifiuti infondati e ostacoli di ogni tipo a chi decide di non impugnare le armi. Il Servizio Alternativo viene di fatto considerato dalle autorità come una minaccia alla sicurezza nazionale.
Secondo un recente rapporto del Parlamento Europeo, ben la metà dei ragazzi chiamati per il servizio militare hanno evitato la leva sfruttando le esenzioni previste dalla legge. Al fine di modernizzare l’esercito ed evitare di rimanere sotto organico dal punto di vista militare, il governo russo ha ormai da tempo manifestato la volontà di abolire la leva militare. Il passaggio da un esercito di leva ad uno composto da professionisti volontari (kontraktniki) è risultato però più costoso del previsto, a causa del crollo del prezzo del petrolio e della svalutazione del rublo. Secondo Foreign Affairs la data dell’ultima leva militare, inizialmente prevista per il 2020, rimane un obiettivo impossibile da raggiungere.
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