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Brasile Caschi Bianchi

Espaço Emocional

Alberto, Francesco, Nicole e Morena si sono ritrovati a Marituba per realizzare un progetto per i bambini del centro diurno Espaço Criança e Vida. In questi tre giorni hanno ampliamente esplorato il mondo delle emozioni e attraverso la musica, il gioco e i colori ne hanno approfondito il significato. Con questo articolo hanno deciso di regalarci ciò che è emerso dal laboratori e i momenti speciali che hanno vissuto insieme.

Scritto da Nicoletti Alberto, Cavicchioli Francesco, Colazzo Nicole e Dinaro Morena, Caschi Bianchi Apg23 a Marituba

“L’aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi.”
Khalil Gibran

Un progetto durato tre giorni che ha riunito tutti i Caschi Bianchi brasiliani ospiti tra le mura del progetto Espaço Criança e Vida della Papa Giovanni XXIII in Brasile, che gestisce diurnamente bambini e adolescenti. Insegnamento e novità uniti a risate e divertimento. Siamo partiti con una semplice ed effimera idea che è andata ad incanalarsi in una specificità unica: il bambino e le emozioni. Abbiamo dato vita a colori magici ed emozioni fragili, unito le differenti idee e creato un mix esplosivo di creatività e originalità.

Che cos’è l’emozione?

Vorremmo tanto rispondervi ma in realtà non esiste ancora oggi una definizione di emozione che ne contempli tutti gli aspetti. Soffermandosi però sulle componenti, sulla genesi e sulle funzioni delle emozioni, Philip Zimbardo constata l’esistenza di un consenso generale tra i differenti psicologi contemporanei. Tutti concordano nel sostenere che le emozioni siano il prodotto sia di stati interni che di stimoli esterni e che la descrizione di un’emozione sia un processo implicante lo stato psicologico, il sistema nervoso autonomo, le risposte cerebrali, la memoria e le espressioni facciali. L’emozione è un evento multisistemico, generalmente di breve durata, che interessa più piani: l’elaborazione cognitiva e la verbalizzazione dell’esperienza soggettiva, il piano del comportamento motorio e quello delle risposte fisiologiche.

Il nostro scopo era quello di risvegliare nei bambini quella scintilla smarrita, l’emozione, fornendogli la consapevolezza di riuscire a dare un nome alle sensazioni che non sapevano come chiamare.

Già al primo giorno abbiamo diviso adolescenti e bambini formando due gruppi da dodici che abbiamo mantenuto per la maggior parte del tempo. A turno sono entrati nella stanza oscura Arco-Iris (Arcobaleno) dove hanno ascoltato la nostra spiegazione di come nasce un’emozione. L’esempio pratico è stato ricreato dai cd-rom rotti e pendolanti dal soffitto che venendo colpiti con un fascio di luce riflettevano la stessa creando vari arcobaleni. Ogni singolo pezzo di cd-rom rappresentava una persona mentre i fasci di luce erano i sentimenti, cioè dei generatori di emozioni rappresentate dalle infinite colorazioni dell’arcobaleno.

Succesivamente li abbiamo fatti giocare alla Caccia al Tesoro delle Emozioni: ogni bigliettino nascosto in tutto il progetto ne rappresentava una. Noi, come giudici, eravamo posizionati in punti strategici ed ogni qual volta un bambino trovava un’emozione gli spiegavamo il significato.

Conclusa la caccia ci siamo spostati dentro la Sala dei Pensieri. Qua i bambini dovevano attaccare le emozioni guadagnate dentro alcune nuvolette, ciascuna di un colore diverso, e a modo loro dovevano cercare di spiegarci il perché avevano scelto quel determinato colore per la loro emozione.

Il secondo giorno siamo partiti con la spiegazione dei colori primari e del cerchio cromatico creato dal francese Michel Eugène Chevreul per rendere possibile la classificazione delle sfumature dei colori. Sempre divisi in due gruppi, hanno provato la sensazione di creare colori secondari e terziari con pennelli e tinture sopra quel cartellone che è diventato un dipinto di grande valore per noi.

In seguito siamo tornati tutti insieme nella Sala dei Pensieri dove li abbiamo lasciati alla loro fantasia. Sul sottofondo della nona sinfonia di Beethoven, quando si sentivano pronti potevano aprire gli occhi e, rimanendo in silenzio assoluto, andare a colorare una parte del corpo a scelta di un uomo stilizzato su un cartellone. Volevamo fargli trascorrere un momento di rilassamento completo: tramite la musica percepivano una determinata emozione a cui dovevano associare un colore e di conseguenza pitturare la parte del corpo dell’uomo che rappresentava per loro la nascita di quell’emozione. Un momento davvero interessante dove i contrasti caratteriali dei bambini sono risaltati incredibilmente.

Nella terza ed ultima giornata siamo stati nella Stanza delle Emozioni dove abbiamo giocato per la maggior parte del tempo. Questa volta rimescolando i gruppi ed uniformandoli, siamo partiti con il gioco Mima l’emozione. Una squadra a turno ed un bambino alla volta si alzava e pescava dalla Cassaforte delle Emozioni uno dei bigliettini della Caccia al Tesoro delle Emozioni: l’emozione pescata doveva essere poi mimata. Pescata ed indovinata anche l’ultima emozione, ci siamo spostati tutti insieme nel prato dove la sfida è entrata nel vivo. Il gioco era Rubabandiera Emozionale: due squadre disposte su due file parallele lontane qualche decina di metro, un giudice nel mezzo del campo e gli altri a giocare assieme ai bambini. Ogni giocatore era un’emozione e quelle dei giocatori di una squadra erano l’opposto di quelle degli avversari, ad esempio se chiamavamo amore correva a prendere la bandiera anche odio. Così via fino a che non abbiamo chiamato tudo mundo ed è stato un momento speciale.

Allo scadere del tempo disponibile siamo tornati nella Stanza delle Emozioni dove abbiamo tirato le somme di questi tre giorni magici chiedendo a tutti loro di renderci partecipi di ciò che avevano provato in questo tempo passato insieme e di aiutarci a capire come poter migliorare il progetto. Dovevano scriverlo, disegnarlo e segnarlo su un cartellone di carta appeso alla parete. In quel momento tante emozioni hanno attraversato sia noi che loro, sicuramente tutte positive.

Attraverso il gioco, la musica ed il colore abbiamo affrontato l’argomento delle emozioni che è fondamentale per i bambini in quanto parte integrante della loro vita. Tramite queste modalità siamo entrati in loro dalla porta d’ingresso lasciandola aperta nella speranza che ne esca fuori qualcosa.

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