“È curioso che una delle più grandi lezioni che tutti, nessuno escluso, impariamo, riguardi proprio il fatto che la vita sia un’eterna lezione, un continuo rimodellarsi sulle orme che gli altri ci imprimono sulla pelle. Una lezione sulla lezione: un interessante giro di pensieri che parla di un processo iniziato durante il nostro primo respiro e ormai automatico. Così scontato che per renderci davvero conto dell’effetto che ci fa tutto quello che ci passa negli occhi e sottopelle abbiamo bisogno di fermarci, prenderci del tempo e lasciare i pensieri liberi di girovagare tranquillamente nel passato, ripescando attimi che stavamo per lasciar scappare prima di trattenerne avidamente l’impronta.” E’ così che Benedetta e Mattia introducono le loro impressioni.
La formazione intermedia è un momento cruciale per molti Caschi Bianchi, un momento di riflessione sul vissuto dei primi mesi di servizio, lontano dal contesto che li vede direttamente coinvolti, dove emozioni, nozioni e competenze si mescolano dissestando un po’ la strada delle aspettative. E’ un momento anche di ri-partenza, caratterizzata da rielaborazioni, messa in gioco e punti di vista differenti, sia personali che in confronto tra volontari che svolgono il loro servizio in Paesi diversi, ma uniti da spirito ed intento comuni, anche nell’eterogeneità che positivamente caratterizza i grandi gruppi. Un momento in cui dalle aspettative ci si sposta verso la consapevolezza, delle proprie capacità ed emozioni e del fare parte di qualcosa di più grande in cui non si è soli.
Clara, Benedetta e Mattia sono Caschi Bianchi che svolgono Servizio Civile rispettivamente in Russia, Senegal e Sri Lanka. Clara è partita con l’ass. Comunità Papa Giovanni XXIII, che in totale conta 60 Caschi Bianchi nell’anno 2015/16, ed ha partecipato alla formazione intermedia tra il 16 e il 20 novembre scorsi, settimana che definisce come “cinque giorni intensi”. Benedetta e Mattia sono partiti con Caritas Italiana, i cui attuali volontari Caschi Bianchi avviati il 14 settembre 2015, sono 20 e fanno parte di 4 progetti. Benedetta e Mattia hanno partecipato alla formazione intermedia a Roma, dal 18 al 22 gennaio 2016. Abbiamo chiesto a tutti e tre di descriverci sensazioni e dinamiche di questo momento cruciale che accomuna il loro percorso di Caschi Bianchi in Servizio Civile all’Estero.
Clara conferma l’importanza che assume questa pausa dai contesti di missione nei quali operano quotidianamente: “il poter fare un bilancio della prima metà della nostra esperienza tra punti di forza e criticità “ è fondamentale per “fare ordine” tra i tanti dubbi che l’esperienza suscita e per ripartire poi con un nuovo slancio.
Benedetta e Mattia descrivono queste giornate come “uno spazio dove le parole sono state nel contempo mattoni di case in costruzione, fiumi in piena da far uscire, aneddoti divertenti per rallegrare spiriti affaticati, scosse elettriche per dare vita a nuove idee, nuvole silenziose rimaste sospese in ciascuno di noi e abbracci caldi nei quali rilassarsi. Una settimana ricca di vita vissuta e pronta a lasciarsi vivere di nuovo”.
Ad arricchire il tutto c’è inevitabilmente l’emozione di riabbracciare i compagni Caschi Bianchi con i quali condividono esperienze differenti ma che regalano sensazioni simili. E Clara ci sottolinea che questa volta “c’era molto di più rispetto all’euforia, le attese e i buoni propositi dell’inizio: custodivamo già le storie, le fatiche e le speranze di chi ci è stato donato di incontrare”.
Durante questo periodo di formazione i temi che vengono affrontati sono diversi, si parla di nonviolenza, cittadinanza attiva, approccio interculturale, comunicazione ecologica, educazione alla mondialità e gestione del conflitto. “I contributi teorici – continua Clara – così come i consigli pratici dei formatori, relativi a situazioni complesse da noi esposte in vari momenti della formazione, ci hanno spesso fornito un appiglio sicuro tra i tanti interrogativi che un’esperienza di questo genere non può che suscitare”.
Tornare a riflettere su queste tematiche, alla luce di un’esperienza sul campo, ha fatto emergere in lei un nuovo e più intenso senso di appartenenza: “ci ha resi un po’ più consapevoli di quanto la profonda comunanza di intenti che ci unisce – il gruppo dei Caschi Bianchi– al di là delle nostre grandi diversità, possa essere un importante sostegno nel delicatissimo compito di vivere a stretto contatto con l’umanità e le sue ferite, costruendo insieme una Pace concreta”. Non mancano “lo stress e la fatica di incontrare l’altro oltre i nostri pregiudizi” completano Benedetta e Mattia.
La ricetta della formazione intermedia per Benedetta e Mattia è proprio questa: “piedi in cammino per lasciare orme e mani pronte a riaprirsi davanti a quell’infinità di piccole lezioni quotidiane, cuori in ascolto e occhi pronti a rubare momenti da regalare al nostro rientro. Il tutto condito con una buona dose di amicizia e complicità, qualche chilo di pasta e una doppia dose di tortino al cioccolato con cuore fondente!”
Un grazie a Crimella Benedetta, Donini Clara e Murkovic Mattia per il loro contributo.
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