“Giovedì 11 dicembre c’è la clausura – chiusura – dell’anno scolastico: ordina tutto, ritira i panni stesi, impacchetta i regali, inizia a raccogliere i tuoi libri, quaderni, penne e matite, spazza il salone, prepara il pranzo, 4 in cucina, 5 preparano la chiesa, 4 i bagni, 2 accendono il forno, sono arrivati i pomodori?” Per un attimo ho avuto l’impressione di ritrovarmi a casa mia in Italia, quando la mattina di Natale il bagno è ancora da pulire, zii e cugini stanno per arrivare ed ancora ci sono da infornare le patate ed apparecchiare la tavola, mentre Lucky – il mio cane – fa avanti e indietro per tutta la casa creando ancora più scompiglio e un po’ di allegria.
Ma andiamo con ordine.
Ci troviamo a Illauro durante gli ultimi giorni di scuola, già dai primi di dicembre le ragazze iniziano a rilassarsi, studiano un po’ meno, pensano un po’ di più alle loro vacanze, che dureranno dal 20 di dicembre ai primi di aprile. Ogni anno si organizza e si svolge il giorno della clausura, un’intera giornata dedicata ai festeggiamenti per la fine dell’anno scolastico. I preparativi iniziano già da qualche giorno prima, quando si scrivono gli inviti, si decide il menù e si preparano i regali per ogni ragazza, con i relativi voti di condotta.
Quest’anno il fatidico giorno è stato fissato in anticipo per motivi di assenze/presenze di svariati ospiti, è l’11 di dicembre, anche se poi le ragazze continueranno ad avere classe fino al 18.
Sveglia alle 5.00 come ogni giorno, ma questa volta non è per studiare: pulizie e preparazione del pranzo! Katia e Yeri accendono il forno a legna, per far si che sia ben caldo quando verrà infornata la pierna del chancho – la coscia di maiale – preparata apposta per l’occasione, e le patate con rosmarino. Io, Reyna e Maritza iniziamo a tagliare i 50 panini tenuti da parte per l’antipasto – antipasto che le ragazze non apprezzano particolarmente, ma che invece noi italiani ci mangiamo con gli occhi già da qualche ora prima del pranzo: tartine con formaggio, salame, prosciutto crudo e cotto, crema di formaggio con cipolla, olive verdi, Yennifer mi guarda stupita e mi dice: el queso con uva señorita? formaggio con uva?? Neomicia, Gina e Susanna puliscono la chiesa, perché sia pronta per la Messa delle 10.00, e preparano i canti. Yulieth, Clara e Santa puliscono i bagni, Maribel con Adely finisce di sistemare il salone di classe dove si svolgerà la cerimonia di chiusura. Ore 7.00 colazione, in anticipo rispetto gli altri giorni, per essere pronte alle 8.00 ad accogliere i nostri ospiti. Per un’ora le ragazze spariscono e ricompaiono pettinate, cambiate e pronte per i festeggiamenti. Si svolge la celebrazione e si sale in classe dove è stato preparato un bel tavolo con fiori e tovaglie pulite. Ad un certo punto tutti si alzano in piedi e con la mano sul cuore si intona l’inno nazionale peruviano: le ragazze cantano, guardano la mia faccia stupita e divertita e mi sorridono. Si susseguono diversi discorsi, quello del parroco, quello della professoressa, quello della direttrice e quello delle ragazze. C’è il momento della consegna dei regali e dei voti di condotta, ed il tutto finisce con un altro bel canto, pronti per il pranzo speciale!
Ci si siede insieme a tavola, si ride, si scherza, oggi la scuola pare non esistere. Dopo pranzo pomeriggio libero! Si gioca a pallavolo e si chiacchiera. Alla fine della giornata cado a letto stanca come se avessi fatto un campo di lavoro di 4 giorni. Stanca ma felice e divertita. Felice di aver condiviso con le ragazze questo momento particolare dell’anno, un po’ fuori dall’ordinario, dove anche loro si sentono più libere di esprimersi, libere dalla solita routine. Divertita dalle tante formalità che anche quassù a 3000 metri arrivano! Il discorso del professore, delle ragazze, della direttrice, sempre alzandosi in piedi e leggendo un bel foglio scritto con una bella grafia, con tanto di rigorosi e cordiali saluti iniziali e finali, ringraziamenti.
I giorni che seguono la chiusura si fa classe la mattina, ed il pomeriggio è dedicato alle ultime pulizie e lavori della casa, che verrà chiusa fino ad aprile. Ognuna torna a casa sua, alcune si fermano un po’ di più presso le loro parrocchie o partecipano a campi di lavoro organizzati da Operazione Mato Grosso, molte hanno deciso di dedicare una parte delle loro meritate vacanze aiutando nelle svariate attività del movimento che le accoglie. E io le saluto un po’ con il cuore in gola, ringraziandole per questo tempo passato insieme, per le confidenze e gli insegnamenti di tante vite molto diverse dalla mia e per certi versi molto più difficili.
Per me è pure la clausura con Illauro. Ho salutato le ragazze traducendo per loro il testo de “La pace come cammino” di don Tonino Bello, un po’ per spiegare loro uno dei motivi più importanti per cui ero lì, un po’ per chiedere ad alcune maestre di domani, di camminare insieme. In Perù i voti scolastici vanno dallo 0 al 20, dove 14 è la sufficienza. La media finale che riservo a questo mio stare qui? 20, con mucho cariño!
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