“Lo sport è una meraviglia, è una meraviglia in compagnia, è una meraviglia il rapporto allenatore e atleta, è una meraviglia vedere le capacità del corpo umano e quello che fa, è una meraviglia vedere quanto uno riesce a non mollare dopo tanto allenamento.
Ma lo sport è una cosa eccezionale perché lo possono fare tutti, dal bambino piccolo all’anziano, dal più forte al più debole, dal disabile al non disabile. Ma la cosa eccezionale è che quando si fa sport o si è in situazioni sportive, si vede l’amicizia fra le persone appassionate e innamorate di questo mondo.”
Marika è Casco Bianco ad Elista in Russia e assieme a Lola, che vive da due anni nella casa famiglia in cui presta servizio ha partecipato al ParaFestival di Mosca, organizzato per riunire alcuni ragazzi, senza limite di età, per due giornate dedicate allo sport paraolimpico.
“Credo che sia stata un’avventura molto importante per tutte e due – racconta Marika – anche solo per scendere dalle rampe e le scale della metro. Per un mese circa abbiamo fatto allenamento a tennistavolo tutti i giorni, divertendoci tantissimo e finendo per rompere anche alcune palline.
Durante il para festival, mi sono emozionata e divertita nel vedere quanto le persone erano contente di partecipare a questo evento in cui non c’era nessuna competizione maligna. La cosa stupenda è stata vedere la capacità di diversi disabili nel controllare il proprio corpo così da poter praticare sport in modo elegante, facendo passare in secondo piano qualsiasi limite fisico…”
Anche per Lola le emozioni sono state fortissime: “Ho vinto una medaglia d’argento per il doppio e una di bronzo per il singolo, entrambe a tennis tavolo. Sono stata contenta di giocare insieme ad altre ragazze e vedere come giocano loro, di provare altri sport come le freccette, il mini golf e Novus (una sorta di mini bigliardo con le pedine e le stecche), di tenere in mano la medaglia olimpica – che pesa 680 g! – del capitano della squadra Russa di Hokey paraolimpico, che ha partecipato alle competizioni di Sochi.
Mi ha dato forza vedere altre persone che hanno difficoltà come le mie, o anche diverse, ma sono sempre difficoltà. Anche perché qui in Russia è difficile essere in carrozzina perché sei continuamente osservato. E’ difficile accedere ad alcuni luoghi perché ci sono le scale, è difficile avere degli amici perché non sei come loro.
Mi è piaciuto perché ci sono altri che lottano come me ogni giorno, vengono osservati ogni giorno, non trovano lavoro, magari non hanno amici.
Trovarmi insieme a fare sport, cercando di mettere bene la racchetta per far andare la pallina al posto giusto, muovermi veloce con la carrozzina per scambiarmi nel doppio con la mia compagna Olga, provare altri sport, trovare almeno una piccolissima parte della Russia che ha un cuore e organizza eventi come questo, e che ti ringrazia di aver partecipato, beh, mi da forza per tutte le volte che sono giù di morale.”
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