Approvato il finanziamento per i Corpi Civile di Pace
Le reti del servizio civile e del disarmo – che hanno dato vita nel corso del 2013 ad un’alleanza per un’azione comune e che hanno organizzato lo scorso 2 giugno la “Festa della Repubblica che ripudia la guerra” – si esprimono positivamente sul finanziamento in Legge di Stabilità di un percorso di sperimentazione dei Corpi Civili di Pace, storica proposta del mondo pacifista italiano.
Con il voto di fiducia alla Camera dei Deputati sulla Legge di Stabilità vengono stanziati nel triennio 2014-2016, suddivisi equamente per ciascun anno, nove milioni di euro per “l’istituzione di un contingente di corpi civili di pace, destinati alla formazione e alla sperimentazione della presenza di 500 giovani volontari da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale”.
È il risultato di un emendamento derivante da un’iniziativa dell’on. Giulio Marcon (Sel) che dopo un’iniziale bocciatura è stato fatto proprio dal Governo.
Corpi civili di Pace Il testo dell’emendamento prevede “l’organizzazione del contingente secondo quanto previsto dall’articolo 12 del decreto legislativo 5 aprile 2002, n. 77”, secondo il quale i giovani volontari “possono essere inviati all’estero anche per brevi periodi nelle forme stabilite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro degli Affari Esteri”.
Per la prima volta in Italia viene prevista quindi una sperimentazione verso una struttura più volte teorizzata da studiosi e dai movimenti pacifisti e nonviolenti ma che non aveva mai trovato percorsi di attuazione concreta.
“Finalmente questo voto del Parlamento consente all’Italia di recuperare terreno rispetto al resto dell’Europa nella costruzione della pace tramite l’azione nonviolenta – commenta Martina Pignatti Morano del Tavolo Interventi Civili di Pace – e raccoglie l’eredità dell’obiezione di coscienza al servizio militare. In Germania un apposito Servizio Civile di Pace è già stato istituito dal 1999 e quasi tutti gli altri paesi dell’Unione Europea finanziano interventi di peacebuilding dell’associazionismo e delle chiese tramite fondi della cooperazione”.
L’alleanza delle nostre reti ed associazioni ritiene che prevenzione, mediazione, riconciliazione, interposizione, osservazione e denuncia, dissuasione della violenza siano possibili tramite la presenza in territorio di conflitto, in Italia e all’estero, di civili disarmati ma adeguatamente formati, a cui si riconosca il ruolo di Operatori di Pace.
“Decine di associazioni italiane hanno accumulato esperienza in campo formativo e operativo su tutta la gamma degli Interventi Civili di Pace e sono pronte a lavorare con gli enti di Servizio Civile per iniziare ad alfabetizzare centinaia di giovani alla trasformazione nonviolenta dei conflitti – continua Pignatti – speriamo che l’apparato istituzionale sia pronto e disposto a costruire, con modalità partecipative, questo nuovo sistema di difesa civile, coerente con i principi della carta costituzionale”.
Il valore storico del risultato raggiunto viene sottolineato da Grazia Naletto, portavoce della Campagna Sbilanciamoci!: “Finalmente si concretizza una richiesta condivisa e di lungo periodo del movimento pacifista italiano e della Campagna Sbilanciamoci! che, dopo tanti anni, ha ricevuto una prima risposta grazie all’iniziativa dell’on. Giulio Marcon, ex portavoce della campagna. Un emendamento che apre la strada a interventi civili nonviolenti nelle aree di conflitto e la possibilità di sperimentare dal basso percorsi alternativi al ricorso alla guerra come strumento ordinario di gestione delle relazioni internazionali. Si tratta di un primo passo importante anche se gli stanziamenti ottenuti sono di molto inferiori a quelli richiesti da Sbilanciamoci! (20 milioni) nella recente proposta alternativa di Legge di Stabilità”.
“Si tratta comunque di un primo passo importante per chi da anni sta portato avanti la necessita di investire sulla prevenzione dei conflitti in maniera strutturata e non con misure a spot e piccoli progetti” aggiunge Riccardo Troisi del Tavolo Interventi Civili di Pace.
Il fondo previsto con l’emendamento in Legge di Stabilità è stato legato alla legge sul Servizio Civile Nazionale, non essendo presente al momento una prescrizione legislativa che abbia sistematizzato e reso istituzionale un corpo di professionisti civili dedicato all’intervento nei conflitti. Un primo positivo punto di partenza.
“Il servizio civile nazionale che in questi anni ha vissuto la sua dimensione internazionale come una cenerentola e senza una chiara identità, lasciando alle singole organizzazioni la progettazione, può adesso valorizzare tutte le sue potenzialità di costruttore di pace, sia nel nostro Paese che nel mondo” afferma Licio Palazzini presidente di Arci Servizio Civile.
“Siamo di fronte ad un forte segnale di innovazione e discontinuità rispetto a persistenti, ambigue, vischiose prassi di politica estera e internazionale che si ispirano a concezioni di pace negativa, che è semplice assenza di guerra – conferma Primo Di Blasio, Presidente della Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile – Oggi questa diventa una scelta strutturale di pace positiva, che esprime la volontà dell’Italia di contribuire attivamente alla costruzione di un ordine sociale e internazionale in cui tutti i diritti e le libertà fondamentali possono essere pienamente realizzati. Ringraziamo perciò l’On. Marcon per aver portato avanti tale richiesta, e il Governo che per aver accolto l’emendamento, che sicuramente aprirà la possibilità di valorizzare esperienze già avviate come quella del servizio civile all’estero, in particolar modo quella dei cosiddetti Caschi Bianchi” conclude Di Blasio.
Nel percorso che ha portato a questa storica decisione va riconosciuto come non secondario il ruolo propulsivo svolto dalle reti e dalle associazioni per la Pace, la nonviolenza e il Disarmo svolto in particolare con la campagna di riconoscimento del ruolo costituzionale della Difesa Civile, Non Armata e Nonviolenta (art. 52: “la difesa della patria è sacro dovere del cittadino”) incarnato anche dal Servizio Civile Nazionale (legge n. 64/2001).
Medesima positiva funzione, in ambito istituzionale, è stata poi quella esercitata dall’intergruppo dei “Parlamentari per la Pace” cui aderiscono deputati di diversi partiti e schieramenti.
Le prospettive di lavoro sono quindi molte ed importanti, e non devono fermarsi al risultato raggiunto: “Esiste fin da subito la necessità di lavorare ad una legge quadro sulla Pace (che istituisca i Corpi Civili di Pace, dia pieno riconoscimento al Servizio Civile aperto a tutti coloro che desiderano svolgerlo, e avvii l’educazione alla pace come materia didattica) come elemento decisivo per ottenere, finalmente anche nel nostro paese, la pari dignità tra le diverse forme di difesa della patria, quella militare e quella civile, non armata e nonviolenta” commenta in tal senso Mao Valpiana presidente del Movimento Nonviolento.
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