La Romania è una delle mete più note, tra i Paesi dell’Est, per il turismo sessuale. Infatti, non è conosciuta a livello mondiale come meta del turismo di massa, nonostante la presenza di itinerari molto interessanti; sicché buona parte di coloro che raggiungono la Romania per turismo è composta da viaggiatori di sesso maschile a caccia di prostitute. Il turismo sessuale occupa, dunque, una rilevante quota nell’economia turistica. In generale, la parte di economia illegale legata allo sfruttamento della prostituzione implica un grosso giro d’affari, incanalato in una rete internazionale, di cui fa parte anche l’Italia.
L’Organizzazione Mondiale del Turismo ha calcolato che il turismo sessuale è un business mondiale che arriva a fatturare tra gli 80 e i 100 miliardi di dollari annui, coinvolgendo 3 milioni di persone che partono a scopo sessuale di cui un sesto va a caccia di minori: si calcola che siano circa 80.000 gli italiani che ogni anno viaggiano alla ricerca di sesso con bambini e adolescenti [1]. Cifre spaventose che danno l’idea di un insaziabile mercato di perversione, di cui l’Italia sta scalando i primi posti nella classifica mondiale dei turisti del sesso degli ultimi anni, sempre secondo i dati delle ricerche ECPAT. In generale, purtroppo non esistono dati precisi sul giro economico e di persone coinvolte del turismo sessuale in Romania.
Il turismo sessuale è dunque uno dei business legati al traffico degli esseri umani, che si intreccia con altre tematiche scottanti legate allo sfruttamento sessuale: la tratta dei minori e la prostituzione minorile.
Se il turismo sessuale è legato alla domanda locale, che però non è fatta chiaramente solo da turisti ma anche e soprattutto da rumeni, il traffico internazionale risponde anche alla domanda estera di nuovi schiavi. Dai rapporti annuali sul fenomeno del traffico degli esseri umani redatti da ANITP (Agenzia Nazionale contro il Traffico di Persone), dall’OIM – Romania e dalla Direzione Generale per la Lotta alla Criminalità Organizzata, la Romania è il primo Paese di provenienza del traffico di esseri umani, diretto allo sfruttamento sessuale e al lavoro forzato; le vittime non sono solo di nazionalità rumena, ma numerose sono quelle di nazionalità ucraina e moldava, e coloro che provengono da terre ancor più lontane. Molte vengono sfruttate in Romania, tante altre vengono trasportate nei Paesi dell’Europa Occidentale.
Lo sfruttamento ai fini della prostituzione coinvolge soprattutto giovani donne e uomini a volte, come abbiamo visto, ancora adolescenti o bambini. Al margine dell’economia legale, coloro che non hanno chance, coloro che non hanno alle spalle una famiglia che li protegge vengono riciclati nel buco nero dell’economia, dove l’illegalità incrocia l’interesse e la perversione, diventando in questo modo merce umana.
Generatie Tanara – GTR è un’organizzazione non governativa che si occupa di fornire servizi ed assistenza con personale qualificato a diverse tipologie di beneficiari: vittime del traffico degli esseri umani, rifugiati, la comunità rom. Essa aderisce alla grande rete del Servizio Sociale Internazionale e lavora in partnership con molte organizzazioni straniere, tra cui l’Associazione Comunità Papa Giovanni xxiii.
La vita nella sede dell’organizzazione GTR è scandita da un lato, dalle pratiche d’ufficio, dall’organizzazione del lavoro, dalle relazioni esterne con gli enti e le istituzioni con cui collabora; dall’altro, ci sono gli adolescenti (in gran parte ragazze, ma anche ragazzi), vittime di tratta, che passano la giornata lì a svolgere piccole attività in un quadro generale di reintegrazione ad una vita normale.
In buona parte, queste giovani vittime arrivano al centro con un’età compresa tra i 14 e i 16 anni (anche se ci sono casi un po’ più giovani o poco più grandi) e il loro recente passato è legato ineluttabilmente ai traumi dello sfruttamento sessuale. La maggior parte di loro sono stati “trafficati” in Romania, ma qualcuno è finito all’estero per poi essere rimpatriato, una volta rintracciato dalla polizia. Quasi tutti vengono da un villaggio, pochi da una città: l’economia poverissima delle zone rurali, l’alto tasso di emigrazione e lo stato di abbandono delle famiglie, innescano un circuito di disagio sociale che ricade sulle nuove generazioni. Un giro di amici sbagliato laddove, in zone con un altissimo tasso di disoccupazione, è grande l’attrazione al guadagno facile presentato dalla criminalità organizzata o un parente senza scrupoli riescono a raggirare con mille promesse la giovane vittima, proveniente da una situazione familiare disastrata dalla quale desidera scappare. Tutte finiscono per “lavorare” in un grosso centro urbano, in mano alla criminalità organizzata, che ne dispone finché un bel giorno la polizia rumena le identifica e, dopo vari passaggi, le porta a GTR.
Il loro arrivo a GTR è segnato da un’improvvisa agitazione, un via vai dello staff, di poliziotti e un nuovo giovane volto dall’espressione spaventata e sperduta, ma che adesso si trova davanti ad una nuova pagina della sua esistenza. Il grande obiettivo del percorso che inizia con l’arrivo di ogni nuova vittima è la reintegrazione ad una vita “normale”, con cui s’intende il prendersi cura di se stessi e dell’ambiente nel quale si vive, il rispetto per gli altri e per se stessi. Un modus vivendi tanto ovvio quanto estremamente difficile da seguire, specie se un passato traumatico ha tanto scalfito un’anima.
Vedere i loro occhi attratti dal mondo luccicante della televisione, bombardati da video musicali poco edificanti, interrotti solo da pubblicità dai mille desideri materiali, rende evidenti quali modelli educativi li hanno formati. Il problema è come destrutturarli, facendo in modo che questi adolescenti escano dalla dimensione materiale in cui sono stati intrappolati, manipolati nelle loro menti e messi in vendita coi loro corpi. Per loro, tutto è materiale, compresa l’umanità, e tutto si vende e si compra o al limite si usa la forza o la menzogna per ottenerlo, in un’ottica in cui l’essere umano perde la sua dignità e diventa “cosa”. Nell’era del consumismo tutto può essere acquistato e utilizzato, magari fino al completo logoramento, per poi per consumare altro a catena.
Impostare la relazione con questi adolescenti è cosa ardua, perché al di là delle competenze, si tratta di definirla solo a contatto diretto con le persone, al di la’ di ogni teoria da manuale, lungo i difficili sentieri psicologici attraverso cui il mestiere dell’educatore si impara. È chiaro che non c’è una ricetta universale perché ognuno ha il suo percorso da seguire, tuttavia l’educatore deve avere chiaro l’obiettivo educativo e i valori che lo compongono, anche quando le difficoltà quotidiane sembrano dissolverlo, anche quando il contesto esterno ne contraddice il senso.
1. Fonte ECPAT-End Child Prostitution, Pornography and Trafficking
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!