In molti mi hanno chiesto perché parto. “Che ci vai a fare in Kenya?”
Voglia di cambiare il mondo, bizza di un ragazzo viziato che ha avuto tutto dalla vita, oppure escamotage per non cambiare sé stessi? Beh, niente di tutto questo o forse piccole e contraddittorie verità racchiuse in angusti pregiudizi? Non lo so. E non mi interessa.
Parto perché viaggiare offre termini di paragone quindi aperture per capire dove e come viviamo, le possibili alternative che ci aspettano.
Parto perché amo, credo, sono convinto che sia necessario un dialogo continuo, generoso, aperto, profondo tra Nord e Sud del mondo. Un dialogo sincero. “Ci salveremo insieme. Non ci sono alternative.”
Parto perché mentre c’è chi osanna la libertà, soprattutto la propria, c’è chi decide di fare qualcosa perché tutti si possa essere un po’ più liberi.
Parto perché la cooperazione non è solo economica ma anche e soprattutto culturale. Conoscere altri ti permette di conoscere te stesso e la cultura a cui appartieni.
Parto perché credo che siamo un tutt’uno. Diverse anime accomunate dalle stesse speranze. Perché immagino un mondo dove l’economia sia al servizio degli uomini e non gli uomini al servizio dell’economia.
Parto perché devo qualcosa a questa gente. I miei vizi, i miei lussi, i miei ideali sono frutto dello sfruttamento costante, diligente, viscido e subdolo che ci permette il lusso di sentirsi in crisi.
Parto perché credo che la nostra crisi non sia solo economica, non solo finanziaria. Troppo facile rimandarla a qualcosa di immateriale, di non tangibile.
Parto perché credo che la nostra crisi sia soprattutto culturale, forse addirittura spirituale. “Dove stiamo andando? Di cosa abbiamo realmente bisogno? Quali sono i nostri traguardi, i nostri limiti, le nostre distanze? Come poter conciliare la nostra unicità con questa comunità?” sono domande che ci assillano talmente tanto che deleghiamo le loro risposte allo spread del giorno, il debito pubblico che aumenta, la politica fiscale che non regge. E invece …
Parto perché ciò che mi è vicino, lo percepisco lontano. Ciò che è lontano, lo percepisco vicino. Parto perché vi sento distanti, perché questa crisi sta estremizzando le posizioni fino ad ora portate avanti invece che allontanarsi da se stessi, avvicinandosi agli altri, per andare oltre.
Parto perché un mondo diverso non è solo possibile, non solo auspicabile. Esiste già! Lo voglio vedere! Lo voglio vivere!
Parto perché non ho più risposte, né certezze. Solo domande.
Parto perché… mi sembra che basti. Almeno per ora.
E voi, invece, perché rimanete qui?
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