Quest’anno commemoreremo avvenimenti importanti, parte di un lungo processo che fa sostanzialmente riferimento alla crisi dell’ordine coloniale che segna l’inizio dei cammini di indipendenza per molti paesi latinoamericani.
Questo processo si colloca dentro a un ciclo “rivoluzionario” che comprende eventi differenti: la gloriosa rivoluzione inglese che nel 1688 determinò la fine della monarchia assoluta in Inghilterra; la rivoluzione di indipendenza delle colonie britanniche in Nord America dichiarata nel 1776 e la rivoluzione francese che ha come data importante il 1789. In quest’anno si instaura infatti in Francia una monarchia costituzionale e prende il via una serie di cambiamenti che avranno enormi ripercussioni sul mondo europeo come su quello americano. Questo processo in Latinoamerica portò con sé l’indipendenza politica, molti anni più tardi però a costo della perdita di un’unità continentale. Inoltre da un punto di vista economico si cadde in una nuova dipendenza e non si riuscì, da un punto di vista sociale, a ottenere cambiamenti significativi soprattutto per i settori popolari ed emarginati. (…) É importante infatti non dimenticare che la lotta per la libertà non é stata quasi mai accompagnata da una lotta per l’uguaglianza. Ci sono stati alcuni importanti personaggi nelle lotte di indipendenza latinoamericane, coscienti che la libertà non potesse essere reale per tutti se non fosse stata accompagnata dall’uguaglianza.
Lo compresero Francisco Biblbao e Santiago Arcos in Cile quando fondarono nel 1851 la Societá dell’Uguaglianza. Ma la maggior parte di loro non comprese che la indipendenza politica non era sufficiente per rendere i popoli liberi e che per raggiungere questa libertà, l’indipendenza economica era fondamentale. È importante ricordare a questo proposito ciò che l’intellettuale proletario Luis Emiliano Recabbaren aveva pronunciato nel 1910, nei festeggiamenti dei cento anni di indipendenza: “ … la borghesia attraverso i suoi scrittori ci parla sempre dei grandi uomini che ci hanno dato patria e libertà. In questo modo pretende di registrare questa frase nella testa del popolo, facendo credere che sia l’unica verità possibile. Però se guardo alla gente della mia classe, e guardo al passato attraverso i miei trentaquattro anni, non trovo un solo episodio che mi convinca che ho ottenuto in un momento patria o libertà .”Cosa direbbero oggi coloro che vivono ai margini della società, i lavoratori, le donne, i contadini di questa nostra America? Sentiranno di avere patria e libertà? E noi, ciascuno di noi, sente di averla?
In allegato il Bollettino di settembre del Servizio Giustizia e Pace dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII a Santiago del Cile, curato dal gruppo Caschi Bianchi.
Che cos’è “Più in là del tuo naso”
Il Bollettino dal titolo “Più in là del tuo naso” rappresenta il frutto del lavoro di tutte le persone che vivono in prima persona le attività del Sevizio Giustizia e Pace, in Cile tra cui i caschi Bianchi in Servizio Civile all’estero.
Il bollettino informativo e riflessivo, cerca di dare visibilità alla vocazione della Comunità Papa Giovanni XXIII, che crede nella rimozione delle cause dell’ingiustizia e della povertà. Il bollettino si propone di sensibilizzare su temi specifici di natura sociale, economica e politica, attraverso una visone critica dei fatti, che invita ad ampliare gli orizzonti e lo sguardo sul mondo contemporaneo.
Una possibilità per uscire dalla visione egoistica e individualista propria delle società di consumo e di mercato, facendo prevalere la proposta, la speranza e l’impegno per costruire nuove società, una nuova terra e un nuovo cielo basati sulla gratuità e sull’amore. Più in là del tuo naso ci invita a credere che “LA PACE E LA GIUSTIZIA SI BACERANNO”
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