Caschi Bianchi Georgia
Vita nel campo
Una centrale elettrica abbandonata fa da casa a otto famiglie di profughi di guerra. Nessuna azione di tipo sociale è prevista per loro da parte del governo, che preso li sfratterà per vendere la centrale a un’azienda estera. Immagini di giornate condivise.
Scritto da Sara Schirru
È da quasi due mesi, che è cominciato il progetto attraverso il quale più volte alla settimana, ci rechiamo presso un campo profughi non lontano dal centro di Batumi.
È un ex-centrale elettrica ormai abbandonata, dove vivono da alcuni anni otto famiglie di profughi. Alcuni sono provenienti dall’Abkhazia, sono stati esiliati dal governo in seguito alla guerra del 1992, e si trovano ora in possesso di abitazioni che non possono vendere. Altri invece, a causa di calamità naturali quali sismi e frane, si son trovati
improvvisamente senza fissa dimora.
Abitano quindi ora in un casolare:
ogni famiglia ha occupato una stanza che potesse far loro da “casa”.
Una casa senza servizi igienici, corrente elettrica e acqua, quest’ultima reperibile solo a diversi chilometri di distanza.
Famiglie numerose costrette a condividere da anni lo stesso ambiente di pochi metri quadrati.
Ricevono da parte dello Stato un sussidio sociale equivalente a circa quarantotto euro per nucleo familiare, talvolta composto da 6-7 persone.
Probabilmente verranno presto sfrattati dal comune, poiché lo stabile che fa loro da casa, è stato recentemente venduto a un’azienda straniera di energia elettrica. Questo li costringerà a cercare, un’altra volta, un rifugio, chissà dove. Purtroppo le possibilità che non finiscano sulla strada sono ben poche. In Georgia infatti non esiste praticamente nessun tipo di azioni sistematiche e razionalizzate destinate specificatamente ai rifugiati.
Il progetto che portiamo avanti consiste nel realizzare le visite circa due volte alla settimana, portare loro del cibo, informarci su ciò di cui hanno più bisogno, solitamente indumenti, e passare il tempo a chiacchierare e giocare, organizzare delle pesche miracolose dove ogni bambino può ricevere piccoli giocattoli e qualche caramella, giocare a pallone cercando di coinvolgere tutti… e riposarsi al sole sdraiati sull’ erba. In poche parole passare del tempo divertendoci tutti insieme, e sentendo la gioia e la gratificazione di queste giornate nello sguardo e nel sorriso di ogni bimbo.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!