[…]cos’altro vi serve da queste vite, ora che il cielo al centro le ha colpite, ora che il cielo ai bordi le ha scolpite. (Fabrizio DeAndrè)
Oggi è il 23 dicembre, siamo in Cile da soli 13 giorni, nulla per iniziare a comprendere la realtà in cui siamo arrivati, ma almeno sufficienti ad apprendere la scansione temporale lavorativa all’interno del “Comedor”(1).
Oggi è mercoledì, e come tutti i mercoledì, oltre a distribuire l’Almuerzo(2)si torna al Comedor anche nel pomeriggio, perché dal mercato municipale riceviamo una donazione di frutta e verdura che necessariamente bisogna pulire, tagliare e congelare per poterne poi usufruire tutto il resto della settimana.
Questo però è un giorno particolare, il pranzo non sarà elargito come di consueto poichè al suo posto si terrà la cena per festeggiare il Natale e condividere con le persone che generalmente frequentano il Comedor e con la gente di Peñalolen(3).
Alle 16.30 siamo già in cucina, pronti, con il coltello tra le mani, a ripartire in ogni forma possibile, la verdura. Alcuni ragazzi della Comunità Terapeutica, che dista poche centinaia di metri dal Comedor, sono già al lavoro, Sandra, Josè Luis, Martita e tutti i volontari sembrano formiche impazzite e si adoperano febbrilmente per terminare il prima possibile “l’operazione verdura” e iniziare a preparare la serata: allestire il salone interno e il cortile esterno, e cucinare per la cena.
Il clima è comunque sempre molto sereno e rilassato nonostante la fatica, la musica, dai ritmi rigorosamente latini, ci accompagna continuamente da una vecchia radio. Mentre continuano i preparativi si chiacchera e, con quel poco di spagnolo che conosco, cerco di comunicare con i ragazzi della comunità terapeutica: calcio e ragazze sono i loro argomenti preferiti, ma si parla anche molto dell’Italia, del Cile, della mia e della loro vita…
Hanno tutti all’incirca la mia età ed è strano vedere come, per il carico di esperienze che si portano addosso, potrebbero aver vissuto già quattro o cinque vite in più: la strada, la droga, il carcere, la violenza…per poi tornare tutti uguali quando si discute dei desideri più elementari.
Giusto il tempo di prendere una boccata d’aria, di fumare una sigaretta per i tabagisti, di scambiare poche parole con Marcelo, un chichillo de la calle(4) che pranza sempre con noi e ogni tanto ci aiuta e che in questi giorni è disperato perchè, disgrazia nella disgrazia, ha perso la sua ragazza: investita mentre dormiva ai bordi di una strada…una storia orribile, ma anche questo purtroppo è Peñalolen, e ci rimettiamo subito all’opera.
Oggi il menù sarà ovviamente più ricco: insalata mista con verdure, pollo con riso e gelato come dessert.
Sono le 20.30 tutto è pronto, il caldo comincia ad alleggerire la sua morsa, ci saranno un centinaio di persone tra donne, uomini, anziani, bambini, famiglie intere: ci raccogliamo in cerchio, tutti assieme facciamo una riflessione sul significato di questa cena, sul senso del Natale, su cosa rappresenta questo Comedor che quest’anno, tra le altre cose, festeggia 10 anni di attività, sul concetto di condivisione, poi chi vuole recita una preghiera, e quindi tutti a tavola a mangiare.
Terminata la cena consegniamo i regali a tutti i bambini presenti e poi un ricordo anche a tutti gli adulti, stiamo un po’ insieme a loro, parliamo, giochiamo coi più piccoli.
Ormai è scesa la notte, poco a poco la gente comincia ad andarsene e tutti, dal primo all’ultimo, chi per la serata diversa, chi semplicemente perchè per un altro giorno è riuscito a mettere qualcosa nello stomaco, vengono a salutarci e ringraziarci come solo loro sanno fare, con una semplicità e una sincerità che è ormai difficile trovare, con un sorriso contagioso e gli occhi pieni di vita…”solo” questo, penso, vale più di ogni altra cosa.
Note:
1. Il progetto della Comunità Papa Giovanni XXIII nel quale cercheremo di portare il nostro contributo di Caschi Bianchi per i prossimi 9 mesi: una mensa per le persone che vivono per strada e per famiglie in condizione di estrema povertà e disagio.
2. Pranzo
3. La municipalità di Santiago nella quale sono inseriti i progetti nei quali operiamo, tra cui il Comedor.
4. Ragazzo di strada.
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