Caschi Bianchi Cile

A Valdivia piove molto di più

Un viaggio nella micro attraverso i gironi di Santiago: dal centro alle periferie, sognando, però, la pioggia del sud…

Scritto da Sara Zanni

Dopo 5 mesi a Santiago ho finalmente visto la pioggia, non insistente nè torrenziale, piuttosto fresca e leggera, niente di serio, niente di paragonabile a quello che immagino sia il sud del paese. Del sud ho ben stampato un nome nella testa: Valdivia.

In questi giorni io e Juan, responsabile del servizio pan cotidiano (ovvero found-raising, perchè la provvidenza c’è ma a volte si nasconde e bisogna andare a cercarla), siamo alle prese con un progetto incentrato su Valdivia, che la Comunità vorrebbe presentare niente di meno che alla cara vecchia Unione Europea. Per alcuni la UE finanzia generosa progetti di “sviluppo”, per altri non fa altro che “restituire il maltolto”, cioè dare come atto di giustizia, più che di carità… solo punti di vista? mah..

Passare una giornata davanti al computer non è il massimo per un casco bianco pieno di voglia di condividere, però, a volte, dà la possibilità di sognare. Sognare appunto la pioggia del sud, il verde, i campi, gli animali che pascolano…bip! a fermare i pensieri bucolici è la micro (1) 207 che mi sta portando alla Pintana, dove finalmente avrò la mia “condivisione diretta” con i ragazzi che partecipano al laboratorio di teatro sulla non-violenza…parole grosse ovunque, qui soprattutto.

Spostarsi per Santiago è come fare un viaggio dentro i gironi danteschi. Passo dal centro, quartierie universitario, dove mi sento ancora a mio agio tra studentelli piu o meno “freak”, alla periferia, dove a fine giornata fiumi di persone intrapendono il percorso inverso della mattina, ognuno con la sua combinazione variabile metro-micro-collettivo (2).

Santiago, Cile. Quando trabajo. Foto di Thomas Monticelli La micro che va alla Pintana è piena di facce stanche, di lavoratori, mamme e bambini, studenti con l’uniforme del collegio. Non c’è tanta confusione, c’è silenzio, sbadigli, teste che ciondolano, pensieri pesanti e leggeri che riempiono lo spazio.

Poi lui incomincia, l’ho riconosciuto, è la seconda volta che lo vedo. Si presenta, annuncia a tutti i passeggeri che è un artista, un poeta, un cantante e solo per noi canterà questo hit latinomaericano, “como puedes saber que te amo…”.
E come si fa a non pensare per un momento a quanto è vero lui e quanto siamo assurdi noi? Che andiamo come zombi, con lo sguardo spento e la bocca serrata, ammassati come sardine, costretti a un contatto fisico con il vicino che non vorremmo, e che quindi contraccambiamo con un distacco emotivo di pari o superiore entità.

Il bambino seduto di fronte a me inzia a canticchiare e a ridere: un coro inaspettato e gratuito per l’artista. La mamma lo riprende con un cenno e un’occhiata non troppo severi. Lo guardo e sorrido, penso a mio figlio che non vedo da questa mattina. Lo guardo di nuovo e vedo che ha una spilla sul maglione, c’è scritto il nome e sotto “sono autistico”. Lo riguardo velocemente negli occhi. Ora sì, lo vedo diverso, non è piu un bambino che ride e canticchia una vecchia canzone d’amore, è un autistico. Piccoli dettagli che squarciano in un attimo la realtà di questo paese, a volte troppo uguale alla nostra.

Intanto lo show è finito e, mentre benedice tutti i passeggeri, il nostro poeta, cantante, artista della Pintana chiede un contributo, seppur piccolo, per l’arte. Invece di occhiatacce e teste girate dall’altra parte (ma guarda tu questo che chiede soldi così, mentre io lavoro tutto il giorno e mi spacco la schiena per due lire) inziano a muoversi mani nelle tasche alla ricerca di qualche pesos perchè alla fine il poeta, cantante, artista della Pintana ci ha fatto anche un po’ intristire e sciogliere, con quella vecchia canzone d’amore.

“No tengo sencillo” (3) e quasi mi viene da chiedere scusa. Guardo fuori, solo oscurità. Manca ancora per la mia fermata, il bambino e la mamma sono scesi. A Valdivia, con la pioggia che fa, tutti avranno l’impermeabile sopra al maglione, anche i bambini con le spille.
Note:

1. Bus che circolano in tutta Santiago
2. Taxi collettivo, parte quando e’ pieno e fa un determinato percorso.

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