Quante volte, camminando per le vie di Yacuiba, non abbiamo osato immaginare quante e quali storie potessero raccontare le pareti delle case, a volte costruite di mattoni, altre solo di precarie tavole di legno tenute assieme da lamiere per riparare dalla pioggia.
Non tutte storie di violenza, di abusi, di maltrattamenti, ma molte sicuramente sí.
La collaborazione con la municipalitá di Yacuiba, e in particolare con il servizio in difesa dei diritti dei minori (Defensorias Municipales de la niñez y adolescencia), ci ha permesso di andare a bussare ad alcune di quelle porte e di conoscere le storie di vita che sfortunatamente a volte questa città offre.
Che cos’è la Defensorias?
La Defensorias Municipales de la niñez y adolescencia é un servizio pubblico, permanente e gratuito per la promozione, protezione e difesa socio-giuridica dei diritti dei bambini e degli adolescenti.
Tutti i minori, che in Bolivia raggiungono piú della metá dell’intera popolazione, nascono con libertá fondamentali e con gli stessi diritti degli adulti. Tuttavia, troppo spesso, accade che molti di loro vivano in povertá, siano discriminati, emarginati, abbandonati o maltrattati. Le politiche di protezione per i minori boliviani si rifanno alla Convenzione sui diritti dei minori (Convención sobre los Derechos del Niño-CND), approvata e sottoscritta da quasi tutti i paesi del mondo.
La CND stabilisce l’importanza per tutti i membri della societá, e in particolare per i governi, di proteggere i minori. Lo spirito di questa convenzione si riflette sulle politiche dello stato boliviano riguardanti la protezione dei minori.
Pertanto, in accordo con le leggi in vigore i minori hanno diritto:
• alla vita e alla salute
• all’alimentazione e all’educazione
• alla cultura
• al gioco
• alla professionalizzazione
• alla libertà
• al rispetto e alla dignità
• alla convivenza familiare e comunitaria
Inoltre, devono essere salvaguardati
da ogni forma di negligenza,
discriminazione, sfruttamento, violenza,
crudeltà e oppressione.
Ogni membro della società,
inclusi i non ancora maggiorenni,
ha il dovere e la responsabilità di proteggere,
promuovere e difendere questi diritti.
Cosicché la Defensoria fu creata
per appoggiare il governo e tutta la società in questo compito. Deve garantire i diritti fondamentali attraverso la coordinazione e articolazione delle reti sociali e istituzionali.
In Bolivia infatti, ancora oggi, troppo spesso i minori sono considerati esseri inferiori, senza diritti, e sotto il controllo dagli adulti.
Gli obiettivi della Defensoria sono molteplici. Innanzitutto generare una cultura di protezione dei diritti dei minori, assicurando il loro sviluppo globale. Mobilizzare e involucrare lo Stato, la societá civile e la famiglia nella promozione, protezione, difesa di questi diritti, cosí come nella denuncia della violazione degli stessi.
Un altro obiettivo importante é quello di assumere la difesa legale dei minori sotto processo penale.
La Defensoria é composta da gruppi interdisciplinari formati da avvocati, assistenti sociali, psicologi e altre figure professionali nel campo sociale. A Yacuiba, per esempio, la nostra collaborazione con la Defensoria avviene quasi esclusivamente in quest’ultimo settore. I casi di bambini a cui vengono a mancare alcuni diritti infatti sono molti, mentre le risorse e il personale a disposizione sono piuttosto scarse. Per questo motivo la direttrice dell’area sociale ci ha affidato un ruolo delicato e, per due volontari, fin troppo carico di responsabilitá.
Qualunque persona venga a conoscenza di maltrattamenti, abusi, o situazioni in cui un a un minore vengano a mancare alcuni diritti, puó presentare una denuncia anonima alla Defensoria.
Il nostro compito consiste nel visitare la famiglia e raccogliere il maggior numero di informazioni possibili sulla qualitá di vita del minore in questione (pulizia, frequenza scolastica, alimentazione, ecc), sulla composizione della famiglia, sulle condizione dell’abitazione e sul tipo di relazioni esistenti tra il bambino e coloro che dovrebbero prendersene cura. Non sempre fare questo risulta facile perché spesso i nuclei familiari sono distrutti e ricostruiti piú volte, i bambini vengono lasciati a parenti o addirittura a semplici conoscenti e i genitori naturali, o per lavoro, o per negligenza sono estranei alla vita del figlio.
Entrare nelle case per controllare la situazione in veste di istituzione pubblica significa trovarsi di fronte persone spaventate che cercano di proteggere il loro equilibrio familiare piú o meno precario e che non vogliono lasciar trapelare nulla all’esterno. Se poi a presentarsi alla porta sono due stranieri, la cui cultura e visione della societá non ha niente a che vedere con la loro, la comunicazione risulta ancora piú complicata e sospettosa. Di solito infatti il dialogo, almeno inizialmente, si svolge appena fuori dalla porta di casa e consiste in una serie di domande sul perché siamo lí, chi ci manda e sostanzialmente che cosa vogliamo.
A questo si aggiunge il fatto che la maggior parte della popolazione di Yacuiba non conosce la Defensoria, o ne conosce soltanto l’azione estrema di allontanamento temporaneo del minore dalla famiglia. Non sanno, infatti, che questo avviene solamente nel caso in cui sia stato accertato che il bambino vive in una situazione insostenibile, o che la sua integrità sia davvero a rischio.
Dopo aver raccolto il maggior numero di informazioni possibili, attraverso il dialogo e soprattutto l’osservazione, stendiamo una relazione che consegniamo all’assistente sociale responsabile del progetto.
Sarà poi lei, insieme alla sua equipe, a decidere se saranno necessarie altre visite per conoscere meglio la situazione, o se si deve intervenire in maniera diversa.
Sono ormai alcuni mesi che collaboriamo con la municipalitá di Yacuiba, ma la difficoltá che abbiamo ogni volta che dobbiamo entrare nella quotidianità di una famiglia sono piú o meno sempre le stesse.
Quando siamo in giro per le vie della città però, alcune delle case che incontriamo non sono piú soltanto case, ma dietro a quei muri possiamo vedere degli sguardi, ascoltare dei racconti, provare emozioni…forse é proprio questo che cerchiamo.
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