Manifesto in ricordo di mons. Gerardi Domenica 26 Aprile 1998. Città di Guatemala. Dieci della notte. Monsignor Gerardi, vescovo dell’arcidiocesi capitalina, rientra alla sua casa parrocchiale in pieno centro città. Monsignor Gerardi parcheggia la sua auto nel garage. Tutto succede in pochi secondi. Dentro al garage, viene aggredito brutalmente da una o piu persone che lo colpiscono fino alla morte.
Lo feriscono alla testa, attaccano la sua intelligenza… quasi a voler uccidere le sue idee, i suoi sogni, le sue illusioni. Distruggono il suo volto e la sua bocca, quella con cui annunciò per tanti anni la parola di Dio, quella con cui proclamò instancabilmete la pace e la riconciliazione.
La notizia dell’assassinio di Monsignor Gerardi si sparge per tutta Guatemala, e per il mondo intero. Durante la guerra (1960-1996) furono assassinati centinaia di catechisti, sacerdoti e religiosi. La gente si domanda se due anni dopo la firma degli accordi di pace (1998), sia possibile che succeda questo!? Sì. Ancora oggi, dieci anni dopo la morte di monsignor Gerardi, molti vescovi ricevono minacce di morte. Ne è un esempio Monsignor Alvaro Ramazzini, vescovo della diocesi di San Marcos, un uomo che lotta per la verità, la pace, la giustizia e il rispetto dei diritti umani in Guatemala, e che poche settimane fa ricevette l’ennesima minaccia di morte.
CHI ERA MONSIGNOR GERARDI
Nato a città del Guatemala discendente da agricoltori italiani, sacerdote dal 1946 inizia a conocere fin da subito la vita degli indigeni e della gente povera. Anni dopo viene nominato presidente della Conferenza Episcopale di Guatemala (CEG). Più tardi crea l’Ufficio Diritti Umani dell’Arcivescovato di Guatemala (ODHAG). Fu in questo contesto che iniziò il progetto REMHI (1995) “ Recupero della memoria storica”, che quattro anni piu tardi pubblicò il documento-testimonianza “GUATEMALA NUNCA MAS”( Guatemala mai più), presentato dallo stesso Gerardi nella cattedrale capitalina due giorni prima della sua morte.
Il Remhi fu uno sforzo storico, diretto dalla chiesa, per aiutare a ricostruire un passato tenebroso e brutale; un progetto senza precedenti, per documentare le atrocità della guerra; una denuncia legittima e dolorosa; un affronto diretto contro i guardiani dell’impunità, e sicuramente fu questo che portò alla morte Monsignor Geradi.
La sua ultima speranza, era una pace veritiera e la riconciliazione del Paese. Il suo martirio ci fà riflettere sull’odio, sulla vendetta, e sui progetti di morte che ancora oggi minacciano la vita di chi lotta a difesa della dignità della persona umana, della giustizia e della pace.
26 APRILE 2008: X° ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO DI M. GERARDI
Il 26 aprile di quest’anno, in tutto il paese si commemorò il decimo anniversario della morte di Mosignor Gerardi. La diocesi di San Marcos ha organizzato una processione a cui parteciparono migliaglia di persone provenienti da tutto il municipio e oltre. La ragione è mantenere viva la memoria e l’impegno di questa straordinaria persona, testimone fedele del Vangelo e reale servitore della pace.
Oggi, dieci anni dopo la sua morte, l’inpunità continua a predominare in tutto il paese.
Intimidazioni e aggressioni a organizzazioni sociali e leader che lottano a difesa dei diritti umani, ancora rimangono senza essere investigati. Un sistema giuridico inefficente, la corruzione delle autorità, il dilagare della delinquenza organizzata, il narcotrafico, e l’impunità per i crimini di lesa umanità impediscono la consolidazione della democrazia e l’instaurarsi di un vero stato di diritto.
Monsignor Gerardi credette in un Guatemala diverso, che potesse abbandonare l’indifferenza e garanrtisse l’applicazione dei diritti umani; che mantenesse la memoria storica viva, per non tornare a sbagliare nel futuro; che incontrasse alternative per una convivenza pacifica; che lottasse per ricostruire un tessuto sociale frantumato dalla violenza politica. La sua lotta, il suo sforzo, il suo lavoro, non furono inutili. Il segno che ha lasciato per tutta la popolazione, ha acceso una luce, ha aperto un cammino.
Quest’anno il decimo anniversario della morte di M.Geradi, è stato un evento ancor più risonante. La camminata pubblica volle essere una chiara denuncia verso la situazione politica, sociale ed economica del municipio di San Marcos. In special modo contro le inversioni transnazionali (miniera a cielo aperto, centrali idroelettriche, mono-coltivazioni, imprese che forniscono di energia), che non beneficiano la comunità, ma anzi disrtuggono le risorse ambientali naturali, affinchè il governo guatemalteco prenda le dovute decisioni verso chi si crede padrone di questo paese, intimidando e minacciando di morte agenti della Pastorale che si oppongono ai suddetti progetti.
“Questo cammino è stato e continua ad essere pieno di rieschi, però la costruzione del regno di Dio presenta rischi, e solo i suoi costruttori sono coloro i quali hanno la forza per affrontarlo”. (M. Gerardi)
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