Scritto da Laura Teodori
Il progetto Remhi, recupero della memoria storica, è un’azione della Pastorale Sociale, della Diocesi di San Marcos, che ha come obiettivo principale la ricerca di verità, giustizia, pace e riconciliazione. Attraverso l’accompagnamento delle comunità rurali più emarginate, in termini di appoggio spirituale, sociale e burocratico, si cerca di contribuire alla ricostruzione del tessuto sociale disgregato dal conflitto armato interno (1960-1996) e di educare la popolazione affinché gli orrori del passato non tornino a ripetersi mai più. Il progetto Remhi, nasce nel 1995 da una proposta dell’ufficio Diritti Umani dell’Arcivescovado di Guatemala, il cui responsabile era Monsignor Juan Jose Gerardi. Lo scopo era quello di realizzare un “rapporto” che portasse a conoscenza della popolazione più povera, la storia del conflitto armato interno, evidenziando le cause, i responsabili, i meccanismi del terrore utilizzati e le vittime civili, con la speranza che, attraverso il recupero della memoria storica, si crei una coscienza critica che permetta di costruire un futuro migliore. Il rapporto “Guatemala nunca mas”(1), fu presentato tre anni più tardi da Monsignor Gerardi, nella cattedrale della città capitale. Due giorni più tardi M. Gerardi viene brutalmente assassinato per mano dell’esercito, e il 26 aprile quest’anno ricorre il decimo anniversario del suo martirio. Riflettere e interrogarsi sulle vicende del passato, per individuare successi e fracassi, è stata sempre una delle parti più importati del cammino che il Remhi ha percorso assieme alle vittime del conflitto armato.
“Un popolo che dimentica la storia è condannato a ripetere gli stessi errori”; qui si incontra uno dei principi ispiratori del lavoro del Remhi: recuperare la memoria, farla presente ed apprendere da essa, per appoggiare così la costruzione di un futuro migliore e differente per il popolo Guatemalteco.
La verdad bajo la tierra(2)
Oggi giorno per il progetto Remhi, una delle sfide più importanti è dare dignità alle vittime e ai loro familiari. Una della maniere, che secondo la visione del Remhi, consente di raggiungere la sanzione del dolore è quella di portare a termine esumazioni che portino alla luce i resti dei corpi massacrati e sepolti nelle fosse clandestine; resti ossei di chi un giorno soffrì le atrocità commesse dall’esercito durante i 36 anni di conflitto armato interno e che la maggioranza della popolazione ancora oggi ignora. Sottoterra sono ancora nascosti tutti gli avvenimenti dell’epoca della repressione a scapito della popolazione più povera ed emarginata, che i responsabili coprirono sotto la terra insanguinata, sperando che i corpi delle vittime mai comparissero. Oggi lo scopo non è solo conoscere la verdad bajo tierra: soprattutto diffondere “la verità sopra la terra” affinché fatti somiglianti non si ripetano Mai Più!
Educaciòn popoular(3)
Un altro filone importante su cui attualmente il Remhi si sta concentrando riguarda l’educazione popolare: laboratori di formazione rivolti a studenti, maestri, animatori della riconciliazione e catechisti con l’ obiettivo di educare a una cultura di pace e riconciliazione. La proposta pedagogica prevede la diffusione del contenuti del rapporto “Guatemala Nunca Mas”e di altri testi che documentano la storia del conflitto armato in Guatemala e che inverosimilmente non è prevista dai programmi scolastici. Attraverso un linguaggio semplice e delle dinamiche adatte ai destinatari, si cerca di riflettere sulla memoria storica per imparare dal passato, comprendere meglio il presente e costruire un futuro migliore per il Guatemala. Solo sensibilizzando la popolazione e creando nei giovani una coscienza critica si riuscirà a mettere in atto i valori del rispetto e della convivenza pacifica, e a creare finalmente una cultura di pace!
Note:
1. “Guatemala Mai Più”
2. “La verità sotto terra”
3. “Educazione popolare”
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