Editoriali

Ricordando il sacrificio di Gabriele Moreno Locatelli sul ponte Vrbanja a Sarajevo. Per la Pace

3 ottobre 1993: sospendete subito ogni azione o minaccia di guerra: questa la richiesta dei 500 partecipanti alla marcia nonviolenta a Sarajevo. Il problema non è che non muoia l’uno o l’altro di noi, è che cittadini innocenti muoiono tutti i giorni. I partecipanti alla marcia ricordano l’amico Moreno e ancora affermano il loro amore per la vita: la nostra, quella degli abitanti di Sarajevo, quella di tutti.

Scritto da Padre Angelo Cavagna (Presidente del Gavci)

C’è una bellissima tesi di laurea, presentata sotto la direzione del prof. Antonio Papisca della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Padova, realizzata da Mariagrazia Bonollo nell’anno accademico 1994-1995, dal titolo: “Il ruolo politico delle istituzioni di società civile globale nella ex Jugoslavia – Beati i Costruttori di Pace”. La tesi descrive tutte le iniziative nella ex-Jugoslavia da parte dei Beati i Costruttori di Pace, a cominciare dalla marcia dei 500 (498 persone, di cui 466 dall’Italia, 22 dalla Spagna, 10 da Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Austria e Olanda), realizzata nel dicembre 1992.
La tesi riporta integralmente tutti i documenti relativi a tali azioni, compreso il gruppo permanente a Sarajevo (da 1 ad un massimo di 10 persone), susseguito alla marcia dei 500. Fu all’interno di tale gruppo, del quale faceva parte anche il sottoscritto, che si verificò l’azione di interposizione nonviolenta “Ponti al posto di frontiere” sul ponte Vrbanja, ai cui angoli si confrontavano i contrapposti gruppi armati.
Il significato del gesto era ben esplicitato nel “Messaggio Politico”, destinato ai vari belligeranti. Cito solo alcuni passaggi: “APPELLO AI GOVERNANTI DEL MONDO: Sospendete subito ogni azione o minaccia di guerra. Inviate subito “Forze ONU di interposizione” sui vari fronti di guerra, con finalità e metodi propri di polizia internazionale, senza ulteriori massacri. E’ improcrastinabile la riforma dell’ONU in base ai principi della Carta Costituente del 1948: che sia “l’ONU dei popoli” e si abolisca il numero dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza e il diritto di veto; i governi cedano all’ONU le truppe necessarie di polizia internazionale e queste siano sotto il comando diretto dell’ONU stessa… Aprite i tavoli di discussione, per cercare le giuste soluzioni di pace ai rappresentanti delle forze sociali e religiose veramente espressive del sentire della gente, nonché ai premi Nobel per la pace. PACE GIUSTA PER TUTTI ! Noi amiamo la vita: la nostra, quella degli abitanti di Sarajevo, quella di tutti. Anche se dovessero esserci fra noi feriti o morti, ciò non può essere strumentalizzato a fini di parte o di qualsiasi guerra, ma deve solo servire al fine degli interventi di polizia internazionale, umanitario e di pace giusta, come sopra indicato. PACE GIUSTA PER TUTTI !”.

I giornali italiani diedero subito la colpa dell’uccisione di Moreno ad un cecchino serbo. Nessuno di noi disse ciò. Da ulteriori ricerche pare che la colpa vada cercata nella parte opposta. Va detto che i cittadini di Sarajevo compresero il gesto e raccolsero migliaia di firme per chiedere al sindaco di dedicare la via adiacente al ponte Vrbanja proprio a Gabriele Moreno Locatelli, cosa che il sindaco fece, aggiungendo: “I cittadini di Sarajevo ti ringraziano”.
Aggiungo una sola notizia. Siccome, tornato in Italia, sui giornali apparivano preoccupazioni dei ministri degli Interni e degli Esteri per evitare che altri volontari e pacifisti italiani morissero in missioni di soccorso e di pace, scrissi al ministro degli Esteri Beniamino Andreatta: il problema non è che non muoia l’uno o l’altro di noi; è che a Sarajevo e a Mostar cittadini innocenti muoiono tutti i giorni. Occorre far finire le guerra. Per questo occorre organizzare patti di pace, ai quali far partecipare rappresentanti autentici del popolo, magari con l’aiuto dei premi Nobel per la pace.
Il ministro Andreatta fece rispondere che era d’accordo. In effetti, sia pure dopo alcuni mesi, apparve sui giornali una sua lettera, datata 12 febbraio 1994, indirizzata al Segretario Generale dell’ONU Boutros Boutros Ghali, nella quale tra l’altro diceva: “L’Italia è pronta a svolgere il proprio ruolo… Le proporrei di convocare a Firenze una riunione operativa, alla quale far partecipare rappresentanti ONU…, nonché il presidente della Conferenza degli Stati Islamici e i premi Nobel per la Pace degli ultimi anni”.
Purtroppo di lì a poco cadde il governo e il nuovo non fece più nulla.

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