Caschi Bianchi Zambia

La pagella della scuola speciale

Il risultato dei mesi trascorsi alla scuola speciale per disabili di Ndola non è quantificabile su un registro, ma è rappresentato dal sorriso e dalla serenità di bambini esclusi dalla società, che oggi sentono di avere un loro posto, di poter giocare e interagire con i compagni, di poter chiedere a un adulto: gioca con me!

Scritto da Mirella Cacciola, Casco Bianco a Ndola

Cashimilo ha sette anni ed è disabile, non ha sviluppato i muscoli delle gambe e delle braccia e cammina gattonando, veloce come un furetto. A volte con molta fatica prova a mettersi in piedi se qualcuno lo regge. È arrivato alla nostra classe speciale a marzo di quest’anno.
Quando è arrivato Cashimilo era molto silenzioso e inquieto, ci guardava con gli occhioni spalancati come fossimo extra terrestri, curioso e stupito. A scuola con lui vengono i suoi fratelli Benjamin e Margaret, che non hanno ritardi mentali o problemi fisici, ma non possono frequentare la scuola “normale” perchè la famiglia non potrebbe sostenere i costi delle uniformi e del materiale didattico. Il fratello si prende molto cura di Cashimilo, guida la carrozzina che usa per venire a scuola, e durante la mattina è sempre molto attento alle sue richieste.

Poche settimane fa siamo andate a trovarli a casa. Fuori abbiamo trovato la mamma che ci ha subito fatti entrare, ci siamo accomodati mentre lei allattava la sua ultima figlia di quattro mesi.
Eravamo nella stanza che la notte diventa la camera da letto dei suoi cinque figli, si accatastano le poltrone e si dorme tutti insieme sul pavimento. Un’altra camera separata da una tenda è quella dove dormono i genitori. La mamma ci diceva che quando hanno qualcosa da mangiare, lo cucina davanti casa col carbone.
Mentre lei parlava io guardavo incantata Cashimilo che giocava teneramente con la sorellina, pensavo come sarebbe bello se potesse camminare, ma lui mi ha distolta dai miei pensieri fissandomi con gli occhi belli che si ritrova. Nei pochi mesi che ha trascorso a scuola, Cashimilo è diventato molto più aperto, sorride spesso e interagisce con gli altri, li chiama e gioca con loro.Jenipher è una bimba di otto anni molto particolare. La nostra classe speciale è la sua prima scuola. Quando è arrivata a marzo sembrava un animaletto, seduta a terra con la testa china e le gambe curve. Stava chiusa nel suo mondo, si guardava intorno silenziosa e assente. Adesso a volte bisogna richiamarla perché troppo chiassosa! Appena arriviamo a scuola ci dà il buongiorno con un sorriso pieno di energia e poi inizia a chiacchierare, a cercarci per fare una passeggiata, la si tiene per le braccia e lei muove i piedini, balla, saltella, cantandoci una canzone tradizionale. Arriva il momento in cui la metto a sedere per riprendere un po’ le forze e spesso mi chiedo cosa è successo in questi mesi?!
È solo venuta a scuola ogni giorno e pian piano quella bambina cupa ed emarginata, abituata ad essere lasciata a se stessa si è trasformata in una bimba loquace, piena di vitalità, dall’espressione serena e luminosa.

Cashimilo e Jenipher sono il risultato dei mesi trascorsi qui, un risultato che non è quantificabile in numeri e cifre, che non deriva da competenze mie specifiche, un risultato a cui non si può dare un voto, una denominazione di obiettivo raggiunto, un risultato che non saprei schedare su un registro.
Questi due bambini, insieme ai loro compagni, sono il risultato delle mattine trascorse insieme, tante soltanto seduti su quel gradino dove batte sempre il sole, a scaldarci insieme dopo una notte fredda. Questi bambini hanno riempito tante giornate apparentemente insulse, di quelle in cui devo rimotivarmi, in cui cerco il senso di stare ancora qui, di andare ogni giorno a scuola e sapere di non avere, in fondo, un ruolo, di dover far sempre tanta fatica a capire gli insegnanti, a trovare insieme un modo di trascorrere le ore coi bimbi.
E tante volte mentre mi perdevo nei miei pensieri osservando il panorama intorno, sono arrivati loro a catturare la mia attenzione, chiamandomi “Ba Mirela!!” quasi a dirmi “Ehi, non farti tante paranoie, gioca un po’ con me!”

Progetto scuole speciali
Iniziato da Tina Bartolini nell’estate 1985, il progetto prevede l’accesso alla scuola a bambini e ragazzi con difficoltà di apprendimento. Attualmente le scuole sono due: la Holy Family School è una struttura autonoma appena fuori città che ha attualmente 20 ragazzi iscritti, mentre l’altra scuola speciale, con 21 iscritti, è inserita nel complesso della scuola pubblica del compound di Nkwazi.
Gli allievi hanno problematiche ed età diversificate (dai sette ai diciotto anni). L’accesso alla scuola avviene in seguito ad un colloquio e ad una valutazione da parte degli insegnanti.
Entrambe le scuole risultano essere semiprivate: i docenti e parte delle spese sono a carico del sistema pubblico, mentre il personale ausiliario e tutte le altre spese di gestione sono coperte da donazioni e dai fondi raccolti tramite le adozioni a distanza.

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