Come tutti i Caschi bianchi della Comunità Papa Giovanni XXIII nella zona sud di Santiago, sto lavorando all’interno del servizio Justicia y Paz. Con i responsabili del servizio stiamo portando avanti un lavoro di monitoraggio dei diritti dei bambini in Sud America. Inoltre sto lavorando con Chiara, altro Casco Bianco, in un gruppo di bambini all’interno del Centro Comunitario Infanto Juvenil Acuarela, nella Comuna de La Pintana. Da questo incrocio di impegni è nata la possibilità di partecipare, con altri monitor e Luis, Ninoska, Escarlet e Richard, quattro ragazzi del centro, a una serie di incontri in preparazione al Forum cileno dell’ Infanzia che si è svolto il 26 e 27 maggio a Temuco. Il forum è il risultato di una serie di attività che alcune organizzazioni della zona metropolitana di Santiago hanno portato avanti per tutto il 2006, che sono sfociate nella partecipazione al Foro Sociale Cileno svoltosi a Santiago 25 e 26 novembre scorso.
Partecipare agli incontri con questo gruppo di bambini, bambine e adolescenti è stata per me un’esperienza molto interessante perchè ho potuto sperimentare come possa essere valorizzato il protagonismo dei bambini nell’organizzazione di un evento di portata nazione e internazionale. La stesura del programma, i tempi, le modalità ma soprattutto i temi che sono stati trattati durante il Foro, sono emersi dalle discussioni e dagli esercizi-gioco che i monitor e gli stessi ragazzi gestivano. Tutto il materiale emerso dalle attività è stato poi analizzato e organizzato dagli stessi adulti: ci siamo, infatti, incontrati in una serie di riunioni, durante le quali in una quindicina discutevamo e utilizzavamo le idee e i contributi non solo dei bambini e ragazzi di Santiago, ma anche ciò che era stato raccolto nelle altre regioni del Cile. Ho avuto la possibilità di confrontarmi con persone che avevano una grande esperienza nel tema del disagio infantile e che lavoravano mossi da una grande passione per il loro lavoro.
È stato molto significativo riunirci nelle población(1) dove questi bambini e ragazzi vivono, immergersi direttamente nella loro realtà e comprendere come la conoscenza dei temi che si preparavano a discutere, fosse dovuta all’averli vissuti durante la propria vita, il che dava maggiore legittimità alle loro parole e allo stesso Foro. La concretezza e la complessità delle argomentazioni che venivano usate rendevano i temi estremamente interessanti le discussioni di persone tra gli otto e i sedici anni.
I temi erano giustizia sociale, cultura e svago, lavoro infantile, partecipazione e protagonismo infantile, ambiente, violenza familiare, discriminazione ed educazione.
La modalità di discussione adottata durante gli incontri di preparazione è stata riproposta anche durante il forum, con l’aggiunta di nuovi bambini, bambine e adolescenti che venivano da altre regioni, ma anche di due rappresentanti della Rete Latinoamericana dell’Infanzia del Paraguay. Ciò ha permesso il confronto tra coetanei che venivano da realtà molto diverse e che portavano nuove prospettive alle tematiche: basti pensare che la zona di Temuco è la zona dove vive la maggior parte della popolazione Mapuche, il popolo originario del Cile, oppure al fatto che una delle organizzazioni era composta da migranti, soprattutto provenienti dal Perù.
Non bisogna pensare che siano stati due giorni di solo lavoro perchè, avendo i bambini stessi deciso il calendario e i tempi del Forum, erano previsti spazio per il divertimento e i festeggiamenti.L’idea del Forum nasceva dalla necessità che i bambini e gli adolescenti fossero presenti e facessero ascoltare la loro voce in occasione dell’incontro dei ministri che si occupano di infanzia e adolescenza in ventidue paesi iberoamericani, e che si riunivano per prendere decisioni sul tema della coesione sociale e della politica pubblica.
Dal mio punto di vista il momento più significativo per i bambini e i ragazzi, ma anche per noi monitor, è stata la marcia per le strade di Temuco. Eravamo 200 persone, con moltissima voglia di festeggiare, ballare, suonare, insomma fare più “casino” possibile, perchè si aveva qualcosa da dire e bisognava essere ascoltati, non solo dai ministri, ma anche dalla gente comune, quella che passeggia per le strade e che dipende dalle decisioni dei ministri. È stato come liberare tutta l’energia che si era accumulata per due giorni e che, nonostante le poche ore di sonno e il freddo, si è scatenata con colori, tamburi, fischietti e cartelloni. Insomma una vera festa itinerante che si è conclusa nella piazza centrale di Temuco dove è stata letta la dichiarazione finale del Foro.
La stessa dichiarazione è stata letta a Pucon, cittadina più a sud, alla presenza dei ministri da tre rappresentanti. Una dei tre bambini scelti é stata Ninoska, del nostro CCIJ Acuarela, della Comunità Papa Giovanni XXIII, cosa che ha reso ancora più intensi questi tre giorni. Contemporaneamente a Santiago si svolgeva un altro evento molto importante: la consegna della dichiarazione da parte di alcuni rappresentanti al palazzo della Moneda(2), occupando Piazza Constitucion e rendendo visibile, anche nella città di Santiago, il lavoro svolto da alcuni suoi cittadini.A seguire riporto la Dichiarazione Finale del primo Foro Infancia Chile che unisce un lessico e una struttura molto semplice a contenuti estremamente profondi e complessi: la dichiarazione è espressione delle parole e dei concetti che si utilizzavano nei gruppi di lavoro.
QUESTE MANI CONSTRUIRANNO UN DOMANI MIGLIORE
All’interno del quadro delle attuali riunioni che realizzano le persone adulte, ci rivolgiamo alla Signora Presidenta, alle autorità di governo del Cile, autorità regionali, rappresentanti dei governi iberoamericani, coalizioni di ONG, bambini, bambine, giovani dei paesi Iberoamericani, comunità in generale.
I bambini, le bambine, i giovani e le giovani partecipanti al Foro Sociale Cile Infanzia 2007, espongono:
DICHIARAZIONE PUBBLICA
Come conclusione del menzionato Forum, a cui hanno partecipato 114 rappresentanti di organizzazioni infantili-giovanili delle regioni di Arica e Parinacota, di Valparaiso, Metropolitana di Santiago, del Bio-Bio, Araucania e invitati della Piattaforma Nazionale Rete di Organizzazioni di bambini, bambine e adolescenti del Paraguay e della Rete Latinoamericana del Caribe di Bambini, bambine e adolescenti dichiariamo:
– Rispetto alla partecipazione protagonista di bambini, bambine e giovani: il problema è che non esistono possibilità di partecipazione, dal momento che dobbiamo aspettare che gli adulti e le adulte ci diano l’opportunità di esprimerci.
Loro ci vedono come minori: senza capacità di esprimerci, di organizzarci e senza capacità intellettuali. Noi non siamo d’accordo con questa posizione, quindi proponiamo di creare un’alleanza con gli adulti, perchè possano conoscerci, valorizzarci, rispettarci e considerarci, dal momento che abbiamo la capacitá di partecipare e apportare idee innovatrici per cambiare il punto di vista degli adulti nei nostri confronti.
Quindi il nostro impegno è creare e rafforzare un’organizzazione in rete per costruire questa alleanza.
– Per quanto riguarda la giustizia sociale, consideriamo che questa sia minacciata dalla diseguaglianza economica, dall’ingiustizia, dalla violenza intrafamiliare, dal non rispetto dei diritti umani e dei diritti di bambini e bambine.
Consideriamo fondamentale di fronte a questa situazione il rispetto di bambini e bambine, il rispetto del proletariato e dei suoi stipendi, e che il governo destini più fondi per lo svago, per un’educazione basata sui valori e per garantire l’alimentazione; che i genitori rispettino i figli e le figlie, che ci facciano conoscere i nostri diritti e non solo i nostri doveri, e che nel nostro paese si rispettino le differenze.
– Ci rendiamo conto che la discriminazione è un abuso di potere, da parte di alcune persone che si sentono superiori ma non lo sono, e che si manifesta nei confronti di persone sole e senza protezione., verso coloro che sono differenti per il colore della pelle, per la nazionalità, per la religione o per la povertà che stanno vivendo.
Quindi proponiamo di generare un dialogo che includa le persone che discriminano, per sottolineare che nessuno è superiore all’altro. Ci impegnamo a stare attenti quando noi stessi stiamo discriminando e a non farlo più. Dobbiamo rispettarci gli uni gli altri per conoscere le nostre qualitá e ricchezze, accogliendo nelle nostre organizzazioni le persone che sono state in qualche modo vittime della discriminazione.
Infine, rifiutiamo le ideologie che predicano contro la vita e la diversità.
– Nell’analisi dello stato attuale dell’educazione esistono vari problemi tra i quali ci sembra urgente la disuguaglianza tra le scuole municipali e private. Non è stata data giust priorità nella distribuzione dei fondi disponibili e non sono state mantenute le promesse dei laboratori previsti per la giornata scolastica completa. Per questo proponiamo che il Ministero dell’Educazione destini i fondi necessari per disporre di un’infrastruttura adeguata, migliorare gli stipendi del personale paradocente e dei professori, per evitare che insegnino solo nelle scuole private e offrire loro corsi perchè possano insegnare sempre meglio ad alunni e alunne; che si preoccupino delle scuole rurali, che hanno a disposizione minori risorse e offrono a bambini e bambine meno possibilità di continuare con gli studi superiori.
Ai professori e professoresse chiediamo che mettano tutto il loro impegno per insegnare bene e a tutti allo stesso modo, sia nelle scuole municipali che nelle scuole private.
Che le scuole che si trovano in cattivo stato siano riparate e che le famiglie possano esigere sia strutture che professori di qualità.- Per quello che riguarda l’ambiente, ogni giorno ci ammaliamo per il fumo delle sigarette, che produce malattie respiratorie, inoltre nei settori in cui viviamo siamo costretti a vedere un eccesso di rifiuti per mancanza di raccoglitori adeguati.
Consideriamo l’acqua come bene fondamentale degli esseri viventi, la sua contaminazione da parte delle grandi imprese per i loro interessi economici può essere la causa delle secchezza dei fiumi e dei laghi, dal momento che l’acqua non è un bene rinnovabile. In più se si estraggono grandi quantità di materie prime dalla natura, lo stato si deve preoccupare di riforestare. Per questo ci compromettiamo nei settori in cui viviamo a raccogliere i rifiuti dalle strade. In più sarebbe importante realizzare programmi di radio e TV per creare coscienza sul tema. E chiediamo al governo di creare politiche che proteggano l’ambiente che ci circonda.
– Per quanto riguarda gli spazi di svago e cultura, vogliamo segnalare che sono molto limitati, con infrastrutture vecchie e illuminazione spesso non funzionante, risultando insicuri per bambini e bambine. Nell’ambito culturale il problema principale è l’accesso, dal momento che le entrate sono di alto costo. Nelle regioni fuori Santiago, le attività culturali sono poche, per questo proponiamo che l’arte e la cultura siano accessibili a tutte le regioni e classi sociali del paese, offrendo maggiori opportunità a bambini e le bambine. Proponiamo che il governo promuova l’incentivo alla lettura nelle scuole e che i luoghi dove si svolgono le attività di svago e divertimento siano più sicuri e con maggior illuminazione.
Chiediamo che vengano generati spazi per lo sviluppo dello svago e la cultura.- Una delle principali problematiche che coinvolgono bambini, bambine e adolescenti è il maltrattamento infantile e la violenza intrafamiliare, che si manifesta in maltrattamento fisico, psicologico, verbale e abuso di potere: lo si può vedere nelle scuole e negli asili infantili, nelle case, nelle strade; con lo sfruttamento sessuale o il lavoro, quando il capo abusa del suo potere. Tutto questo provoca solitudine, umiliazione, sensazione di poca protezione, sentimento di pena, rabbia, tristezza, mancanza autostima, che può sfociare in depressione fino ad arrivare al suicidio. In più esiste il rischio di ripetere il maltrattamento nel futuro da parte di bambini e bambine che sono stati maltrattati o maltrattate.
Crediamo che un buon trattamento verso i bambini e bambine si rifletta nel rispetto, nell’autostima, nella protezione, nella sicurezza, nella comunicazione, nella socievolezza e nelle buone relazioni di amicizia e affetto.
Considerando tutto questo, proponiamo quanto segue per migliorare la nostra vita e quella di molti bambini, bambine e adolescenti:
– penalizzazione giusta e processi corti per le persone che maltrattano nelle scuole e per gli sfruttatori del lavoro infantile;
– che ci siano laboratori educativi nelle scuole perchè tutti possano essere informati sul tema;
– che si possano ridurre le 48 ore per iniziare la ricerca quando un bambino o una bambina scompaiono;
– che le autorità non debbano concentrarsi solamente sulla violenza familiare, ma anche sullo sfruttamento sessuale e sullo sfruttamento del lavoro infantile;
– che la polizia abbia autorizzazione rapida di ingresso nelle case dove si sta maltrattando in forma evidente, un bambino e una bambina.
– Per quello che riguarda il lavoro minorile: esso ha numerose cause, quali il far fronte alle necessità basiche, la disuguaglianza economica, il poter raccogliere soldi per studiare e il fatto che molte volte tutto questo fa parte della cultura familiare. È possibile che avvenga lo sfruttamento, la poca attenzione per lo studio o lo svago, e che il lavoro si effettui in cattive condizioni provocando problemi fisici e psicologici.
A questo riguardo proponiamo:
– che si regoli il lavoro attraverso un ente fiscalizzatore che possa determinare età, orario e stipendio per quelli che hanno raggiunto l’età legale per lavorare e che hanno l’autorizzazione dei genitori;
– che esista un contratto e il diritto ad una pausa nel lavoro ;
– che si penalizzino gli sfruttatori e si possa dare appoggio a bambini e bambine vittime di questa pratica, includendo lavori familiari.
Con questa dichiarazione esprimiamo i nostri sentimenti, la nostra visione, raccogliamo le nostre aspettative e trattiamo alcuni dei problemi che più ci preoccupano. Vogliamo contribuire alla organizzazione infantile e giovanile, perchè la forza che ci ha convocato in questi giorni si mantenga nel tempo.
Speriamo nella risposta di tutte le persone cui ci rivolgiamo e siamo aperti a dialogare su tutti i temi e problemi che ci riguardano e disposti a lavorare insieme per trovare le possibili soluzioni.
Temuco, 26 Maggio 2007
2. La Moneda è la sede del governo cileno. Situato in pieno centro, è un luogo importante per tutti i movimenti sociali cileni e latinoamericani. Infatti, l’edificio fu bombardato dagli stessi militari cileni l’11 settembre del 1973, durante il colpo di stato del generale Pinochet. Il luogo assume ancora maggiore valore, poiché in quella occasione venne ucciso il Presidente Salvador Allende, simbolo della possibilità di cambiamento in favore delle classi più popolari.
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