Caschi Bianchi Zambia

Magia bianca e stregoneria

Infiammazioni, dolori alle ossa, artriti, epilessia, malaria e sterilità femminile: questi i mali a cui i guaritori tradizionali sanno porre rimedio. Ma si garantiscono risultati immediati anche per soluzioni di altro tipo, e i rituali magici possono richiedere il coinvolgimento di terzi, che vengono sottoposti a macabri riti: la paura e il sospetto aumentano.
Un approfondimento sul fenomeno: le opinioni di medici tradizionali e di dottori della magia zambiana

Scritto da Isaura Lopes Ramos, Casco Bianco a Mansa

I fatti

Tutto è cominciato con una manifestazione. Era il 10 febbraio e centinaia di studenti, di ogni ordine e grado protestavano contro una giustizia incomprensibile, intonando canzoni e recitando poesie.
In quegli stessi istanti, mi trovavo nell’ufficio HBC di Mansa a sistemare medicine che in seguito avrei distribuito tra i pazienti sparsi nei villaggi circostanti. Alla mia domanda su quale fosse la causa di quel manifestare mi è stato risposto:witchcraft.
La mia prima reazione, un misto di incredulità e derisione, è stata subito seguita dalla voglia di approfondire l’argomento. Ma prima di tutto i fatti.

Durante il mese di gennaio, nel Tribunale di Mansa, si è discusso un caso controverso: la violenza sessuale ai danni di una bambina di 11 anni da parte dell’amante della madre. La stessa donna (un’imprenditrice locale molto influente e benestante) è inoltre accusata di aver pianificato l’uccisione del marito, colpevole di non aver voluto acconsentire ai suoi progetti d’espansione imprenditoriale. L’omicidio seguito dalla violenza sessuale fa parte di un rito di stregoneria consigliatole da uno stregone a cui la donna si era rivolta per incrementare il suo patrimonio. I tentativi della figlia di confidarsi con la madre sono stati ricambiati da intimidazioni e minacce.
La bimba però, a causa di forti dolori e numerose ferite inflittele durante il rito magico, si sfoga con alcuni parenti, che prima la portano all’ospedale, dove viene confermato l’abuso. e in seguito denunciano l’accaduto alla polizia locale. Il caso viene discusso presso la Corte di Giustizia di Mansa, ma la donna e il suo complice vengono assolti; per il giudice non sussistono prove sufficienti per condannarli; per la gente comune quest’ultimo è stato corrotto.
L’ingiusta sentenza è sulla bocca di tutti gli abitanti di Mansa e al centro di numerosi dibattiti radiofonici. Contrariamente, sulla carta stampata non viene riportato nulla sull’episodio.

Sui due quotidiani principali zambiani, il Post e il Times of Zambia trovo invece numerosi altri casi legati alla stregoneria. Per citarne solo alcuni: il 1 febbraio 2007, il Times of Zambia, riporta il caso di una sedicenne di Kabwe rapita da quattro uomini mentre tornava da scuola. Condotta in un luogo nascosto è stata sottoposta ad un rituale di stregoneria. Secondo quanto ha confermato il portavoce della polizia di Kabwe, Benny Kapeso, i quattro sospettati hanno prima pugnalato il braccio sinistro della ragazza, l’ hanno costretta a bere il suo stesso sangue ed a farle mangiare una non ben identificata qualità di carne cruda. Il rituale si è protratto per molte ore. In un altro episodio, denunciato sempre dallo stesso giornale, un ragazzo diciannovenne di Kitwe è stato ucciso dalla propria madre per aver rivelato il coinvolgimento familiare in attività di stregoneria; la paura di essere umiliata tra i vicini ha portato la donna ad uccidere il figlio.
Sul Post, nella pagina delle inserzioni, tra un augurio di Buon Compleanno, dichiarazioni d’amore e auto in vendita, si trova quotidianamente pubblicizzata l’attività del Professor Kabwela Kumanda: dottore, guaritore, chiromante e astrologo, dispensatore di soluzioni per coniugi fedifraghi, talismani e amuleti per guarire indistintamente qualsiasi tipo di malattia (compresi i tumori), vincere al casinò o le elezioni politiche, nonché trovare il sospirato partner ideale. Si garantiscono risultati immediati.
Nei giorni a seguire mi capita di vedere durante il telegiornale principale delle 19.00, sull’unico canale pubblico, principale fonte d’informazione televisiva zambiana, ZNBC, servizi giornalistici in cui delle donne considerate streghe vengono ferocemente linciate dalla folla e condotte in prigione. Secondo le persone intervistate, le streghe hanno perso l’orientamento durante il loro volo notturno ed è per questo che il mattino seguente sono state trovate schiantate su delle case, nude e prive di sensi.

La parola ai “medici”

Nel tentativo di avere più informazioni sulla questione, mi reco presso l’AVAP (Ufficio per la democrazia elettorale). Il direttore mi informa dell’esistenza di una legge che regolamenta la stregoneria e mi indirizza presso il Legal Resource Foundation dove è possibile reperirne una copia. Il Legal Resource Foundation è un’organizzazione non-profit che fornisce consulenza ed assistenza legale alle categorie svantaggiate della società zambiana in relazione alla violazione dei diritti umani. Mi accoglie nel suo studio il responsabile della fondazione, il paralegale Lwendela Chinyanta, e con molta disponibilità mi lascia consultare la legge. La prima emanazione del Witchcraft Act (capitolo 90 delle leggi dello Zambia) risale al 1914 mentre l’ultimo atto è del 1994. La legislazione coloniale inglese non riuscendo a dare una definizione precisa del termine, fornisce solamente una vaga interpretazione delle azioni, pratiche e strumenti riconducibili ad essa, nonché la messa al bando di tale pratica con le relative pene previste per chi ne fa una professione o fa uso di poteri sovrannaturali.
Mentre consulto tale legge il paralegale mi propone di incontrate il Dr. Kasongo, rinomato e rispettato traditional healer (guaritore tradizionale). Il “dottore” che incontro quello stesso pomeriggio altro non è che il Presidente per la provincia del Luapula del THAPAZ, (Traditional Healer and practicion Association of Zambia), un’organizzazione che riunisce medici spirituali, erboristi e cacciatori di streghe. Inizio chiedendogli di parlarmi della sua attività e lui, disponibile e rilassato, mi risponde: “La nostra organizzazione è stata riconosciuta legalmente dallo stato zambiano nel 1978 e disponiamo di una nostra costituzione. Il nostro unico scopo è alleviare il dolore e possibilmente guarire. Non abbiamo soluzioni per tutte le malattie, forniamo assistenza medica e spirituale. Soprattutto nei villaggi rappresentiamo il primo punto di contatto in caso di malattia; secondo le statistiche l’80% delle persone si rivolge a noi medici tradizionali e solo il restante 20% si reca presso gli ospedali. Questo perché il dottore tradizionale è sempre a contatto diretto con le persone, vive tra di loro, e viene a crearsi un rapporto di fiducia che negli ospedali manca. I medici, inoltre, sono negligenti, distratti e sempre troppo occupati, senza contare la lontananza e il numero esiguo delle strutture sanitarie. Per di più le medicine naturali sono meno tossiche di quelle convenzionali. In fondo noi facciamo quello che i normali dottori fanno, curare.
Tre settimane fa delle persone malate si sono rivolte prima all’ospedale, ma non riuscendo a guarire, sono venuti da me: gli ho dato delle erbe da bere e con cui fare il bagno e ora sono guariti. Chiunque curi è un dottore.

Gli chiedo di spiegami come ha sviluppato la sua arte e mi dice:Gli spiriti si sono manifestati a me tramite una malattia che mi ha perseguitato per più di un anno. Mi sono rivolto agli ospedali, ho pregato molto, ma nulla cambiava, ero sempre malato; così un giorno sono andato in una città ai confini con il Congo, dove vive un famoso erboralo. Invocando gli spiriti, lui mi ha fatto sentire subito meglio. Era lo spirito che tramite questa malattia cercava di annunciare la mia strada. Il mio lavoro doveva essere quello di guarire. All’inizio ho rifiutato questa chiamata; mi sono rivolto alla Chiesa per cercare di essere liberato di questa presenza, ma si sono rifiutati di ascoltarmi. Così alla fine ho accettato il compito che gli spiriti volevano da me, altrimenti mi avrebbero ucciso. Prosegue dicendomi: “Sai, io non ho mai studiato medicina, non sono mai andato all’Università, e mai mi sono interessato ai poteri curativi delle erbe, ma dopo questo avvenimento è come se avessi fatto sempre questo nella mia vita; andavo nei boschi di notte a raccogliere erbe con cui poi avrei guarito le persone senza neanche sapere il perché.
Quando gli chiedo se è di religione cattolica e in tal caso come riesce a conciliare entrambe le cose, mi risponde: “Io sono cattolico e nella Bibbia c’è un verso che recita: rispetta il guaritore, perché esso viene da Dio. Quello che faccio viene da Dio, io non inganno nessuno. Specifica però che quando ha manifestato il desiderio di sposarsi in Chiesa con rito cattolico, il prete si è rifiutato di celebrare il matrimonio e da allora non frequenta più, anche se continua a credere.

Gli chiedo come svolge la sua professione, sia individualmente che come presidente provinciale del THAPAZ: Con i membri della nostra Associazione ci incontriamo ogni tre mesi; discutiamo del nostro lavoro e delle numerose sfide che affrontiamo quotidianamente. Anche il Ministero della Salute ha riconosciuto il nostro ruolo nel mitigare la sofferenza. Per quanto mi riguarda vedo mediamente dodici clienti al giorno; le malattie che più frequentemente vengo a trattare sono infiammazioni allo stomaco, dolori alle ossa, artriti, epilessia, malaria e sterilità femminile. Quando lo interrogo sulle tariffe da lui praticate, afferma che un onesto e bravo dottore (e lui, ci tiene a precisarmi, lo è) chiede una cifra minima durante la prima visita e solo dopo la cura richiede l’intero compenso. Non vuole indicarmi però nessuna cifra.
Infine gli chiedo un parere sulla fusione tra rimedi naturali e rituali di stregoneria, così comuni in Zambia: “Bisogna distinguere innanzitutto tra la stregoneria buona e quella cattiva; quella cattiva è compiuta con il solo scopo di causare del male e non ha niente a che fare con la mia attività. Il Witchcraft Act che hai in mano è incompleto, in quanto è frutto dell’idea che gli inglesi hanno della stregoneria. Non è stata fatta dal popolo zambiano e quindi non rispecchia la nostra società. La morte è un avvenimento naturale, ma di fronte ad essa le persone hanno paura e pensano sia sempre colpa della stregoneria. È una credenza dura da rimuovere, ma quella buona esiste. Aiuta a mantenere il rispetto dovuto agli anziani e alle loro conoscenze, e la società si mantiene pulita.
Il nostro incontro termina. Lo attende un nuovo caso: una donna che non potendo aver figli, ha percorso molti km per poterlo incontrare ed avere un rimedio da lui.

Secondo le principali fonti d’informazione, in Zambia, almeno l’80% della popolazione è coinvolto nella pratica e utilizzo della medicina tradizionale. Essa costituisce di fatto il primo punto di riferimento in caso di malattia. L’uso della medicina tradizionale è dovuto all’elevato costo delle medicine convenzionali, alla prevalenza di credenze e abitudini culturali che perché no, a volte funzionano. Ma più spesso è una questione di non scelta che scaturisce dalla lontananza e scarsa presenza nel territorio di ospedali e centri di salute.
Secondo le dichiarazioni che il Dr.Canisius Banda, portavoce del Ministero della Salute, ha rilasciato al Post il 13 febbraio scorso, su una popolazione di dieci milioni, lo Zambia dispone solamente di 25.000 persone operanti nel settore sanitario. Di questi 25.000, circa 9.000 fanno parte dello staff di supporto che include contabili, impiegati e autisti. Il che si traduce in un livello d’impiego nel settore inferiore al 50%. A questi numeri è da aggiungere la più alta concentrazione di ospedali e cliniche nelle zone urbane, e il limitato servizio a causa di insufficienti risorse, scarsi medicinali ed attrezzature inadeguate. Su queste basi non è possibile ignorare il rilevante ed esteso ruolo giocato dalla medicina tradizionale per la cura di molte malattie

Dopo la conversazione con il Dr. Kasongo ho chiesto un’opinione sull’attività dei dottori tradizionali ad una persona quotidianamente a contatto con i malati. Domitilla Kalonda, infermiera per trent’anni presso il Mansa General Hospital ed ora coordinatrice locale dell’HBC mi dice: Noi africani amiamo i nostri dottori tradizionali, è nella nostra cultura; soprattutto nei villaggi, dove l’educazione scolastica è poco diffusa, le persone si rivolgono prima a loro. Certo non sono dottori nel vero senso della parola in quanto non hanno mai studiato medicina all’Università, ma i loro rimedi funzionano in alcuni casi. Io ad esempio ho sofferto per anni d’asma, finché un giorno mi sono rivolta ad un signore anziano di mia conoscenza che mi ha somministrato delle erbe e da quel momento non ho più sofferto d’asma. Se soffri di frequenti mal di testa è meglio rivolgersi agli anziani. Loro posseggono le erbe giuste per farti guarire. Quando le chiedo del coinvolgimento di molti medici tradizionali nei riti di stregoneria, liquida il discorso in poche frasi dicendomi: Sì, è quello che succede molto spesso. Ma la gente ci crede: forse è ignoranza, forse è semplicemente retaggio culturale.
Così come in lei, in tutte le persone che ho incontrato e a cui ho chiesto un parere, è radicata l’idea radicata che sia possibile tramite poteri occulti, esercitare un controllo della mente e del corpo sugli esseri umani.

Magia bianca e magia nera

La maggior parte degli zambiani distingue nettamente la magia cattiva, sorcery (fattucchieria) da quella buona, witchcraft. La prima viene considerata un’azione offensiva, deliberatamente presa contro la comunità e viene condannata come tale. Il mago cattivo, chiamato stregone, è di solito un uomo, lavora segretamente e da solo preparando pozioni ed amuleti. Durante i riti di magia nera lo spirito maligno viene invocato ed avvengono spesso incatenamenti e sacrifici umani.
La witch o strega è generalmente considerata essere una donna; non usa pozioni e si incontra durante la notte con le altre streghe. A differenza della magia nera, l’elemento caratterizzante è che non vi sono riti, cerimonie, incatenamenti o invocazioni che indichino l’operare della strega. È tutto semplicemente progettato nella sua mente. La gente crede che durante la notte, mentre i loro corpi dormono nelle case, il loro spirito voli altrove su schiene di animali, per incontrare altre streghe.
I dottori tradizionali, gli indovini e i witchdoctor (coloro che curano chi è stato stregato) amministrano “medicine”: un termine che comprende sia i rimedi naturali (foglie, radici, etc.) sia l’invocazione di influenze magiche o spirituali. La pratica di questi ultimi è una magia basata su una profonda credenza nell’universo spirituale e molte delle medicine che vengono somministrate rimandano alla malattia; ad esempio una foglia punteggiata può essere usata come rimedio per una pelle macchiata. Molti degli oggetti usati da queste persone si trovano a larga scala in qualsiasi mercato locale. Questa straordinaria collezione di oggetti che hanno la presunzione di avere poteri curativi e protettivi includono teschi, pelli, ossa, foglie, corna e così via. Con una profonda credenza nell’universo spirituale, il dottore e il paziente non guardano mai alla “cura” semplicemente dal punto di vista materiale; il potere del pensiero, la forte volontà nel dottore e la fede del paziente: questi sono gli ingredienti essenziali. In aggiunta, vi è la credenza nell’invisibile efficacia del rimedio, la pronuncia della parola corretta al momento giusto. Il dottore tradizionale è considerato come una specie di scienziato dal momento che cerca di scoprire e usare le leggi dell’universo non solo nella natura inanimata, ma anche tramite le forze spirituali. Molti sono gli ingredienti di un’efficace medicina: le semplici erbe devono essere preparate e mischiate con altri elementi e contengono l’incantesimo. Oltre alle erbe quindi, vengono spesso utilizzati parti di animali (pelle, sangue) e alcool.

Magia e religione sono strettamente collegati. L’avvento della religione cristiana non ha portato al superamento della tradizione. Anzi, le due “religioni” convivono. Una malattia inspiegabile o inattesa viene vista come segno di stregoneria. Ad esempio, in caso di mortalità infantile, molto frequente nei villaggi, si accusa automaticamente la madre o la matrigna di essere una strega. Da questo istante scatta il rituale: viene chiamato il witchdoctor (figura altamente rispettata nella società in quanto dotata di poteri speciali per combattere la stregoneria) a cercare dove è nascosta l’anima maligna, obbligando il sospettato tramite botte e ripetuti maltrattamenti a confessare. Ma su quali valori e credenze?
Gli obiettivi che si vogliono raggiungere tramite questi rituali sono, da un lato, il potere e il successo in termine di realizzazione politica, economica e sociale. Dall’altro, vi è però l’invidia, la gelosia, il desiderio di volere distruggere quello che altri hanno realizzato, l’egoismo in una miscela di rancore che induce alla vendetta.
Non si vuole banalizzare il ruolo giocato da questa pratica trazionale nella vita di questo popolo e neanche si può negare che l’uso di medicine “naturali” sia comune in ogni paese del mondo. Il problema sorge quando di fronte a malattie, decessi e sventure inaspettate si innescano meccanismi che alterano il naturale corso della vita umana. Ricorrere all’arte magica di dottori che sfruttano molto spesso le disgrazie altrui per ottenere buoni guadagni o crearsi un mestiere, può degenerare in situazioni ben più gravi e drammatiche. In questo caso credere nella stregoneria, sia essa buona o cattiva, si trasforma in una droga, o comunque in un falso rimedio molto pericoloso che avvelena la struttura sociale di un intero paese, generando una società basata sulla paura e mancanza di fiducia verso l’altro.
Il colonialismo e la successiva fase post-coloniale con i suoi venti di modernità, i progressi in campo medico e tecnologico, la globalizzazione, non hanno portato alla diminuzione di questa pratica. Tutt’altro.
Non bisogna dimenticare che tale credenza era largamente diffusa nel mondo occidentale tra il XV e XVII secolo, anche sotto lo stimolo dell’Inquisizione. La diffusa scolarizzazione e la diminuzione dei tassi di mortalità hanno sradicato in seguito tale pratica.
Ci sono voluti secoli perchè in Europa si smettesse di credere alle streghe e forse succederà anche qui: quando paura, falsi pregiudizi e credenze cederanno il posto a valori quali solidarietà, fiducia e forza della ragione.

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