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Crisi del Fondo de Solidariedad ecuadoriano: la gestione inefficiente delle imprese elettriche

I principali problemi del settore elettrico: insufficiente sviluppo della generazione di energia, deficit finanziario e gestione deficitaria delle imprese di distribuzione.

Scritto da Alfonso Zappone, Casco Bianco in servizio civile con Focsiv a Tùlcan.

Il Fondo de Solidariedad è un organismo pubblico, istituito per legge costituzionalmente autonomo, rappresentante dello Stato ecuadoriano nella proprietà del patrimonio nazionale, plasmato nelle azioni e nelle imprese elettriche di generazione, trasmissione e distribuzione e, nelle imprese di telecomunicazioni dell’Ecuador.

Nel compimento dei suoi fini e obiettivi istituzionali, il Fondo de Solidariedad, con gli utili e rendite dei suoi investimenti, finanza, a livello nazionale, programmi di sviluppo umano nei settori dell’educazione, salute, risanamento ambientale e per il rimedio degli effetti causati dai disastri naturali. La missione del Fondo è combattere la povertà ed eliminare l’indigenza, attraverso il finanziamento di programmi di sviluppo umano, con risorse provenienti dagli utili che generano le imprese elettriche e di telecomunicazioni.

La visone che si ha di esso è di un’istituzione efficiente, efficace, solvibile, con un valore patrimoniale crescente, con rendimenti finanziari competitivi per finanziare programmi di sviluppo umano.

Questi i progetti che finanzia:

  • Salute: maternità gratuita e attenzione all’infanzia, finanziamenti per l’acquisto di medicine e alimenti nutritivi per bambini denutriti, allestimento di sale di terapia fisica e audiovisiva e laboratori artigianali per bambini e adolescenti del centro educativo e psico-pedagogico Fundación Cariño.
  • Educazione e sviluppo umano: progetto di investimento per il miglioramento delle infrastrutture educative delle province di Bolívar e Pastaza.
  • Infrastrutture: costruzione dell’edificio del patronato municiapale di Antonio Ante, costruzione del sistema fognario sanitario del Recinto El Capricho.
  • Sviluppo urbano e ambientale.

Il Fondo de Solidariedad amministra 19 imprese elettriche del paese con partecipazioni per un totale di 69,47%. Possiede il 100% di azioni delle 8 imprese ecuadoriane che generano e trasmettono energia e delle imprese di telecomunicazioni Andinatel e Pacifictel.

Da aprile ’99 a ottobre ’06 l’evoluzione della tariffa al consumatore finale di energia elettrica ha raggiunto il valore di USD 8,80/kWh con un incremento medio semestrale di circa USD 1/kWh quando la tariffa proposta come obiettivo prevedeva un valore a ottobre ’06 di USD 10,49/kWh. Il deficit tariffario che ne è conseguito è stato di USD 963 mln, ciò ha comportato debiti delle imprese di distribuzione del settore elettrico per un totale di USD 2511 mln di cui 45 mln contratti direttamente con il Ministero dell’Economia e Finanza (MEF) e 601 mln attraverso le controllate imprese di generazione e trasmissione di energia. Inoltre, debiti per USD 1400 mln con le stesse controllate imprese di generazione e trasmissione e, ancora, attraverso queste, con Petrocomercial per USD 465 mln.

A questo quadro si aggiungono perdite di energia per un totale del 23,96% della distribuzione riconducibili a cause tecniche e non.

E’ stato necessario l’intervento del legislatore per varare una riforma che ponesse rimedio all’allarmante quadro finanziario. Il MEF nei confronti delle imprese di distribuzione ha perciò concordato un piano di riduzione delle perdite, un pagamento al Ministero dell’Energia e Risorse Minerarie (MEM) e la costituzione di fondi di garanzia e fideiussioni.

Sull’altro versante le imprese di distribuzione si sono impegnate a realizzare investimenti in progetti di generazione di energia e a ridurre i debiti contratti con Petrocomercial. Al 4 dicembre del 2006 la struttura di generazione di energia nel Paese era così composta: 43% energia termoelettrica, 42% idroelettrica e 15% importata.

Da questo quadro risaltano chiaramente quali siano i principali problemi del settore elettrico: insufficiente sviluppo della generazione di energia, deficit finanziario e gestione deficitaria delle imprese di distribuzione. Vediamo di analizzare singolarmente ciascuno di questi problemi.

A parte i primi segnali di iniziativa privata in progetti di generazione (Sibimbe, Abanico, Calore, ecc.), non si intravede nel medio periodo uno sviluppo sostenibile da parte del settore privato. Molti progetti di investimenti privati in generazione di energia, infatti, non si concretizzano per l’elevata incertezza sui tempi di recupero dell’investimento dovuti ai frequenti ritardi se non addirittura mancanze di pagamento alle imprese generatrici da parte delle imprese di distribuzione.

Il deficit finanziario è riconducibile ai seguenti fattori: 1) debiti eccessivi delle imprese di distribuzione contratti con imprese di trasmissione e di generazione (USD 1500 mln nel 2006); 2) elevato deficit tariffario accumulato per l’applicazione di tariffe irreali (USD 950 mln al dicembre del 2005); 3) la tariffa all’utente finale non riflette i costi reali della prestazione del servizio in condizioni di efficienza (senza una compensazione reale da parte dello Stato, il deficit tariffario tende ad incrementarsi); 4) leggi di cui beneficiano alcuni settori generano un deficit addizionale (Legge del Deporte, Legge del Anciano).

La gestione deficitaria delle imprese di distribuzione trova le proprie cause nella: 1) pressione politica nel designare le figure dirigenziali; 2) mancanza di visione impresariale nell’amministrazione della maggior parte delle imprese (inadeguata struttura organizzativa, assenza di controlli, indefinitezza dei processi, non ottimizzazione nell’uso delle risorse); 3) elevato livello di perdita di energia nella distribuzione (23,96%), bassi livelli di riscossione (87%), costi elevati.

Le conseguenze di questi problemi ricadono inevitabilmente sul prezzo dell’energia, che aumenterà in quanto la principale e più cara fonte di energia è il settore termoelettrico (43%) e la dipendenza dall’importazioni è alta (15%). Il rischio di un aumento del prezzo dell’energia non escluderebbe restrizioni nella fornitura. Ma gli effetti sono inoltre riconducibili alla sfera sociale per il fatto che il Fondo de Solidariedad, nel perseguire obiettivi di sviluppo umano, si alimenta degli utili delle imprese elettriche che, stando al bilancio consolidato 2002-2004, non ci sono stati. Infatti, di 19 imprese hanno chiuso l’esercizio in positivo solo 3 per un totale di USD 7 mln, le restanti 16 hanno avuto perdite per un totale di USD 426 mln. Infine, questa condizione ha delle ripercussioni sulla spesa pubblica in quanto lo Stato ha stimato per il 2007 un sussidio totale di USD 433 mln da destinare al settore elettrico.

Il Fondo de Solidariedad fu creato con legge n. 661 del 1995. In virtù della rilevanza dei fini e degli obiettivi istituzionali, l’Entità ricevette rango costituzionale nel 1998. L’art. 250 della Costituzione della Repubblica dell’Ecuador sancisce: Il Fondo de Solidariedad sarà un organismo autonomo destinato a combattere la povertà e ad eliminare l’indigenza. […] Il capitale del Fondo de Solidariedad proverrà da fonti economiche generate dal trasferimento di fondi del patrimonio di imprese e servizi pubblici, […].

Attualmente il Paese vive un momento di storica transizione, il 15 aprile gli ecuadoriani sono stati chiamati alle urne per decidere se istituire o meno un’assemblea costituente. Qualora il responso del Tribunale Supremo Elettorale sigillasse la vittoria del SI, il fondo de Solidariedad potrebbe avere i giorni contati perché l’Assemblea Costituente detiene la facoltà di eliminarlo. Anche se l’attuale presidente del Fondo, Jorge Glas, riconoscendo nella corruzione la principale causa della condizione critica in cui versano le imprese elettriche, non nasconde il proprio ottimismo dichiarando che la condizione può essere risanata da adeguate riforme politiche e opportuni cambiamenti nelle aree dirigenziali.

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