Caschi Bianchi Italia

Poesia dell’attesa

Mi chiamo Claudia Marchionni, ho ventisei anni e provengo da un piccolo paesino delle Marche in provincia di Macerata, Camerino. Sono attualmente volontaria, o meglio un Casco Bianco, della ass. Comunità Papa Giovanni XXIII e sarei dovuta partire per la Grecia, ad Atene, con il progetto Caschi Bianchi Corpo Civile di Pace 2019 Europa Balcanica.

Scritto da Claudia Marchionni, Casco Bianco in Servizio Civile con Apg23

Considerata la situazione attuale, ovviamente il progetto è momentaneamente sospeso fino a data da destinarsi e in questo dondolare di un tempo sempre più incerto ognuno si ri-scopre a modo suo e io volevo condividere con voi un pezzo della mia vita sospesa. Ci si riflette spesso nella precarietà del proprio essere, sentendosi rimbombare dall’interno e quando si è più fortunati si trovano quelle parole sparse e perse, disperse in quell’irrazionale che non è più inconscio, ma conoscenza del respiro: la vita. Una vita che ricerca fioriture costanti, curiosi del cambiamento che ci appartiene dal principio e di cui possiamo divenirne i piloti dal momento in cui riconosciamo noi stessi e gli strumenti che abbiamo a disposizione per far fronte in modo efficace ed efficiente alle esigenze che il Tempo ci costringe ad affrontare. L’incontro col cambiamento è l’incontro con il nostro nuovo io e necessita di cura, continuità, ascolto e il riconoscimento e l’accettazione dei nuovi bisogni senza paura di osare. Il Silenzio che ci invade e pervade in questo periodo può essere il nostro più grande alleato o il nostro peggiore incubo, ma noi una scelta l’abbiamo, sempre. Il Silenzio è la peculiarità che ci contraddistingue gli uni dagli altri perché ci permette di viaggiare all’interno di noi stessi, abbandonandoci ad ogni tipo di melodia e stravaganza solo per ritrovarci, tutti uguali e tutti diversi con le differenze che tra noi esistono e ci permettono un confronto che altrimenti sarebbe piatto, statico. A cosa servirebbe Viaggiare senza scambio e confronto? Non c’è un modo giusto o sbagliato nel Viaggiare, nemmeno e soprattutto in noi stessi e se non viaggiamo prima in noi stessi non possiamo pretendere di incontrare l’Altro e riconoscerlo lungo la strada.

Ringrazio quindi l’ascolto della gentilezza e il silenzio del conflitto che mi insegnano a vedere l’Altro in me stessa e in te: insegnami a fare, continuerò ad essere.

La mia domanda oggi, ora, è: perché devo restare (se mi va bene) solo una notizia passeggera qui?

ATTESA

Io non saprò aspettarti

ferma,

a casa col pigiama

A seguire la routine che mi invecchia la mente e mi appanna gli occhi.

Non ti saprò aspettare

mentre tutto gira

e c’è chi dice che io non dovrei muovermi.

Aspettandoti su una comoda poltrona inchiodata al marmo

con le ossa che si arrugginiscono

e la mia panchina naviga storta

tra le pareti sconfinate di un ruscello che straripa ripetutamente

per dissetare la mia sete di confronto;

e sconfina poi nell’orizzonte multicolore

a cui tutti aspirano ma di cui hanno paura

mentre io lo abbraccio

lo tengo stretto

È mio o lo condivido?

Non ti so aspettare

senza cambiamento,

a reiterare pensieri

e giornate che mi alienano;

A seguire una moda casa-lavoro che non mi appartiene

e mi imbruttisce la pelle

ne confonde l’essenza.

Non ti so aspettare

senza domande

senza essere straniera nella terra di tutti

mentre tutti nel profondo si sentono

stranieri nella terra di nessuno;

e sventolando bandiere di chi non ha più fretta,

fremere dalla voglia di cancellare confini

e tracciare un cammino nuovo.

L’attesa che non si arresta è vigilia

della vigilia stessa.

Non ti so aspettare

mi ripeto

ma senza domande ti aspetto

ogni giorno

perché è l’attesa stessa

che non mi fa restare ferma,

costretta in un giardino di fiori

dove il tuo profumo è bussola,

dove la tua attesa è direzione dinamica

verso cui tendere.

Non ti so aspettare

circondata dalle parole sulla bocca di tutti,

a preferire le belle espressioni di uno scrittore

piuttosto che dedicarti queste mie

imprecise, sincere emozioni.

Chiunque tu sia a leggermi, interpreta la mia poesia a tuo piacimento e buon viaggio in te stesso.

Grazie per la Tua compagnia.

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