Argentina Caschi Bianchi

Autonomia e sicurezza alimentare nella provincia di Misiones

Territorio potenzialmente ricco sotto il profilo agricolo, Misiones ha bisogno però di combattere politicamente per riscoprirsi capace di garantire la sussistenza alle comunità che la abitano.

Scritto da Samuele Bibi CB Focsiv 2009

La provincia di Misiones, una delle terre più prospere e fertili dell’Argentina, sta combattendo per riscattare, paradossalmente, la propria sovrania e sicurezza alimentare.

Nonostante le infinite potenzialità agricole della zona, le politiche economiche della provincia negli ultimi anni e, più in generale, decenni sembrano aver favorito o quantomeno non contrastato un altro tipo di attività economica: la coltivazione e lavorazione degli alberi ad alto rendimento, prevalentemente pino ed eucalipto. Questa attività economica , finalizzata alla produzione della pasta cartacea, ha favorito le grandi imprese, nella maggior parte dei casi multinazionali straniere, che hanno sempre piú marcato la loro presenza in tutta la provincia con monoculture intensive le quali, con il passare del tempo, sembrano peraltro aver impoverito enormemente il suolo.

E’ così che, anno dopo anno, medi e piccoli agricoltori sono stati gradualmente spodestati dalle loro terre attraverso quella “libertà economica” che in questa provincia ha permesso a tutti, ma proprio a tutti, di prendere decisioni in base alle proprie esigenze personali e all’informazione di cui ognuno gode (e a cui tutti, teoricamente, dovrebbero poter avere accesso con lo stesso spessore e con le stesse possibilità); quella libertà e parità di informazione che, posta come ipotesi di partenza in molti modelli teorici economici, viene nominata come “assenza di asimmetria informativa”.

A contrastare questo fenomeno di “abbandono rurale” e incentivo di monocultivi (peraltro non alimentari) si sono attivati vari organismi con i più svariati progetti di rafforzamento degli agricoltori che sono tuttora presenti in questa provincia.

In questo rientrano le continue formazioni (“capacitaciones”) che vengono date agli agricoltori su come piantare, coltivare e conservare le più svariate coltivazioni e suggerimenti sulle politiche di commercializzazione e vendita dei prodotti da esse derivanti. Tra gli organismi e istituti che favoriscono questo processo sono presenti anche istituzioni con cui ho l’enorme pregio di stare in contatto, la Subsegreteria dell’Agricoltura Familiare e l’Istituto Nazionale di Tecnologia Agropecuaria.

Dopo più di 7 mesi di servizio, giorno dopo giorno, mi sto accorgendo che il mio ruolo nella sfera della cooperazione è stato sempre più unidirezionale ma nel senso opposto di come l’avessi sempre pianificato e immaginato: mi accorgo sempre più che l’apporto che ho ricevuto e che sto ricevendo continuamente sotto tutti i fronti e’ di gran lunga maggiore di quanto io abbia offerto fin’ora.

Tra le occasioni più rilevanti che mi hanno aperto gli occhi sull’importanza del ruolo giocato da questi organismi e istituzioni 2 in particolare mi hanno colpito: una “capacitacion” riferita alla coltivazione della banana ed il prossimo maxi evento della “Feria de la Semilla”.

Il primo evento, oltreché essere enormemente interessante dal punto di vista della coltivazione tecnica di questa stupenda pianta, mi ha colpito per alcuni dati di carattere economico: l’Argentina che fino a 30 anni fa era in grado di soddisfare l’80% della domanda di questo frutto, si ritrova al giorno d’oggi ad importare l’esatto 80% della sua necessita’ da paesi stranieri.

Questa coltivazione data l’ottima capacità di crescita nella zona, l’elevata profittabilità economica e la sostenuta domanda in tutto il paese, favorirebbe enormemente l’economia misionera se solo tale coltivazione tornasse ad essere promossa e sostenuta.

Oltretutto, anche dal punto alimentare e salutistico, la produzione in loco avrebbe innumerevoli benefici. Con semplici attenzioni le banane locali potrebbero essere coltivate organicamente senza l’uso di additivi agrochimici, cosa a cui invece sono pesantemente sottoposte tutte le banane che vengono importate con le loro circa 65 polverizzazioni annuali di pesticidi e prodotti agrochimici con conseguenze, con il tempo certo non indifferenti, per l’organismo. Sotto questo punto di vista tornare a promozionare una coltivazione con tali importanti effetti positivi per la salute e per l’economia misionera, mi è sembrato di enorme rilevanza.

L’altro evento molto importante è la “Feria de la Semilla” che si terrà il prossimo 20 e 21 luglio in una delle zone dove le monoculture del pino e dell’eucalipto si sono radicate maggiormente. Quest’evento mira a favorire lo scambio gratuito di sementi biologiche native tra tutti gli agricoltori della provincia al fine di riaffermare l’importanza di coltivare, sviluppare e sostenere l’agricoltura locale contro le ingenti importazioni di sementi ibride e  prodotti agricoli da paesi stranieri, paradosso davvero inimmaginabile soprattutto per chi riconosce come in questa provincia nasca e si possa coltivare davvero di tutto, con il minimo sforzo.

La riaffermazione dell’agricoltura e delle coltivazioni locali non è solo un processo agricolo ma anche e, soprattutto, un processo politico: è un’azione e uno sforzo volto a riaffermare l’autonomia e l’indipendenza agricola, alimentare ed economica di questo paese e, con esso, la dignità di chi la vive.

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